Sunday, May 3, 2020

considerazioni non assembrate /19: particolarismi puntodivistici sulla frustrazione pre-fase due

il mio amico itsoh è sempre titillo importante. [anche] per questo gli voglio bene. per quanto spesso mi faccia un po' incazzare. per quanto ultimamente abbia la sensazione di dargli più che altro fastidio [ma forse sono le paranoie mie. acuite dallo zeitgeist claustrale [anche se potevo scrivere più facile: clausura]].
ho letto il suo ultimo titillo postico. che mi spiace non poter condividere qui. ed ho pensato a quanto possa essere localizzato, personalizzato, ombelicale, relativizzata la frustrazione. su cui ragiono parecchio parimenti [cito] "Meditando provo ad analizzare la mia frustrazione che credo, spero, sia comune a tanti (pena il rinunciare alla speranza, il che non è mai un bene).".
l'amico itsoh non vive in italia. però siccome è persona sensibile non gli viene di non pensarci al suo paese natale. per quant [cito] "A parziale, minima, pallida consolazione, il fatto di non vivere più in Italia; consolazione magrissima, secca secca, arida."
l'amico itsoh, da lì in avanti, parte con la sua cifra stilistica importante, graffiante, sarcastica, urticante. che siccome è bravo usa con maestria, per far rilucere il suo punto di vista, e scaricare lì la [sua] frustrazione. a partire dal denunciare [cito] "questa pantomima istituzional-governativa".
ecco. l'amico itsoh appunto non vive in italia. di più. non vive in lombardia. di più. non vive a milano.
e quindi, ribadendo quello che già blatero da parecchi post, questa cosa si percepisce ben bene. senza che questo implichi un qualsivoglia elmento giudicante, ovvio. ma si percepisce.
mica per altro, perché in questo momento, ora, è decisamente più preoccupante e frustrante quello che succederà qui, anche e soprattutto per gli effetti pragmatici della regione. su quello che verrà nei prossimi giorni. per come si sarà pronti - eventualmente - ad intercettare gli effetti che ne sarà di questa fase uno.punto.uno, più che fase due. però un sacco di gente ricomincerà a lavorare. perché non si può fare altrimenti - dicono. e soprattutto perché un sacco di millemila istanze, 'sti fenomeni regionali - di cui hanno pertinenza - paiono essersele un po' perse qua e là. se non ignorate colpevolmente.
e questi effetti pragmatici, disarticolati su quello che - mi pare - si stia anche improvvisando, mi paiono ben più pericolosi dell'elencazione, retoricamente scritta benissimo, dell'amico itsoh. qui et ora.
non vorrei farla semplice, o troppo retorico, né far processo alle intenzioni. ma se devo sentirmi tranquillo perché la lombardia è pronta, tipo qui sotto, allora per un cazzo mi sento tranquillo.


