Tuesday, November 3, 2015

"vedi cara" ed il problema del mio amico itsoh con alcuni cantautori italiani, tra cui guccini

[premessa: non ho riletto, sono assonnato.i refusi potrebbero vincere]

io voglio bene al mio amico itsoh. è una persona intelligente, che spesso fa considerazioni e pensieri che vorrei saper far io.

ogni tanto non sono d'accordo con lui. ultimamente capita più spesso di prima. per quanto rimanga sempre una cosa positiva: è un pungulo intellettivo interessante confutare [alcune] sue considerazioni prese di posizione. ad esempio sul nostro imperatore del consiglio. probabilmente sparerei decisamente più spesso e più veneficamente contro di lui. non lo faccio anche per rispetto al mio amico itsoh. ma non è dell'imperatore del consiglio che volevo parlare. figurarsi.

bensì di un post che l'amico itosh ha fatto qualche giorno fa, su feisbuch [lui pubblica molto. è diventato una sorta di blog centellinato. i suoi post e i suoi steitusapppdeit - che leggo sempre volentieri e he cerco tra le millemila stronzate che riempiono il mio fiiddd - sono la quintessenza postica di quelle che faceva sul suo bloggghe. anche di questo mi son chiesto: io colà pubblico poco nulla. quasi non volessi condividere urbietorbifeisbucchianamente i miei nevrotici tic logorroici. ma tenessi refusi ed esalazioni per questo luogo riservato ed un po' carbonaro]. insomma. dovreste andar sulla sua pagina feisbuch e cercare le considerazioni su "vedi cara", una canzone gucciniana non proprio degli ultimi album.

posto che a me quella canzone piace fino ad un certo punto. è pur sempre una canzone particolare, tra il risentito-melanconico del guccio. cosa che peraltro gli riesce bene. anche se, personalmente preferisco "quattro stracci" ed il suo "casta che sogna d'esser puttana".

insomma. pur sperando di non fargli torto nell'estrema sintesi di quel post, egli prende un po' a critica l'essenza musical-arrangistica di quella canzone. e ne fa sineddoche di un certo approccio essenzialistica della musica d'autore italiana di un certo periodo. metonimizzato dal guccio.

non sono del tutto d'accordo.

essenzialmente perché si esula [quasi] del tutto da un contesto. e quel contesto diventa quasi essenza. e discolarsi da quel contesto è come se deformasse il punto di vista di questo momento. pure troppo. "vedi cara" è tutto tranne che un capolavoro, a mio modo di vedere. diventa ancor meno interessante se la prendiamo - oggi, 2015 - nella registrazione di miGlioni di album fa. e non foss'altro per il fatto che nel mentre ci siamo cambiati pure noi. magari financo infighettati. che non è di per sé un problema, anzi. è che aumenta lo iato tra l'infrastruttura di quando quella canzone è stata scritta e quello che, verosimilmente, ci attendiamo oggi. e ascoltandola oggi funziona con fatica. tanto più se la canzone è tutto tranne che un capolavoro, a mio modo di vedere.

faccio qualche esempio, relative ad altre arti che l'amico itsoh conosce [meglio di me].

se guardo "orizzonti di gloria" io capisco sia l'opera di un genio cinematografico. ma fatico a non trovar tremendamente più terrificamente bello "full metal jacket". ed intuisco che "eyes wide shut" è un passo ulteriore di uno che era già genio 45 anni prima, ma con 45 anni di esperienza lo è con 45 anni di affinamento. come si affina la grappa nelle botti di rovere [?].

e non solo.

l'evoluzione complessiva delle cinematografia mi ha abituato a gustarmi alcune cose. si diventa di palati sempre più fini. la tecnica evolve. e quindi mi aspetto declinazioni sempre più raffinate della genialità, che pesca a piene mani da questo.

"vedi cara" ha un arrangiamento che fa cacare. perché allora, in quel periodo, quel particolare mainstream di maniera badava ad un'essenzialità esagerata. forse reazione ai barocchismi del sistema dello status quo. d'altro canto la contro-reazione anni ottanta rimpinza come foie gras di suoni plasticosi e neo-barocchi quel che si produceva.  un po' perché bisognava prender le misure degli strumenti sintetici da usare. un po' per distaccarsi dalla spartaneria - financo bruttina, suvvia - dell'eskimo per arrivar lunghi alle camicie con le spalline pompose, i ginz rivoltati e pomposità kitch similari.

e poi, non dimentichiamocelo, si cambia. se penso alla venerazione che avevo per quel paraculo di fazio, fino a nemmeno un lustro fa - nevrosi per la sua autrice a parte. se penso a certi abbagli politico-intellettuali che mi son preso fino all'altro ieri. se penso ai piedistalli su cui ho innalzato persone e cose. e forse anche l'impellente necessità di scrivere su millemilaminchiate. da qui millemila post.

ora, personalmente, vado per riduzionismo. e, nemmeno troppo paradossalmente, sto andando verso una [temporanea] essenza. per quanto molto più raffinata, di nuovo come fosse una specie di barrique esistenziale. certo, mica cambia per forza tutto. alcune idee, alcune intuizioni, alcune cinestesie, alcune amicizie, alcune esigenze, si rinnovano periodicamente per scoprirsi sempre le medesime. così come alcune idiosincrasie [tipo per un certo modo di intendere la politica e la premiership], ovvio.

tra le costanti rinnovate sono c'è l'amico itsoh, ovvio. anche se alcuni suoi politici mi fanno decisamenre dubitare.

oppure altre cose. che ne so, ad esempio, "il pescatore" fatta con la sola chitarra in versione originale ha la sua medesima pelle d'oca. ma con l'arrangiamento pfm - 35 anni e non sentirli - è pure più fica.

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