Monday, April 1, 2019

qualcosa di sinistra [secondo me]

[premessa, diciamo che non è proprio un post di uno che è sul pezzo. ma ci ho altre cose che mi sovvengono in testa, negli ultimi giorni. e non necessariamente negative...]
ho come la sensazione che Ramy abbia detto la cosa più di sinistra che, da tempo, ho avuto modo di ascoltare.
sulla questione dello ius soli manco aggiungo altro. a mio modo di vedere è incommensurabilmente  autoevidente la meschinata di non aver osato la scorsa legislatura. ma tant'è.
quello che mi ha colpito che costui, non so quanto consciamente, ha ridato lustro ad un concetto che mi sembrava sfibrato, sulla bocca stantia di un qualche nostalgico - mica detto che abbia per questo torto, ovvio.
che poi è la questione semplice e fondamentale della coscienza di classe. magari non è esattamente la classe operaia. ma forse è la coscienza di quelli della sua classe, e le altre classi, le altre sezioni, insomma i baganetti nati qui, che studiano nelle nostre scuole, magari più italiani di tanti nati da genitori italiani, cittadini magari migliori.
ecco. la coscienza di classe. che si porta dietro un paio di idee, semplici e fondamentali:
  • che i diritti non sono ottriati, tipo lo statuto albertino. ma sono ontologici, connaturati al fatto di essere persone, che divengono, ad esempio in un luogo, tipo l'italico paese. coscienza, appunto;
  • e che i diritti hanno senso se sono per tutti, perché se non sono per tutti di fatto si riducono ad essere qualcosa di ottriato. non sono più diritti, quindi devono essere per tutti, estensione del concetto di classe, appunto. [che poi, quando ripenso a questo concetto mi viene in mente un'amaca, scritta da Serra migLioni di anni fa. e citava come esempio virtuoso "galline in fuga", contrapponendolo ad una cafonata del nano coi capelli di kevlar, tra le tante con cui ci ha intossicato - giusto per non dimenticarsi, qualora ne tornasse la nostalgia perché questi sono pessimi, diveramente peggio].
c'è poi un altro aspetto, come interessante effetto collaterale, utile soprattutto per la prammatica delle rivendicazioni. per quanto sia banale, ovvio. è che insieme è più semplice lottare e combattere per nuove istanze, idee, proposte. non serve essere maggioranza. in fondo son sempre state le minoranze a dar il la alle conquiste sociali più importanti. e d'altro canto, come controcanto, cosa è più funzionale che polverizzare la coesione di portatori di istanze comuni, per retrocederle?
insomma.
ramy ha colto un aspetto centrale, per certi aspetti quasi commovente [ma ogni tanto ho la lagrima facile], dell'essere di sinistra - per me. che è la storia dell'I care. lo lessi in un libercolo di don milani, che fu per me lettura fondativa. I care, che si contrapponeva al me ne frego fascista. lo scrivevano i soldati americani che stavano risalendo l'italia, durante la liberazione dell'italia.
e mi curo poco che fossero americani e poi si è visto cosa possono arrivare a fare gli americani.
è il concetto. mi prendo cura. alzando lo sguardo verso l'altro, alle sue esigenze, alle sue necessità, a quello che dovrebbe essere giusto anche per lui. in questo caso sono le sorelle e fratelli italiane e italiani di ramy. se non ce la si fa tutti, ha tutto molto meno senso. e quindi è a tutti che la cittadinanza dovrebbe essere concessa - ius soli o culturae che sia. che è il sogno di ramy, di ciascuno di costoro. ma se dev'essere realtà, devono averne diritto tutti. non so se ramy lo avesse chiaro in testa. però lo ha intuito con una nitidezza adamantina: cittadinanza non è elargizione del potente, che quindi è per pochi, ma un principio che deve valere come istanza degli altri simili, di cui ha cura. I care.
chi è che continua a dire che, destra e sinistra, sono concetti superati?
ed a proposito concludo con qualche disclaimer per cose che mi si potrebbe confuare.
tipo.
  • che la sinistra ha smesso di fare la sinistra quando ha cominciato a pensare in primis ai diritti civili, dimenticandosi di quelli sociali e del mondo del lavoro. la risposta potrebbe essere che le due istanze non sono proprio antitetiche, anzi. è il contesto che in parte è cambiato. e che le istanze che la sinistra dovrebbe aver stampigliato nel centro della è l'attenzione verso il più debole, in una contrapposizione tra parti, con più o meno disparità tra di queste. che siano operai che lottano per una vita migliore, o che siano ragazzini italiani, ma senza aver qualcosa che lo certifichi;
  • che ramy ed adam, probabilmente, la cittadinanza loro la avranno. di fatto per meriti molto particolari. non tutti gli altri, per cui verrà [ancora] a mancare questo diritto. e quindi 'sticazzi a quello che egli ha dichiarato. sarebbe una confutazione stupida. perché l'istanza di quel diritto, non sta in capo a due ragazzini di tredici anni. ma nelle sensbilità e, in questo paese di peracottari spaventati dalla propaganda di un ministro babau, dal coraggio di quelli che dovrebbero essere classe dirigente politica. invece sono, nella maggior parte, un cortocircuito causa-effetto della peracottosità di questo paese con l'etica mediamente pezzottata;
potrebbero esserci ben altre confutazioni. ovvio. qualcuna ne avrei anche in mente. ma il post già si sta sbrodolando più del dovuto. mi picco pure l'arroganza di pensare che riuscirei a smontarle tutte, dal mio punto di vista, ovvio.
anche perché mi è abbastanza chiaro, e serenamente risoluto, di starmene dalla parte dell'idea che vorrebbe che ci si adoperi acciocché le disuguglianze, le possibilità vadano a ridursi, non accentuarsi. e me ne sto dalla parte dell'idea che ci si adoperi senza pensare che alcuni sì e alcuni no.
ed il fatto non sarà mai del tutto possibile [a guardarle nell'iperuranio] o che in italia, in questo momento, siano in pochi che possono garantire brandelli di 'sta cosa [a guardarla nella mediocrità politica italica] non significa che quell'idea non si possa provare a metterla in pratica, o starsene da quella parte. e che lo iato con il resto non si possa rimarcare.
qualcosa di sinistra, insomma.
ed è un bellissimo memento che ricordarmelo sia anche un regazzì di tredici anni, peraltro con una scaltra cazzimma mica da tutti. e non solo per aver chiamato con scaltrezza i carabinieri.
[e d'altro canto qual è per lui l'altro sogno? oltre la cittadinanza: quello di poter essere carabiniere.
appunto.
chiudere, citando il desiderio di essere carabiniere, un post su qualcosa di sinistra [secondo me], se non è un paradosso questo...
anche se poi sono i paradossi che, spesso, vanno a sistemare i tassellini del mosaico mirabolante].

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