Thursday, December 14, 2017

sui libbbbbberi e uguali [libbbbbberi e uguali] [libbbbbberi e uguali]

siccome sono sul pezzo mi sovvengono alcune considerazioni sulla notizia che ha deflagrato, in un certo contesto, una diecina di giorni fa.

la nascita di liberi e uguali, dico.

ovvio che la cosa non mi lasci indifferente [anche se ci scrivo sopra quando la notizia è ormai rafferma, tipo il pane dell'esselunga dopo un giorno, ma è un problema mio], perché è la cosa tecnicamente votabile che sta alla sinistra del pidddddddddì, che si è talmente spostato che poi è come dire ci son le praterie. poi, sia chiaro, che arrivi a votarli vedremo. l'alternativa, in questo momento, è non andarci proprio a votare. ma vedremo, appunto, c'è tempo. volendo adattare un concetto che millemila anni fa mi piacque, in altri contesti [i corsi di comunicazioni elettriche e trasmissione numerica], diciamo che è un possibile voto per verosimiglianza.

il nome mi piace, cazzo, almeno quello l'hanno azzeccato. sarà che l'articolo 3 è quello tra i più emozionanti, per me che non ne capisco granché. perché 'sta storia che la Repubblica debba "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini" mi pare la più imprtante e giusta azione perequativa si possa mettere in atto. di più: è quello che a mio ignorantissimo modo di vedere è la tensione alla giustizia sociale, la più alta di tutte. tensione, nel senso dinamico. che vi si deve volgere. si sta in moto per. dà senso, orizzonte, direzione.

vabbhé. divago.

peraltro ho leggiucchiato di alcuni che ragionavano sullo iato tra uguali e liberi vs liberi e uguali. i soliti marxisti. al netto che preferire una o l'altra dà un'idea della formazione di fondo. io ovvio preferisco liberi e uguali. perché ugualianza prima della libertà è che qualcuno/qualcosa decida che io debba essere uguale, quindi libero. e invece, fintanto che non saremo liberi di vivere le nostre unicità, non avremo la possibilità di scegliere di saperci uguali nei diritti di ciascuno e delle possibilità devono essere dati a ciascuno.

non sono del tutto entusiasta della necessità di trovare un front man da mettere nel nome del logo. ma è [mia] questione antica. e sono io quello fuori dalla norma - forse quello sbagliato. sarà che forse è uno degli elementi più pervasivi del lascito caimanesco/berluscazziker: quello ci debba essere un leader il cui nome va sulla scheda. anni fa discussi con l'amico itsoh su questo dettaglio. peraltro si interloquiva del fatto di avere una figura omologa per sel con il nichi nazionale. non mi convinceva si dovesse concentrare su di una figura il portato di un parco di idee. lui - itsoh dico - non ci vedeva nulla di così reprovevole. forse è anche per questo che non ha l'itterizia per il suo segretario, che porta a livelli iperuranici quel concetto [e anche per questo me lo fa amare come l'itterizia].

peraltro anche l'investitura, per acclamazione, di un personaggio chiamato a coprire mediaticamente un tassello non mi ha fatto venire la pelle d'oca dall'emozione, a voler cercare un eufemismo. è quasi sembrato che il presidente del senato abbia cominciato ad esprimere una certa visione delle cose ed hooop, toh, che caso: c'è libbbbbbbbberi e uguali da presiedere.

peraltro, il lider, è stato certamente un encomiabile magistrato, è persona degnissima. ha fatto stracazzo bene il suo lavoro. ma è così certo possa far altrettanto bene il lider? nel senso più ampio e alto del termine. nel senso che può essere benissimo così. ma anche no. e soprattutto: ci si deve fidare. però io ormai ho smesso di fidarmi. vorrei capirci meglio di mio. anche perché le sòle le colgo abbastana in fretta. non che debba esserlo lui, ci mancherebbe, anzi. magari dà della biada a tutti. ma al limite lo scropriremo solo vivendo. e 'sta cosa non è che mi lasci del tutto tranquillo.

ho una sottile, vaga, incuneante sensazione che l'epos fondativo sia un po' traballante. e quindi chissà cosa potrebbe venir giù. o quando, o come. lo scopriremo solo andando avanti. poi magari nella mediocrità sovrastrutturata [e iper-egotica] degli altri farà anche un figurone. per ora non resta che [mediaticamente] sperare. anche se il sergente lo russo/abantuono diceva in mediterraneo che chi vive sperando muore cagando.

il logo mi piace. per quanto le foglioline ricordino un po' emergency [quindi una bella associazione ed impatto emotivo]. però emergency è un'altra cosa. ed in fondo è bene rimanga un'altra cosa. l'amaranto è una bella paraculata per non scartare in cose troppo rosse.  

poi, ça va sans dire, il presidente del senato dovrebbe dimettersi, perché lider di un partito. semplice. ma forse per loro è già cosa complicata. oppure lo sanno, e se ne fottono.

[ma la domanda è: e forse li voterei anche? ecco, dà l'idea di come percepisca il resto e di come lo consideri. cose così [udpt nel rileggere il post, considerato l'abbia terminato mentre me si chiudevano gli occhi dal sonno e sapendo che così sarebbe stato infarcito di refusi. non ricordo del perché abbia messo questo inciso, né cosa in fondo significhi]].
[d'alema non comanderà, come ha ironizzato sarcastico il suo successore, in termini di egotismo politico: renzi dico. d'alema, al limite, deciderà quando spaccare e far venir giù tutto e ci proverà. come peraltro ha fatto nelle circosante in cui a decidere per davvero non era lui. baffetto, in fondo, è fatto così].

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