Sunday, September 16, 2018

voglio la pinta. non m'importa se cinico. voglio la pinta. [è che poi chissà se riesco a bere]

ho la vaga sensazione mi vogliano mostrare la birreria. ammiccando che vi si sta bene, insaid, e fermarsi per un [bel] po'.
ho la vaga sensazione. quindi potrebbe essere l'effeto di quei fumi del far un sacco di schiuma, tanta, di quel compulsare di cui i tre post precedenti.
perché è una vaga sensazione.
che mi stuzzichino con gli arredi. con i colori caldi. con la percezione avvolgente dell'atmosfera del locale. con gli specchi larghi e slanciati, che ti sembra che tutto sia più grande, bello. con la rilassatezza del vociare garrulo e conviviale. con le tubature delle spine, sinuose, puntellate di goccioline, cromate, tirate a lucido. con l'illuminazione studiata che vi punta sopra a farle rilucere. con la modanatura del bancone. con l'elegante pinguetudine dell'imbottitura degli sgabelli. con le foto alle pareti. con la solidità del legno del tavolo, dove si posa il gomito, che fa da sostegno all'avanbraccio, al polso, al palmo della mano chiuso a pugno, su cui si poggia lo zigomo, di un viso messo di sguincio, perché osserva proteso e calmo il racconto di chi hai di fronte. che ha un viso messo di sguincio, con lo zigomo che sfiora nocche di una mano chiusa a pugno, rastremata ad un polso sottile, e quindi un avanbraccio che finisce nel gomito posato sul legno solido del tavolo. con i menù ricchi di piatti sfiziosi, che sono sempre a disposizione, e non sono mai finiti quando li ordini. con la giovialità dell'oste, amico di tutti, confidente prezioso, consolatore dei delusi che afferrano il loro boccale con entrambe le mani e gli avambracci lunghi sul bancone - modanato.
con l'idea che in quella birreria si stia veramente bene. che a guardarla da fuori. specie di notte. specie se fa frescazzo. specie quando si è soli. come si fa non voler desiderare di cogestirla?
ho la vaga sensazione. ma potrei ovvio sbagliarmi. che non vogliano cogerstire alcunché. o che toccherà a qualcun'altro. anche per il solo fatto di essere più deciso, pronto a farlo. chi sta nel posto giusto nel momento giusto.
vaga sensazione. ovvio.

io voglio un paio di pinte di birra. invece. non aggiungete altro. prima voglio subito la pinta di birra. che tanto consumerò con velocità, in modo anosmico, che non mi permetterà di poterne vellicare il sapore. sono talmente cinicamente assetato che va bene anche sbrodolarmi, con una prima pinta di birra. subito. appena intuisco che me la si vuol servire. c'è una birreria. una pinta, subito. che poi magari voglio provarne subito un'altra.
voglio una pinta di birra.
è cinico. è egoista. è da etilista mancato. ci vuole anche un po' di faccia tosta. urlarlo quasi da fuori la birreria: voglio una pinta. punto.
[solo che poi, quando danno l'idea di cominciare a spillare, sarebbe coerente rimanere. per afferrare, con entrambe le mani, il boccale. meglio far la figura del bevitore a debito, che dell'astemio. al solito, il problema, è coniugare il verbo fare.]
voglio un pinta.
subito.
prima la pinta.
dopo, soltanto dopo, ragioniamo su tutto il resto.
[ecco. ci son cascato di nuovo. ragionare. il vizio che mi obnubilerà]

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