Sunday, July 29, 2018

cambiamento stocazzo [post politico, un po' lungo, farà poco piacere ad un bel po' di persone]

che poi sono alcune notizie meno eclatanti. quelle per cui si scapicollano giusto quelli infoiati. sono quelle notizie che - a mio parere quasi-infoiato - raccontano dei dettagli, dove però c'è dentro un sacco di roba. tanta informazione. come la parte dei segnali alle alte frequenze.
una premessa, ed un piccolo outing di partenza.
la premsessa. io credo che il pericolo, vero, venga dalla svolta [ancor]più stronzeggiante della lega. ed è un pericolo importante. non foss'altro per il fatto che il suo leader, persona mediocre, appaia come colui che ha davanti praterie, e che abbia tutte le intenzioni di occuparle. e per farci cose che quel filo mi preoccupano. tatticamente poco più che abile. appare inarrestabile per la pochezza dei suoi interlocutori. sia all'opposizione - che non riesce a toccar palla - sia tra gli alleati. pardòn: co-contraenti del contratto.
sì.
insomma quegli altri, che tecnicamente avrebbero pure vinto le elezioni. e che invece ho la sensazione stian perdendo una grandissima opportunità. per quanto, forse, ci sarebbe poco da meravigliarsi, tanto sono sgarruppatamente simili agli altri.
il piccolo outing. il giorno prima delle elezioni, e del mio starmene al seggio, una persona cui voglio comunque bene mi scrisse: mi raccomando annulla tutte i voti a salvini e di maio [ehi, signor echelon di quelli del cambiamento: si scherzava, ovvio. durante lo spoglio mi spoglio della mia scelta di campo, e divento inflessibilmente neutro]. il primo pensiero, prima di pensare che sarei stato inflessibilmente neutro, fu che occhei a quelli per salvini. su di maio, forse, ci si poteva discutere. un pensiero volante, rapido. mi chiesi se quell'avversione di quella persona, verso aggggggggginonnnuostro, non fosse un po' troppo tranchant ed acrimoniosa. pensiero rapido e non consequenziale, non avendone la benché minima intenzione di votarli il giorno dopo: cosa che poi non ho fatto. non votarli, dico. però la curiosità di vedere cosa sarebbe successo, a fronte di un qualche risultato che non immaginavo del tutto, un po' sì. un qualcosa di pre-pre-pre-pre lasciamolilavorare [letta e sentita pochi giorni fa, roba che torni indietro di un quarto di secolo, e vorrebero essere il nuovo].
perché quel po' di curiosità. un po' perché il piddddddddddddì aveva deluso pure me, in maniera importante. e a quella improvvisata accozzaglia di leu ero sono proprio riuscito ad appassionarmi. un po' perché erano quasi il nuovo. quasi. e per quanto un nuovo che pareva sgarruppato mica poco. tutto sommato una cosa non così diversa di quando renzie si prese il partito - con mio scarsisssssssimo entusiasmo, a voler usare un eufemismo - per il preciso intento di prendersi il potere. io alla rottamazione ci ho creduto solo in combo con l'idea che volesse semplicemente arrivare a chigi [come tuitttttava lui, con tanto di foto del cortile interno], e costruire la rete, i gangli, le relazioni per rimanerci. cambiare la gente, che fosse amica sua. mica l'idea di gestione del potere.
la faccio sintetica e triviale: renzie mi stava sui coglioni, il movimento credo sia pieno di coglioni, però, all'inizio, la curiosità del vedere che sarebbero stati a fare, uno un po' ce l'ho avuta. non la chiamerei fiducia verso. ma il tentativo di scrollarsi di dosso un tocco di pre-giudizio.
sia per renzie che per 'sti nani che si pensano giganti, la delusione è arrivata tosta [nel senso di rapida].
ovviamente lascerei perdere renzie, che già di danni ne ha fatti da par suo [parentesi. ho letto in un post di una persona che stimo molto, che costui sarebbe fuori dai giochi da quasi due anni. non ne sono del tutto convinto. però se così fosse, forse, spiega molte cose. perché in mezzo al csx ci sta uno fuori dai giochi da quasi un paio d'anni, ma è come se i giochi li avesse fatti fino all'altro ieri. son quei paradossi che raccontano l'esistere. fine dalla parentesi].
sì, insomma, 'sto movimento si sta rivelando una bufala abborracciata. un primo dettaglio, non indifferente, credo sia venuto quando, bellibelli, volevano chiedere l'impeachment del Presidente della Repubblica. così, via tuit o post sul feisbuch. come un normale annuncio di propaganda. che si fa domani? maaaaaaa, quasi quasi si chiede l'impiiicmmmènt, o come diavolo si scrive. talmente sprovveduti che il matteone li ha mandati avanti a coprirsi di ridicolo, assieme ai fascistelli de noartri dei fratelliditalia. la domenica evochi l'impeachment. il mercoledì tuitti che magari, dai, riproviamoci presidè. fai che si scherzava tre giorni fa. non è tanto per Sergio Mattarella, figurarsi, che lui sta in un altro campionato. è per la figura, l'Istituzione, di cui non capisci forse il senso o il vulnus che si introduce, a pensare di tirarlo nell'agone tuittistico degli annunci sensazionalistici [altra parentesi. il matttttteone rischia di far di peggio. è come se volesse devastare un rifugio alpino. 'sta cosa del rifugio alpino mi è venuta in mente mentre uscivo dal bagno di un rifugio alpino a quasi tremilametri. in un giorno ancora di sole, e relativamente caldo. insomma, giornata e contesto facile. ho provato ad intuire cosa sarebbe in un giorno complicato se non ci fosse il rifugio per alcuni mal-capitati. magari ci scriverò un post. fine dell'altra parentesi].
