Tuesday, December 25, 2018

piccolo post veloce /5 - natalifero [anche se è un po' lungo]

ieri pomeriggio sono uscito, apposta, per immergermi nel bailamme conformista del natale. ho scattato foto volutamente un po' kitch. "natale, nun te temo", ho quindi socializzato sul feisbuch.
che poi è una specie di prosecutio del post di ieri, in declinazione natalifera.
vivo sensazioni di rasserenante garrulità come non accadeva da millemiGlioni di attimi. e, paradossalmente ma non troppo, proprio oggi ho avuto percezione di come tutto questo aiuti a contenere, ri-assorbire, neutralizzare gli incazzi percepiti nemmeno troppo sotto pelle di alcune istanze di là dentro. che oggi, nelle quiete del posto lavorativo mezzo deserto, sembravano acclararsi più intenso.
quasi una cosa del tipo: fanculo il natale. anzi, sono ancora più incazzato, specie perché siamo proprio a natale.
in effetti c'è da merivliarsi fino ad un certo punto.
forse perché è maggiore lo iato. tra quello che è più o meno indotto dal mainstream, e recuperato dalla nostra testolina bimba, e la percezione di quanto può sembrare incasinato e fottutamente poco garrulo il divenire.
magari anche per qualcosa di puntuale, di un passaggio che capita proprio in questo periodo, in questi giorni.
natale nun te temo, anche perché - con mooooooooooooolta fatica e lavoro - ho recuperato da un fuori asse che a tratti rendeva iperbolico, a tratti ellittico, il tutto. però 'sta sera, mi trovo con una specie di nostalgia per non bene cosa, come quando il cielo - d'inverno - non è azzurro, ma il grigio non l'ha ancora spuntata. o forse non è stato ancora fatto recedere dall'azzurro.
una malinconia lontana, come l'eco delle tristezze che percepisco vicine nelle sintonie affettive, perché acme di questi giorni, o si propagarranno nella vita a venire. che però, fottuto natale, fottono riverberando un po' di più. l'amico daniele, l'amichetta ilaria.
l'eco di ingiustizie troppo più grandi di noi, tra le millemila, tipo i fatti di battir, l'irrazionale incazzatura media che sembra aver intorcigliato le corde vive emotive di sempre più persone. la banalità intellettuale che si fa vanto e cifra stilistica che pare divenire irrimediabile.
fottuto natale.
che questa solitudine quasi ontologica, da rassicurante, proprio in 'sto sembra mostrarmi un ghigno un po' perculante. una cosa del tipo: abbiamo deciso di andar d'accordo, tu ed io, occhei; però lasciami prenderti un po' per il culo, in questi giorni.

per quanto, intuisco se chiudo gli occhi, come la presenza di un qualcosa al di là del portone. tipo la rasserenante garrulità. o tipo del cielo grigio 'ché ancora non ha recesso del tutto all'azzurro. che non sono nuvole, ma una specie di velatura madreperlacea.
e sono quelle situaizoni dove può addirittura spuntare un arcobaleno.
le rifrazioni sulle goccioline di vapor acqueo di raggi solari. per quanto chisssssssnefotte di cos'è in realtà. è comunque arcobaleno.
augurarlo, specie qualcuno tra i quasi tanti, ha un non so che di pelosamente apotropaico. eviterei.
non lo auguro, quindi.
so che intuiranno la presenza al di là del portone.
[non si direbbe, ma potrebbe anche essere un post natalifero].

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