Thursday, March 17, 2016

gli sposalizi

sono stato, nuovamente, alla pinacoteca di brera. anzi, come direbbero in milanese imbruttito: sono stato in brera.

era gratis. eppure ogni volta mi stupisco del fatto che ci sono una trentina di sale da visitare, il tutto per eurI sei, diconsi sei. che è meno di un aperitivo, ma verosimilmente riempie l'anima, o quello che le si approssima meglio, in maniera molto più incantevole.

era gratis, anzi aggggratissse, poiché oggi inauguravano il confronto tra gli sposalizi. due "sposalizio della vergine", uno accanto all'altro: il maestro e l'allievo. segnatamente perugino e raffaello. stesso soggetto, quasi stessa ambientazione, [nel perugino la vergine è a destra, e poggia la mano sul ventre con quella delicata potenza di vita che solo le donne in cinta sanno fare. in raffaello la vergine è a destra]. l'idea è semplice: stessa stanza su pareti ortogonali, basta spostarsi un poco, o poco spostare lo sguardo per cogliere le differenze. maestro e allievo, stesso soggetto.

ed è come notare la differenza tra le figure piane e quelle tridimensionali. roba che dire "l'allievo ha superato il maestro" suona financo banale, nell'acclarare il devastante il salto in avanti. d'altro canto il maestro è un grande artista pre-raffaellita del quindicesimo secolo. l'allievo uno che fa da pietra miliare nella storia dell'arte. di quelli che c'è un prima e c'è un dopo di lui.

stesso soggetto, quasi stessa ambientazione. ma è bastato allargare lo sguardo, rendere più profonda la scena, alzare un poco il punto di ripresa. ed è come se al quadro dell'allievo mancasse giusto l'afflato del respirar dei personaggi rappresentati. è quasi imbarazzante osservare come evolva il concetto di rappresentazione pittorica da una pittore all'altro, un a bottega dall'altro. una cosa che dici "uau!". un po' per l'idea, semplice, di metterli a confronto, uno a fianco all'altro, che basta spostar di poco lo sguardo. e mi sono pure provato ad immaginare cosa deve esser stato allora. se oggi, di corsa dopo il lavoro, tre sale di fila [interessante, a proposito, la mora, capelli lunghi e lisci che se ne stava sola in coda pure lei, con la sua sciantosità da donna raffinata]. oggi che abbiamo depositate sulla retina cinque secoli di arte figurativa in più e tutte le evoluzioni e meta esplosioni nel rappresentare la realtà o quello che intuiamo sia. e dici uau, oggi. cosa deve essere stato allora, ad avere il privilegio di vedere quanto era stato gettato in avanti il concetto di stato dell'arte. osservare raffaello che, bam, realizza quella cosa lì, e prima una cosa così non c'era stata. che viene da chiedersi come mai i personaggi non respirino. la vertigine che deve essersi provata, allora, che si era al limite più avanzato del modo di dipingere e di rappresentare le realtà immaginifica di una scena. o se e come hanno avuto la percezione di veder fondato un novo modo di dipingere.

tutte queste cose qui.

sarebbe bello smettere di andarci da solo, in brera. o andar oltre la [piacevole] compagnia di colleghi o ecs colleghi. gente che apprezza, neh? quindi con una certa affinità al mio disio di inalarmi questo, oltre che il solo aperitivo.
bello, certo.
ecco.
però.
come dire.
andar un po' oltre questo.

tutto qui.

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