Sunday, August 25, 2019

l'autocritica con l'amico lorenzo

e quindi niente.
col suo modo, tra il tagliente ed il perculante, l'amico lorenzo mi chiede di far autocritica.
ponendomi due domandine.
il contesto è quello della crisi di governo agostana, scatenata da quello là, l'eventuale sbocco della medesima, ed il come. altro piccolo elemento di contesto: l'amico lorenzo è il cinquantapercento dei  faivstarrrrrrrrre con cui interloquisco, per quanto con una certa accezione bizzarra del concetto di interloquire.
la prima domanda è sullo sbocco della crisi, cito: "convergenze parallele, o vuoi andare al voto? (Famme capì sticazzi)".
la risposta è semplice. io tanto se si vota, voto per qualcuno che perde. quindi sticazzi. [però vediamo se vi imparate come è da intendersi, nella correttezza semantica. nell'improbabile caso anche a beneficio dell'amico lorenzo]. nella prammatica del desiderata, mi basta che quello là stia lontano dal viminale. che colà è pericoloso, per tutti. faivstarrrrrrre compresi. per certi versi quasi più pericoloso che staresene a palazzo chigi.
la curiosità che mi sorge, amico lorenzo, è invece famme capì tu. nel senso che vorresti tornare a votare subito e prendere valangate di voti [cit.]? accordarsi col pidddddddddì [sì, ma il piddddddddddì, allora]? tornar nelle braccia di quello là? [ahhhhhhh, ma se ne gliene ha cantate  l'elevato a statista, in senato. se gliene ha cantate. un po' comodo farlo ora, ma tant'è].
che poi significa se vorresti raggiungere l'agognato risultato della maggioranza assoluta, così il moV non si dovrà alleare con nessuno.
oppure barcamensarsi tra le due opzioni, i due forni. che poi significa, nel migliore dei casi, essere dei dorotei democristiani de noartri. nel peggiore dei banalizzatori, con ben poca "grammatica istituzionale" [cit.]. se per i faivstarrrrrrrrre passare dai legaioli al pidddddddddì, significa solo cambiare dei ministri. senza aver nemmeno cominciato a pensare che, per un cambio di del genere, un qualche cenno di autocritica, di presa di coscienza, può aver senso se fa capolino. tanto la colpa è di quell'altro. tanto quel che conta solalmente è il faro che illumina [abbaglia, abbacina] è il mantra che gli italiani li hanno votati per cambiare il paese. quando si finisce per credere alla propria propaganda, i cazzi son lì dietro l'angolo. mentre si è dimentichi, o addirittura si ignora, l'inevitabile cambio di paradigma che comporterebbe passare da quell'alleato all'altro. discontinuità non è un vezzo radicalscìc del segretario di quel partito uno e trino che è il pidddddddì. è la condizione fondante di un accordo che non sia un qualcosa di pezzottato. che a sergio mica lo turlopini. sergio ci ha una cazzimma acccusssì, che in confronto si è un po' piscialetto se non si capisce 'sta cosa.
quello là, è stato dichiarato inaffidabile dieci giorni fa. per una questione forse più personale che politica. la ripicca è quella di provare ad accordarsi col piddddddddddì. solo che poi la rabbia - personale - svapora, ed il riflesso pavloviano eeeeeallllorailpiddddddì? torna a farsi più forte, quindi più ostativo. quindi meglio quello là. tanto più se cede sul nome del primo ministro: dopo il tracollo strategico di aprire una crisi ad minchiam, è il fio che gli tocca pagare.
che si voti o meno, tanto io perderò. si tratta solo di capire di quanto.
la seconda domanda è sui cinque punti del piddddddddì, precondizione per un accordo coi faivstarrrrre. naturalmente quelli del pidddddddì sono percularizzabili, all'ottantapercento. ma sono ormai cosa vecchia. visto che poi sono arrivati i dieci punti dei faivstarrrrrrrre [naturalmente puntuali, precisi, inequivocabili, irreprensibili, inattacabili]. poi i tre da retroscena del pidddddì, forse fatti retroscenare per far saltar tutto. poi da lì ho perso un po' il filo, considerato per gemmazione sia uscito un discreto florilegio di altri elenchi, sottoelenchi, commi, pre-pre-condizioni da parte di uno, dell'altro, dell'altro ancora.
questo, secondo me, smonta il senso della domanda. che i punti, raddoppiati, dimezzati, riassunti, servono solo a chiarire le proprie posizioni. il punto di partenza iniziale. da lì poi si media, magari non tutte, ma la maggior parte delle istanze. perché un accordo è sempre frutto di un compromesso, sempre. perculare quelle degli altri, e acclarare le proprie come pietre angolari significa non aver compreso il senso di fare un accordo. oppure continuare a credere nella propria propaganda primigenia: si fa come se si avesse la maggioranza assoluta dei parlamentari.
aggiungerei qualche considerazione a margine. visto che ci siamo userei un elenco di punti:
  • eviterei di usare il termine contratto [quell'altro, doveva essere depositato da un notaio. a proposito di propaganda];
  • in ambito europeo i faivstarrrrrrrre si sono allineati allo zeitgeist imperante. quando aggggggiggginuosssstro, nei mesi precedenti non ha smesso di dichiarare che dopo il ventiseimaggio sarebbe cambiato tutto, ahhhh, se sarebbe cambiato tutto. più che alla bce e draghi [che ci salverà di nuovo il culo] è alla commissione che si è allineato, inevitabilmente, il gialloverde del cambiamento. con tanto di - sacrosanto - vanto da parte dell'elevato a statista e del suo ministro dell'economia. si deve cambiare qualcosa? certo che sì. ma non lo fai con le dichiarazioni pompose pre-elettorali, lo puoi fare con l'autorevolezza che devi costruirti;
