Friday, March 25, 2016

piccolo psicopost pasqualifero [o nei giorni clùùù della]

attraversando il lago scrivevo all'amica vibù di quanto, tutto sommato, tutta l'ansia pasqualifera mi stia scivolando un po' addosso.

evidentemente il fremito dello scorso anno era fortemente dovuto al contesto. o alla struttura che si stava un po' adattando.

forse, a 'sto giro, la congiuntura si è un po' rasserenata, e la struttura va un po' di conseguenza.

in ogni caso qui, intanto, le campane tacciono. vedremo quando si scioglieranno a distesa.

in realtà la psiccola psicopippa mi è sovvenuta per un'altra coincidenza. che poi sarebbe quella dell'oggi che è venerdì santo, e quello si prende le prime pagine della celebrazione del mito cattolico. in realtà sarebbe pure il 25 di marzo. e a far due conti venticinque di marzo si mette nove mesi ad arrivare al venticinque di dicembre. quindi vuoi che non sia "perfetta" quella gestazione così unica? [oddio, unica... io ho studiato altro, ma da quelle quattro cose che ho sentucchiato qua e là, nella storia dei miti umani situazioni di vergini gravide, incarnazioni di dii, fino alle resurrezioni ce ne sono un discreto numero. vuoi vedere che l'apostasia possa spiegartela [anche] l'antropologia?]. quindi la tradizione, peraltro un po' evanescentemente ricorrenziale, celebra, appunto, l'annunciazione. le sottigliezze del fatto non siano propriamente nove mesi, ma quaranta settimane, o che il venticinque dicembre fosse la festa del sole invictus da ri-adattare [trombavano troppo in quei giorni per esorcizzare l'inizio dell'inverno], e che verosimilmente cristo sia nato più o meno all'inizio di aprile: insomma, tutti dettagli. che forse conoscevano fino ad un certo punto, quando venne "calendarizzata".

insomma, se non si era capito, un certo "fastidio" ad una "perfezione" un po' sull'artefatto. o quella cosa lì.

poi però ho pensato che, a dirla tutta, quell'episodio così fondante del mito, embeh, è un episodio che ha suggestionato e che ha riempito tutta la storia dell'arte. forse, di nuovo, per il valore antropologico che vi è ritratto e/o ricordato. forse è talmente un elmento archetipo che segna l'essenza. quindi pure di chi l'arte riusciva a crearla. per finalità di marketing di posizionamento e consolidamento della cattolica chiesa, nei secoli passati.

resta il fatto che di annunciazioni ce ne sono di bellissime. talmente belle che non serve nemmeno crederci. è l'emozione della nostra essenza [antropologica, ovvio].

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