poi può essere benissimo che a me stia più sui coglioni il potere costituito regionale, piuttosto che giuseppIfossette. per quanto giuseppIfossette, ed il cucuzzaro, mi fa tutt'altro che impazzire. [e poi uno ha le proprie classifiche di starsuicoglionamento].
poi può essere benissimo che l'analisi della mia frustrazione sia più banale della sua [sicuramente la cifra stilistica è usata meno bene].
poi può essere benissimo che non veda così prossimo il rischio di social-fascismo adveniente né sia oltre il livello di pericolosità ferale [cito] "l'idea dello stato corporativo rosso-bruno, questa vocazione a gingillarsi con lo stato di emergenza." [almeno da questo punto di vista non sono il solo. per quanto, provando a costruirmi un'idea vaga, io ascolti solo la radio e la limitatamente-ampia messe di commenti di persone ben più preparate. sicuramente di me. che lo spettro è ampio, ma ad un certo punto bisognerà pur mettere degli estremali. poi può essere che casualmente ed insopportabilmente tutti costoro [tutti] siano filo governativi. e che ascolto comunque mai in maniera acritica.].
poi può essere benissimo che [cito ] "questa spruzzatina di stato etico che ti tratta come un bambino dell'asilo e ti impone chi devi vedere" sia l'epifenomeno di un confine sottilissimo, o di un'antinomia de noarti. perché o non serve o è ininfluente. quindi a proiezione nulla, come la parte reale di un numero complesso totalmente immaginario. non serve perché io so benissimo chi sia il caso di chi vedere e chi no. e sono certo siano in tanti. non c'è bisogno che ce lo vietino, perché siamo oltre e più avanti, anche dello stato etico. e se è così, in questo momento 'stigrandissssssssimicazzi alle spruzzate di cui sopra. ininfluente perché coloro - abbastanza da far rumore mediatico? - che se ne fotteranno e non saranno responsabili, intanto vadano affffffanculo. che obbligheranno tutti gli altri a proseguire 'sto periodo e, potenzialmente, metteranno in pericolo anche me. forse loro se lo meritano pure, lo stato etico. anzi ne sono gli alimentatori, pur fottendosene. quindi non si proietta neppure su di loro.
confine sottilissima 'sta cosa, forse. lasciare in gran parte alla responsabilità individuale dei cittadini. da una parte è inevitabile, 'ché regolare tutte le millemiGlioni di sfaccettature. altrimenti altro che termini legulei o lontanamente assimilabili, ragionamenti capziosi, azzeccagarbuglismici simili. da una parte diventa il fianco su cui riversare le bordate, frustrate, di tutto quello che non si riesce ad indicare con precisione e pragmatica come farebbe stare più tranquilli tutti noi, [o come ci piacerebbe?].
poi può essere che credo sia più pragmaticamante impattante come si adopereranno le aziende, come applicheranno i protocolli per garantire per la sicurezza dei lavoratori. piuttosto che capire chi siano i congiunti, gli affetti stabili, gli amici veri. per quanto siano più generatori di psicopippe molto più colorite e gustose. [vabbhè, dai un po' retorica 'sta cosa, che confonde le pere con le mele].

poi sì.
alla fine passerà tutto. figurarsi se non passerà anche tutto questo. è venuto giù l'impero di alessandro magno, quello romano, l'ottomano. sono passate pestilenze, pandemie, virulenze deflagranti. figurarsi se non passa pure questa. poi al solito dipende come ne verremo fuori. globalmente e intimissimamente.
io un po' di robetta credo di averla inferita. o corroborata. tipo, tra l'altro, che dovrei farmi albergare meno l'esigenza di leggere esattamente quello che vorrei leggere. e che forse va bene ugualmente, che io sono oltre i pareri, financo di zagrebelsky [me cojoni, ovvio. ma pur sempre meglio di una pletora di gente con le idee smaccatamente apodittiche. che la conseguenza surrettizia è che sei un coglione se non la capisci come loro].
poi sì.
è chiaro che tra poche ore cambierà nulla, per quello che è la convivenza con 'sta cosa qui, questa fottutissima combinazione di basi azotate. e che sia appunto tutto che tranne che tranquillo. un po' forse sono infighettato. forse invecchio. forse è l'effetto di questi ultimi due mesi e mezzo.
poi sì.
è chiaro che sarà responsabilità di tutti. e sono ragionevolmente sicuro che andrà meglio grazie alla stragrande maggioranza di noi. che siamo mediamente meglio dei nostri. financo di molti 'sperti taskforchiani et intellettualoidi. e che titillano la nostra frustrazione.
e che in fondo, sticazzi pure loro.

e comunque chiedo scusa all'amico itsoh, per le estrazioni puntuali del suo post, che purtroppo non riesco a condividere. non è mai cosa ottimale. però mi è servito leggerlo, e chiarirmi qualcosa delle mie di frustrazioni.
e mo vediamo che ne sarà, al netto di tutte le psicopippe nostre. che il resto va avanti comunque.
per certi versi: per fortuna.

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