Friday, April 18, 2025

agnelli

agnelli, nel senso di sacrificali. che poi basta spostare un accento. piano: sacrificàli. oppure bisdrucciolo: sacrìficali. o forse no. è lo stesso. agnelli sacrificàli come l'agnello che si dona ai suoi aguzzini. però vale anche l'altro. agnelli, sacrìficali. un'esortazione. che tanto ci pensa lo scorrere delle notizie, sempre non le si ignori. sempre trovino ospitalità nell'elenco di quelle che ci danno.

sacrificàli, che fa molto venerdì santo. sacrìficali che fa molto gente spazzata via. le zone son ben più o meno quelle. sante, per alcuni. che di santo non hanno un beato cazzo. per molti altri. figurarsi per chi quella terra è tutta una distesa buche, macerie, distruzione, devastazione. e dolore. e fame e sete. chissà se e come l'ha voluto il dio che tirano in mezzo. dei dii che si sentiranno strattonati. posto che un dio possa sentirsi così. anche in quel caso, il dio o i dii, tutto piuttosto collegato. solo questioni di tempi e di interpretazioni. e di libri che si vogliono sacri. declinazioni diverse. una discreta fascinazione per il sacrificio. l'agnello funziona bene. così inerme, così placido, così plasticamente adatto al sacrificio. non c'è bisogno nemmeno di accanirsi. si toglierebbe centralità al sacrificio.

decine di migliaia di sacrificàti. cinquanta, sessanta, forse il doppio. tutto con la placida indifferenza dei quasi tutti. non è nemmeno perché siamo solo cinici, e guardiamo dall'altra parte. tipo quando si sacrifica l'agnello. tipo come se i mattatoi fossero fatti di vetrate, quanti vegetariani in più. 

agnelli sacrificàli, che coinvolgono come si ascoltano i riti pasquali del venerdì. quello dove l'agnello si consegna ai suoi aguzzini. grande dolore e tormento per il figlio dell'uomo. la leggono, ci passa oltre. oppure l'agnello del sacrificio la notte di pèsach. con il cui sangue segnare l'architrave, così l'angelo della morte non entrerà in quella casa. una delle letture presente nella madre di tutte le veglie, domani sera.

stesso coinvolgimento.

mentre a migliaia vengono spazzati via. ormai talmente tanti che ci si è corazzati, emotivamente. per non farci coinvolgere. e quindi sacrìficali. come se ormai non fosse altro cosa che capita. come la lettura della passione, ad ogni triduo pasquale.

in quel fazzoletto martoriato è venerdì di passione ogni attimo. chissà quale dio approverebbe tutto questo. posto esista un dio, al netto possa essere così stronzo.

per alcuni riservisti dell'esercito e dell'aviazione della stella di davide ormai è troppo. si stanno rifiutando. obiettano. non vogliono più essere loro il braccio del sacrificio. ricorda il soldato del girotondo del faber. "ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà". 

salverà, rifiuterà. tutto al tempo futuro. mica adesso. già.

e chissà quanto servirà. per esserci abbastanza soldati che non vogliono più il sacrificio. per averne abbastanza di agnelli sacrificàli, per obbligarci ad obbligarli a dire basta. 

quanto tempo occorrerà? 

finiranno prima i soldati che vorranno adoperarlo, il sacrificio?

finirà prima la corazza della nostra indifferenza, al sacrificio? 

oppure finiranno prima gli agnelli, per il sacrificio? 

e sarà questo il senso de: tutto è compiuto? [peraltro così lontano da quello del venerdì santo. ma d'altro canto qui non c'è resurrezione. non vale la terza trova di dio è morto.]

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