Tuesday, March 8, 2022

di guerre e di donne

la guerra è una catena montuosa di merda.

è quel groppo intorcigliato e ingarbugliato che dipana, intorcigliandole ulteriormente, le logiche e le coerenze. è quell'ammasso di piani sghembi, inclinati e pieni di bozzi, dove il pensiero, qualunque parte lo sposti pende tutto il resto, si sbilancia, si ribalta. è il campo di melma dove affondi e i passi si fanno lenti, pesanti, in cui ciascuno costa la fatica di tutti quelli venuti prima. è lo spazio dove l'umano sembra evaporato da un'altra parte, che non si trova più, che non si sa se esiste ancora: dove si pensa chissà se sia mai esistito.

certo. per me, per noi con il culo al caldo, al sicuro e poggiato su morbide sedie con l'impronta delle nostre natiche. giusto solo un po' più scossi e provati. quella cosa che chi scappa dai colpi di mortaio, chi gli scoppiano le bombe sopra i rifugi, chi avrà fame, sete, freddo, paura, ci direbbero: ma vedidianterteneaffffanculo, con le tue psicoippe della minchia, che io non so se sarò vivo tra un attimo, domani, tra una settimana. e tutto quello in cui dovrò passare in mezzo.

la guerra è una dorsale oceanica di merda.

che deflagra quel riflesso pavloviano che ci tocca così tanto perché così vicino. e un po' ci dà fastidio a scoprirci così. mentre forse è qualcosa solo istintuale. però non può non rilucere quella contraddizione che ci ricorda quanto è istintuale essere stronzi. con tutte le guerre, le angherie, le sofferenze delle umani genti, ora, un po' in molto orbo terracqueo, mentre psicopipponizzo su di un blogghettino.

la guerra è una placca continentale di merda.

che fa parte della nostra natura. che è il modo più definitivo che abbiamo per declinare i conflitti. ma che sembra inespuntabile da quello che siamo.

però forse ad essere inespuntabile è il conflitto. che è  connaturato al nostro vivere. 'ché di conflitti siamo pieni fin dentro il nostro essere, che sappiamo o non sappiamo. e non esiste solo la guerra per dirimerli o gestirli.

che poi. quel modo di affrontarli e far finta di risolverli sono cose che hanno da sempre stabilito i maschi. che va bene la fisiologia e l'anatomia a poter sviluppare più cavalli vapore: fasce muscolari, capacità aerobiche, flussi sanguigni più sviluppati. ma forse è l'idea che, dirimere le questioni e le controversie con la violenza, fosse l'ovvia conseguenza a dar lucore all'essere panspermici conquistatori di femmine, dove è il più forte ad accoppiarsi. una questione di testosterone, insomma.

il petto impettito a dimostrare di essere più forti dell'avvesario. testa bassa con corna o meno ad attaccare il rivale. come nel mondo animale, come un esemplare di maschio qualsiasi. poi, presa la clava kubrikiana, non si è più scimmie. però si comincia ad ammazzare il prossimo.

è la guerra bellezza. un'inequivocabile pangea di merda.

le donne non sarebbero così coglione. forse più spietate - è il conflitto a connaturarci, non la necessità di risolverla con una guerra - ma non così coglione.

la donna è colei che dà la vita. e non è solo una questione di programmazione anatomico-fisiologica. figurarsi. è capacità di accoglierla in principio nella sua intelligenza più profonda e sconosciuta. che magari saranno poi neuro-intermediatori che si attivano al momento opportuno. però lo fanno su una struttura che è capace di far germogliare tutto questo. che poi esistono donne coglione per altri punti di vista e stupidissime. così come quella possibilità di dare la vita riluce anche se una donna non diventerà mai madre. né mostrerà mai questo spiccato senso materno.

è il concetto di quella peculiarità anche solo in potenza. e questo che cambia il paradigma. è questo che potrebbe cambiare il mondo. perché quello che abbiamo costruito fino ad ora risente in maniera importante, determinante, dell'approccio del maschio. che è stato dominante nei secoli dei secoli. per millemila motivi. e forse non è solo la questione che fuori dalla caverna ci andava lui a cacciare, perché più predisposto dalle sue fasce muscolari et alter. è che di quell'altra intelligenza delle donne lo si è sempre saputa, giù nel profondo. ed un po' spaventava. e quindi è stato più comodo, e rassicurante trovar la scusa del fatto del cacciar fuori dalla caverna, della predisposizione a dover usare la forza fisica per sopravvivere. e del fatto di far la guerra. donna: stattene in disparte, che sennò mi sa ci soverchi. meglio inventare secoli, millenni, gazziGlioni di società di patriarcati.

e già che ci siamo, facciamo la guerra.

se comandassero molto più le donne, ci sarebbe molto meno testosterone a corredo dei vertici e gli incontri diplomatici. nessuna esigenza di predominanza fallica, per dimostrare chie ce l'ha più lungo o più duro. e se gli uomini riscoprissero e valorizzasero un po' del loro lato femminile ci sarebbero meno conflitti con la parte maschile [giustamente] incazzata di molte donne consapevoli. [per quanto creda che quella parte incazzata sia pure l'elemento più critico. ma non divagherei, ora].

se comandassero molto più le donne il senso di ascolto e di accoglienza sarebbe più marcato e istintivo. la trasposizione emotiva di come le donne accolgono i maschi dentro di loro. la capacità empatica che permette loro di comunicare con esseri che utilizzano altri piani ed altre modalità.

è chiaro che così avrebbe [ancora] meno senso il farsi la guerra. i conflitti di possono dirimere con altre modalità.

ovvio che cambierebbe il paradigma. ovvio che cambierebbe il mondo.

ovvio che il maschio tutto questo un po' lo tema. che lo sa, nel profondo, che è solo un po' più forte fisicamente e fondamentalmente panspermico. e che mediamente sarebbe surclassato. per questo ha sempre fatto la guerra. per convincersi del contrario. ed un po' farla a loro. vuoi mica che cambino il paradigma, quindi lo status quo?

comandassero un po' di più le donne, staremmo tutti meglio. tutti. forse pure i maschi alfa. che se fossero un più attenti alla parte femminile pure i maschi, ci sarebbe molto meno testosterone in giro. è roba che da alla testa.

[maschio alfa che poi non sono esattamente. ma che forse è addirittura meglio così. certo. scopato poco ed effetti collaterali di rimando. ma è un'altra questione, quella].

buon lottomarzo. fate bene ad essere incazzate. anche se con Voi ci sarebbero molte meno guerre. [ma non cercate di emulare i maschi, nell'incazzo. sarebbe oltremodo deletereo.]

 



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