Friday, October 17, 2025

ronzinante

in questi giorni la radio è in campagna abbonamenti [abbonatevi]. che significa, tra l'altro, che il palinsesto è rivoluzionato, manco l'ottobre rosso del 1917. e le trasmissioni sono una shakerata di coppie improbabili di conduttrici e conduttori. provano a convincere scrocconi che ascoltano senza essere abbonati, appunto, ad abbonarsi [è il caso che vi abboniate]. i microfoni sono aperti. e partecipano tutti. anche i già abbonati, ovvio. ed è bello ascoltare quelli nuovi che l'annunciano: l'ho fatto. è tutto molto conviviale, da comunità di ascoltatrici e ascoltatori, molto radiopopolare. è un interessantissimo caos creativo, tra il cazzaro ed il serissimo. spesso il tema della conduzione nasce per caso. un continuo ping-pong con chi ascolta. [e comunque l'abbonamento è cosa buona et giusta].

stamani ero in ufficio. alle 09:00 va in onda il bacchetta in coppia con non ho capito bene chi - nuovo, mai sentito prima. l'abbonaggio col bacchetta è interessante tanto quanto il suo tutto scorre. in abbonaggio diventa un po' perculante, un po' auto-ironico, un po' dal ragionamento finissimo. bel mics. [come si fa a non abbonarsi quando c'è questo bacchetta, così]. mentre lavoro provo ad ascoltare tratti di conduzione, poi mi chiamano per quello, mi chiedono quest'altro, mi contattano per dei bei pezzi e rognette. insomma. seguo poco la conduzione. capisco solo che stanno cercando il nome per la nuova bicicletta scattante dell'altro conduttore. nel mentre arrivano anche nuovi abbonamenti [abbonatevi].

ad un certo punto, tra messaggi, chiamate, mail spunta ronzinante. per il nome della bicicletta intendo. 

ronzinante.

ronzinante, non mi è nuova. deve averla usata qualcuno, da qualche parte. non mi sovviene chi e dove. così ci pensa il bacchetta a chiarire il dubbio. prima fa partire un brano, che sembra siano due. poi chiude un po' di applicativi sul computer della conduzione [così si autodenunciò]. poi, dopo qualche attimo, fa partire il brano.

lo riconosco subito. ecco dov'era ronzinante. nel don chisciotte. la mia ignoranza è sconfinata. e lo ricordavo dalla canzone del guccio. brano dell'ultima parte del suo repertorio. che ho amato quasi sperticandomi, quella canzone intendo. che cantavo a squarciagola ormai lustri fa. sognando addirittura di farlo in duetto con qualcuno, su di un palco. cose così. canzone pazzesca. canzone bellissima. canzone di uno che quel romanzo deve averlo introiettato, come le preghiere quando vai all'asilo dalle suore. canzone con dei versi che son ricami elegantissimi. canzone con una trama musicale ed un crescendo dell'arrangiamento, della tonalità, che è un vortice, come il pathos ascendente del testo.

canzone che avevo rimosso. il pathos del senso di quell'epica annebbiato, scolorito. e non è solo la mancanza degli inibitori dei ricaptatori serotoninergici. è proprio il senso che mi manca. figurarsi uno scopo. roba così.

e quindi ho interrotto quel che stavo facendo, per godermi il momento. la canzone a sciorinare i suoi versi, le sue note. ogni tanto rientravano a parlarci sopra - è pur sempre una conduzione di abbonaggio [perché bisogna abbonarsi]. nuove proposte per il nome della bici che al fin si chiamerà bella cià. intanto si capiva che il bacchetta voleva proprio ascoltarsela quella canzone. come volevo farlo io. e quindi via, abbassa i microfoni di conduzione, il la al crescendo del brano.

ascoltavo ad occhi chiusi. ascoltavo. e di colpo mi è tornato in mente perché adoravo quella canzone. quell'insopprimibile voglia, necessità, tensione di averci sul culo l'ingiustizia. pensando a quanto sia - se possibile - ancora più attuale oggi, rispetto a venticinque anni fa. ora che sembra valga tutto e non sembra vedersi un tappo, in fondo al pozzo delle cose che possono andar peggio. ora che ancora più evidente che "il potere è l'immondizia della storia degli umani", e chissà cos'altro potrebbe ancora inquinare, intossicare, avvelenare.

ascoltando, pelle d'oca, quasi un mezzo magone, è come se si fosse acceso un lumicino. un senso, se non uno scopo, come quello di non arrendersi e "farsi umili ed accettare che sia questa la realtà". avercelo dentro, come elemento fondante, sputare il cuore in faccia all'ingiustizia, le storture del mondo. mica non lo so che continuerò a vederle, leggerle, ascoltare di tutto questo. mica non lo so che non evitare di leggerle, ascoltarle, non ignorarle contribuisce ad aver bisogno degli inibitori dei ricaptatori. mica non lo so che passerò oltre, come un potenziale sancho panza de noartri. ma il punto è che posso esser portatore di quell'istanza. insieme a tutta una fottia di consimili, che 'sta cosa ce l'hanno dentro da secoli. e che continuerà per altri secoli ben dopo di noi, della radio, del bacchetta e dei don chisciotte contemporanei. un anelito insopprimibile. dentro in quel flusso in cui transita un pezzo di umanità. ci si può sentire parte di qualcosa che, appunto, ha uno scopo che ci trascende. nell'immanenza delle cattiverie umane. quelle piccole noiose e fastidiose. quelle che generano gli abomini.

sono stati attimi radiofonici musicali in cui è come se ci fosse stato un click. come a fermarsi nel mentre si scava la buchetta, alzar il muso ad annusare lo sguardo di quel che c'è fuori. roba così, di colpo. attorno alle 10:20 di questo venerdì. sarà stata pure la minima densità plasmatica degli inibitori. sarà stata la musica ed i versi del guccio. sarà  stato che il bacchetta proprio si capiva che voleva far[se]la ascoltare fino in fondo quella canzone.

però, quell'attimo, è stato davvero bello. rincuorante.

il finale da sceneggiatura sarebbe stato: io che mando un messaggio [mai chiamato in diretta], raccontando dell'emozione della canzone e, ringraziando il bacchetta, annuncio di un abbonamento sospeso o dell'ennesimo ritocco al mio di abbonamento. ma ero troppo assorto e stordito da quel piccolo riverbero. osservavo il monitor del piccì quasi in trance. ma meno di-sperante. ero lì ma in quel momento ero altrove. e poi il bacchetta ha salutato tutte e tutti. conduzione terminata. sotto altri due.la campagna abbonamenti continua.

[ed in ogni caso, abbonatevi. per una informazione [di altissima qualità] libera da padroni e condizionamenti editoriali].

[e comunque mica detto che l'abbonamento sospeso non lo faccia ugualmente...] 

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