Sunday, July 3, 2016

dialoghi licenziaramente immaginifici [a grande richiesta]*

* è che me l'ha chiesto il mio coinquilino, la storia del dialogo immaginifico.

- domani potrei non avere un lavoro, là dentro.
- è un auspicio o un timore?
- è l'auspicio possa verificarsi quel timore. oppure il timore possa verificarsi quell'auspicio.
- ci fosse una volta che riesci ad avere le idee chiare, e adoperarti in una direzione.
- peraltro mi avevano consigliato - per quanto possibile - di non pensarci fino a domani.
- già me l'ha detto l'amico luca, che ti conosce un pochetto. ed invece ci sei cascato, e ci fai addirittura un post.
- me l'ha chiesto il coinquilino.
- non dire minchiate, a me non l'ha detto.
- evidentemente non abbiamo lo stesso coinquilino.
- o forse dipende dagli stati armonici di risonanza.
- vabbhè. vuoi sempre avere l'ultima parola.
- e allora la lascio a te, l'ultima parola. ti faccio una domanda.
- spara.
- perché vorresti andartene, da là?
- forse la domanda corretta è: perché dovrei rimanere là dentro.
- a questa posso risponderti io: ad esempio quindicimilaeurI nel giro di due mesi da pagare, tra tasse, affitto, inarcassa, iva. non ti basta un trimestre di fatturazione, straordinari inclusi. e sulle fatture del trimestre dovrai pure pagarci altre tasse.
- il problema potrebbe essere proprio quello: gli straordinari.
- vabbhé. potresti smettere di farli e di fatturarli. nel tempo rimanente, magari, non sarebbe una cattiva idea vivere, trovare una qualche garrulità. altro che mai'nàgioia.
- resta il fatto che continuerei a rimanere ingabbiato là dentro.
- non ci vuole molto, se lo vuoi: basterebbe dire: me ne vo'. e preparare la pizza che hai promesso ai tuoi colleghi, di cui smetterai quasi di ricordarti il giorno dopo aver consegnato il fottuto badge, ed essere uscito di là.
- è il timore che possa essere una cosa così auspicevole: provare un'insopprimibile desiderio di liberarmi.
- risolverebbe un bel po' di problemi...
- ma probabilmente ne aprirebbe degli altri.
- e non puoi mica pensare che ci sarà l'amico luca a portarti dalle sue parti e, con le scarpe grosse, raggiungere la diga come momento di catarsi.
- già, mica posso approfittarne sempre e comunque.
- quindi, che farai domani: rimani o te ne vai?
- temo che il timore di di auspicarmi altre soluzioni sarà più raziocinante dell'auspicio di non aver timore di quel che temo.
- per quanto: la cosa peggiore che può accaderti qual è?
- che domani sera non lavorerò più là dentro.
- sarebbe molto grave?
- un po'. ma ricomincerei. come ho re-iniziato altre volte.
- ecco. l'estremale inferiore l'ha definito. è già un buon punto di partenza.
- e soprattutto: sto iperbolizzando nel dominio della sceneggiata. dialogo e mi immagino scenari immaginifici, per percorrere, da par mio, tutte i possibili tracciati retorici e interlocutori. è un modo per sedare l'ansia. nella realtà sarà tutto molto meno roboante e sincero. probabilmente.
- una disputa retorica immaginifica in un post da dialogo immaginifico.
- siamo alla meta immaginificità. a noi mcewan ci fa una pippa.
- comunque vai. e tornatene ancora con un lavoro. che tanto, prima o poi, l'auspicio si auspicerà. e magari ti verrà da dire: meh? tutto qui?

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