bufala abborracciata anche per la interessante subalternità a quell'altro. che avrebbe la metà dei voti. ma è come se contasse il doppio. subalternità per manifesta inferiorità. con punte di psichedelia logica, per cercare di giustificare, non confutare, allinearsi passivamente al clock master propaganstico di quell'altro, finendone, in alcuni dei loro tratti, complici. tipo quando sembrava che il problema inestricabile per lo stivalone italico sembrava fossero i migranti e le ong.
poi sì, aiò, hanno tolto i vitalizi, che poi forse un po' erano già stati tolti. battaglia fondamentale, neh? di cui saremo eternamente grati.
poi sì, hanno rescisso il contratto di leasing dell'airforsrenzi [che ci ha messo del suo, da par suo, a suo tempo] come fosse la presa del palazzo d'inverno. e lo hanno propagandato con una tale roboante sciatteria, che quasi ha fatto diventare simpatetico quell'altro. al netto che, con azzeccato e tempestivo acume comunicativo, quell'altro ha annunciato di non averlo mai usato. cosa che poi ti chiedi per che cazzo son comunque stati spesi quella fraccata di migLioni di eurI. che quasi ti vien da pensare che forse han fatto bene a rinnegare l'airforsrenzie, solo che con quella sciatteria vien simpatico l'altro... e così via. per finire ad allupparsi del tutto.
poi sì, hanno fatto, no, ehm, quasi emesso, ehm no, stanno votando in commissione, ehm no, stanno emendando, sì, insomma: il decreto dignità. che poi 'sto gioco, furbo, di qualificare con degli aggettivi degli atti formali dei governi mi pare di averla già sentita. tipo la buona scuola. che così fa effetto a stigmatizzare chi ti avversa, che diventa colui che è contro la buona scuola. o contro il decreto dignità. che poi pare ci sia dentro un po' tutto ed il contrario di tutto. e quindi, omioddddddio, bisognerà poi fare in fretta in parlamento. sennò poi salta il decreto dignità. ma, assicurano, faranno di tutto per evitare la fiducia in parlamento. che poi quando ci sarà verrà da chiedere loro che fine ha fatto la centralità del parlmento. cosa - giustamente - stigmatizzata da loro quando erano all'opposizione. che volevano aprirlo come una scatola di tonno, il parlamento. peccato che se fosse successo il 20 luglio lo avrebbero trovato vuoto. svuotato da tutti, neh? a partire dai loro, che opposizione ora non son più. [terza parentesi. che poi il loro guru di riferimento ha financo detto dell'inevitabilità del superamento del parlamento. come tutte le cose umane anche i parlamenti avranno una conclusione. a me, da persona la cui ignoranza è sconfinata. 'sta cosa fa comunque specie. specie lo asserisca, con sicumera, uno la cui ignoranza, verosimilmente, è sconfinata quanto la mia. che sono in fondo i sistemi teoretici della filosofia del diritto? roba da elìt. che si può pensare di liquidare come si fosse di fronte ad un'epifania. non c'è l'evoluzione delle cose del pensiero. c'è la palingenesi degli illuminati [de li me cojoooooni]. sic. fine della terza parentesi].
e poi sì. ci sono le nomine. che è il discorso del costruire la rete, i gangli, le relazioni con cui gestire e mantenere il potere. tanto per cambiare quello che ha tenuto il mazzo di carte è l'altro, quello che comanda con la metà dei voti. e non solo, dopo le nomine rai: mo parte la rivoluzione culturale. solo che si rischia che a dettarla sia l'altro, quello in quota mattttteone. che stava in ticino a far le sue sparate sovraniste, nonché para-sovversive. dicevano di voler lasciare i partiti fuori dalla rai. vogliono asservirla con i loro. e per confondere le acque di proclamano cose roboanti: tipo via i parassiti o cose così.
e niente.
ai tempi ci fu la rottamazione. che ha significato cambiare le persone, per intendere il vecchio modo di gestire il potere. con in più il paradosso - semplifico - di spacciare per sinistra una cosa che di sinistra ha avuto poco. e forse anche per questo il movimento ha preso uno sbrego di voti. per reazione a quella disillusione lì.
solo che hanno mandato avanti - quando va bene - degli onestissimi inetti, o cazzoni. cui provano a spiegare siano il cambiamento. ma di cambiato ci son solo altre persone, che intendono, ho la vaga sensazione, gestire il potere esattamente come quelli di prima. al netto di onestà onestà. che non so se avremo modo di saggiarne come poi, il potere, riesca a mitridatizzarli. anche perché bisognerà vedere quanto dureranno. anche perché c'è sempre lì il rischio - nemmeno paradosso - che rimarranno ingabbiati nella tattica di quell'altro, mediocre, che però pare un gigante rispetto a costoro. e cosa può venirne fuori dopo credo sia quel filo, giusto un filo, preoccupante.
pensavo ci si potesse provare a fidare [moooooooooooooooooolto timidamente].
si pensano [propagandano siano] indispensabili.
sono abbastanza tali e quali a chiunque prenda il potere.
verranno giù, per consuzione strutturale causata dalla loro mediocrità.

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