Thursday, September 27, 2018

il primo franzen e le tette della libraia

oggi ha riaperto la libreria centofiori.
quando apre una libreria credo sia - più o meno sempre - un bel giorno.
c'ero stato, qualche tempo fa, non ricordo esattissimamente cosa presentavano quel giorno. ma ho come il vago sospetto - che peraltro mi è sovvenuto in questo preciso momento, mentre scrivo, giuringiurello - che in quel periodo stessi leggendo "le correzioni". quindi si tratta di tardo ottobre 2013. un periodo di transizione. come il passaggio all'autunno più duro. quello che la luce ormai latita, ma è ancora lungo da arrivare al nodo minimo delle albe e tramonti vicini. insomma. quel periodo un po' di merda lì - dal punto di vista della stagione, ovvio.
comunque.
c'ero stato in quella libreria. e la libreria aveva chiuso qualche mese fa, e mi ero perso la notizia.
oggi ha riaperto.
poi vabbhé. tra chi riapre c'è uno un ex feltrinelli di piazza piemonte, forse la più fighetta di tutte. quindi riaprono personaggi di un certo mood della milano di un certo tipo. che però - cazzo, cazzo, cazzo - un po' mi titilla e che sento vorrei esserci un po' dentro lì. e non solo - certo non solo, anzi - per i fenotipi femminili che possono appartenervici. roba per nulla nazionalpopolare, in generale, mica i fenotipi femminili. roba per nulla siamo gente che sta in periferia. roba che è in certi contesti, più o meno culturali. ma non proprio del popolo. roba che credo diventi difficile entrarci con la scala sociale. specie per un orso intimidito come me - soprattutto senza nemmeno un calice di vino vellicato. specie in italia. nonostante milano.
quindi non sarà stato proprio un caso che ad un certo punto è spuntato il sindaco. in maniera formale e privata. ma se il cazzo di sindaco fa capolino all'inaugurazione di una libreria indipendente, e nemmeno così enorme, beh. sì. insomma. non lo gestiscono dei nazionalpopolari.
quindi non sarà proprio un caso che, ad un certo punto, è spuntato uno che mi son detto: cazzo, ma quello lo conosco. dov'è che l'ho già visto? sarà in qualche evento simile. però ho anche la sensazione sia pure un minimo famoso. e poi alla fine era gaetano liguori. non sapete chi è gaetano liguori? beh. si vive uguale. però al pianoforte son vaibrescion che levete. compagno, neh? ma probabilmente con l'attico da qualche parte in centro.
vabbhé.
comunque.
ho bevuto. ho mangiucchiato. e poi mi son chiesto se da qualche parte ci fosse franzen. quindi ho cercato per autore, sezione narrativa. e li ho trovati.
c'erano i tre più celebri. libertà, purity, le correzioni. in questo ordine. da sinistra a destra. e nel senso che erano proprio tre volumi tre.
al che mi son detto: però, cazzo, voglio essere il primo che compra un libro di franzen nella nuova gestione. son piccole cose da maschio per nulla alfa-dominante. e così ho fatto.
mi son messo in fila alla cassa - con molte sovrastrutture ormai sciolte nei calici di vino - quando è venuto il mio turno, brillantemente, ho esclamato: chissà se questo è il primo franzen venduto in questa nuova vita della libreria. e porgo la copia de "le correzioni". la commessa libraia mi ha guardato, sorridendo con le sua arcata superiore quel filo pronunciata [eufemismo] per poi riempiermi di soddisfazione sostenendo: direi che sì è proprio il primo franzen che vendiamo, e d'altro canto questo è il più bello che ha scritto.
son piccole gioie.
nel mentre si è chinata sul registratore di cassa, nonché aggeggio per la carta di credito, spalancandomi, inevitabile, la visione del suo decoltè. nulla di particolarmente eclatante. però senza lasciar quasi nulla all'immaginazione. si è visto quasi tutto. verosimilmente i capezzoli conici. verosimilmente, perché un po' per rispetto non ho voluto confermarmi con ineccepibilità oftalmica, un po' per l'illuminazione non del tutto favorevole. insomma non ho la certezza di averli visti distinti. ma ho idea ci fossero tutte le condizioni, considerato l'approccio lasco del maglioncino e del reggiseno.
roba che sarebbe stata stigmatizzata dai coniugi anziani delle correzioni [cosa che invece mi avrebbe invitato a fare uno dei tratti, desiderevoli e forse un po' ossessivi, di questo periodo].
roba da portare al di qua della deviazione secondo gli stilemi della buona borghesia.
roba da correggere, insomma.
la cosa interessante è la riottosità inevitabile a quelle correzioni. per incroci banali nel mio caso, in milionesimi. per la maestria di franzen nel raccontare la reazione - anti-correttiva - dei figli di quei coniugi [la foto di copertina è un capolavoro di sintesi cinestesica di quella riottosità, che costa anche una cazzo di fatica e un muso lungo].
le correzioni.
avvengono. ma non è mica detto che riescano.
[peraltro, per una certa coerenza, quel libro, quel primo franzen della nuova libreria, lo regalerò, a breve. mi lego a questi piccoli episodi qui, io. ed ho il vago sospetto che sia anche per questo che non concludo una beata minchia. non è roba da maschi alfa-dominanti.]

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