  • il taglio dei parlamentari mi appassiona fino ad un certo punto. la democrazia costa. mi piacerebbe pagare per qualcuno di competente. e non solo dei premibottone, come ci si è ridotti a fare negli ultimi quattro lustri. forse ancora di più nell'ultimo governo del cambiamento[peruncazzo]. ridurre il numero dei parlamentari significa cambiare la Costituzione, bisogna saperlo fare con cognizione. votai NO, l'ultima volta, proprio per questo. non è che mi senta così tranquillo siano in grado di farlo questo giro di giostra;
  • io non sono del piddddddddì. quindi sarebbe meglio non usare la seconda persona plurale come soggetto di un verbo riferito da cosechefailpiddddddddì. il pidddddddì mi è capitato di votarlo, a seconda del contesto. puntualizzo il distinguo perché, proprio perché di nessun partito, credo di poter lasciar agire più obiettiva la mia critica, e la mia autocritica. poi se si vuole continuare ad usare la seconda persona plurale, sticazzi. ma così continua ad acclararsi una certa distonia percettiva di oggettività;
  • il trattato di dublino è stato ratificato per l'italia dal governo berlusconi nel 2003. non dal piddddddddddddì. che debba essere cambiato mi pare lapalissiano. quello là, negli ultimi mesi, spesso è stato il grande assente alle varie riunioni dei ministri degli interni europei, anche per discutere della gestione del fenomeno migratorio. se ne stava a comiziare o in spiaggia. mi pare sia stato poco o per nulla stigmatizzato dagli alleati di governo, tranne nell'ultima seduta al senato [troppo comodo, appunto];
  • i dieci punti faivstarrrrrrre sono una bella elancazione di cose di buon senso. che potrebbero andar bene anche per quelli di forza italia, o i fascistelli di giorgetta. buon senso, che però non vuol dire semplice. sono una sfida a sciogliere i nodi della complessità del principio di realtà. ma per affrontare la complessità del principio di realtà, non basta la buona volontà, ci vuole competenza. ed anche di quella con i controfiocchi [avrei scritto controcoglioni, ma da radicalscìc buonista qual sono, è poco corretto politicamente, molto maschileggiante]. mediamente gli eletti faivstarrrrre sono, nel migliore dei casi, degli onestissimi scappati di casa. nel peggiore degli onestissimi spocchiosi [li sento ogni tanto in radio. in confronto di alcuni di questi, amico lorenzo, sei un pacato iscritto al partito liberale di metà anni sessanta]. io, in tutta serena sincerità e senza perculaggine, di questa capacità di agglomerare competenza ce ne vedo pochina [sono riusciti quasi a farmi cambiare idea sul tav, peddddddddire. che probabilmente è un'opera in effetti non utile]. credo sia significativa, e sintomatica, questa acredine maramaldeggiante verso i professoroni. che poi sarebbero persone competenti, solo che non la pensano come i faivstarrrrre. quindi in automatico in torto e da screditare. [lo fanno anche legaioli, ma la motiviazione, a parer mio è ancora più profonda, ed è cattiva coscienza: se non ce la fai ad essere come il secchione, sputtana la didattica, lo studio, la preparazione, la competenza]. non sarà un caso che professoroni li chiamava già il nanocoicapellidikevlar, la MEBoschi quando confutava chi criticava la sua riforma costituzionale [sic], e i gialloverdi del cambiamento. un bel filotto];
  • i decreti sicurezza sono pericolosi per tutti. faivstarrrrrre compresi. non è solo per biechezza delle norme anti-ong. è anche per le possibilità di manifestare il dissenso. le possibilità offerte ai prefetti. quei due decreti sono stati dei clamorosi abbassamento dei calzoni nei confronti di quello là. che minacciava la crisi. e poi tanto l'ha fatta uguale [sbagliando tutto, dopo, per fortuna];
  • ed a proposito di errori, la cosa paradossale è che la schizofrenia pidddddddddì, fa sembrare quelli seri i faivstttarrrrrrre, oltre che dar loro un vantaggio non indifferente. peddddddire quanto si sia capaci, da quelle parti, a farsi del male con inusitata abilità. non rimarrei così stupito, nel contempo, che la pochezza della classe dirigente faivstarrrrrre, faccia anch'essa qualche minchiata. e ridare fiato, contezza a pregnanza politica ancora a quelli là. anzi, se tornano assieme, - cafonata che non è così improbabile - sarà quasi una certezza, quand'anche, anzi forse soprattutto, ci fosse aggggggggiggggginuuuuostro a palazzo chigi.


della questione migratoria, per ora, lascerei perdere. un po' perché 'sto post è già logorroico di suo. un po' perché sono questioni che - probabilmente - stanno a monte del fatto tu sia faivstarrrrrrrrre, io di sinistra.
quel che tu chiami clandestini, per me sono persone.
punto.
faccio solo notare che il fenomeno migratorio sarà la cosa più complessa da gestire nei prossimi decenni, seconda sola al cambiamento climatico. cambiamento climatico che peraltro riverbererà dentro il fenomeno migratorio, come un camion che ribalta un intiero carico di sassi in uno stagno.
quella cosa lì è già in atto. pensare di gestirla coi porti chiusi o dichiarandoli clandestini significa aver già perso. magari ci può vincer le elezioni, per una o due volte. quando poi però il fenomeno travolgerà - soprattutto - le persone più deboli, i penultimi, i terzultimi, allora sì, sarà chiaro quanto si è stronzi ed inetti.

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