Sunday, November 25, 2018

per esserci, le foglie, ci son tutti gli anni

cadono le foglie, tutti gli anni. e tutti gli anni son lì da raccogliere. è la storia del susseguirsi delle cose. che son solo le stagioni a ripetersi. per quanto mai tutte uguali. questa volta, ad esempio, il noce è già tutto esfogliato, l'altro albero - chissà che pianta è - ne ha lasciata andare poche pochine. le altre son ancora su. toccherà spazzarle quando verranno giù. che il ciclo dell'azoto lo si interromperà anche a 'sto giro al praticello autoctono, nel senso di solo erba che è cresciuta senza seminare alcunché.
quella specie di inevitabile potenza della natura, che un po' se ne fotte di te. e, consustanziando il concetto di entropia che non può che aumentare, al limite si lascia addomesticare un pezzetto, a spese di altra entropia per ridurre quella - parziale - del tuo giardino.
quindi ho raccolto alcune foglie. come specie di tradizione terapeutica e distraente. c'era qualcosa di già fatto, vissuto, emozionato. c'era l'idea di quante foglie avrò raccolto già, da quando le raccolgo. c'era la musica che girava, casuale, nelle cuffie. c'era il cane che basta avermi lì a due passi, sempre pronta a seguirmi, per farla felice et scodinzolante: sembra non annoiarsi mai ed io a far qualcosa di molto noioso.
c'era lo spicchio di sole, che ha illuminato di un arancio intenso la punta della montagna di fronte il lago. quasi appena in tempo a far a tempo a bucar le nuvole - che le foglie erano intrise d'acqua, più pesanti del solito, bruma che saliva dalla loro acquitrignosità. c'era il cirro oblungo ad occidente che, diverso dagli altri accanto, colorava di rosso sbiadito, ma che riluce rispetto al neutro assonnato della notte che viene, lì attorno. un cirro solitario, mentre  le luci della centrale elettrica - in cuffia - ripetevano strofe all'ottava più alta.
e c'era questa sensazione di quasi solo foglie.
solo foglie da raccogliere e portare nel posto più lontano, per evitare che il vento le sospinga dove sembrerebbe qualosa di lasciato andare, dimenticato, o arreso al divenire di [certi] eventi.
solo foglie. poco da distrarre, o terapeutizzare - col raccoglier di foglie, ovvio. quasi a domandarsi di quella specie di nostalgia un po' perigliosa. dove sia finita. o se si sia riusciti a finirla.
sta finendo novembre. e son foglie che vengono giù.
che poi, se ci pensi bene, son foglie, sì: ma quelle di quest'anno sono diverse da quelle dello scorso anno. e quelle dell'anno prima. e quello prima e quell'altro ancora. fino ad arrivare a quelle foglie.
son solo foglie.
[lascio in surplàassss il domandarsi del perché. un po' per la risposta che si è fatta largo giorno per giorno. un po' perché ho respirato di realtà ben diverse. ed ora mi domando meno. vorrei riuscire ad arrivare a scriverci. sta decantando. il resto, invece, son quasi solo foglie.]