Sunday, June 11, 2023

ollliuuniiidispop [anche se a tratti penso sia tipo la chiusura di sundayblues. bello, neh? ma forse anche basta?]

disclaimer. di questo post saranno colti tutti i dettagli forse da nessuno. pazientate.

quindi mi sono fatto la festa della radio. quelli della radio sono abilissimi nel creare l'hype. tipo che uno si aspetta la notte più strepitosa della propria vita. poi al mattino dopo pensi: tutto qua?

a tratti l'ho pensato. ma solo a tratti. specie all'inizio delle tre giornate. ormai devo prenderne atto: fatico a carburare in talune situazioni. perché mi sono fatto questo uichend in mezzo a [certa] gente, coltivando e raccogliendo messi di solitudine. ma non è 'sta gran novità. e poi dovevo decomprimere.

quindi mi son fatto 'sti tre giorni immersivi in quella che dovrebbe essere una comunità. che poi sarebbe quella della radio. che ogni tanto penso agli sgangheri che si percepiscono là dentro. e di riflesso la sgangheritudine di quella comunità. alcuni ascoltatori sono talmente puntacazzisti che mi vien voglia di spegnere e cambiare radio [con alcuni conduttori, oramai, lo faccio. ma niente di personale né puntacazzismo neh?]. e se lo percepisco io, il livello di puntacazzismo. poi però non posso non pensare che - sgaangheri compresi - questi vanno avanti liberi veramente [cit.] e con alcune chicche messe assieme coi fichi secchi come risorse. che se ci riescono è perché sono bravi, davvero. e se la comunità è sgangherata, è parimenti adattiva e resiliente. non ostante le incazzature, le divisioni, le interlocuzioni. che poi io faccia un po' più fatica a sopportarle, è perché sto perdendo adattività e resilienza. mi sto sclerotizzando. s'invecchia.

però qualche suggestione me la porto a casa. sparsa qua e là.

che non mi spiego perché ogni tanto mi sogni la ghidini, che una volta era definita la imbruglia della radio [cit.], ed è dannatamente brava a conquistare la fiducia giornalistica di persone non esattamente banali.

che robecchi basta accenderlo e poi ci pensa lui a dare spettacolo [cit.]. che non sarà stato un caso ho scoperto la radio grazie a lui, con il suo indimenticato piovono pietre. che è un sapido macchiettista nel cogliere le impunture storte della realtà. anche se poi alcune sono talmente evidenti che son buono anch'io. mi ha convinto davvero - davvero - meno sulla questione ucraina. che in linea di principio come non condividere la visione di fondo. però alcuni distinguo mi hanno un filo infastidito. che è comodo far i puri e teoretici dei veri valori occidentali col culo degli altri. segnatamente uno stato sovrano invaso e piuttosto devastato. [mi hanno detto di chiedere i diritti d'autore per la storia dell'aggredito-aggressore. 'sta cosa, dopo mesi, ancora mi fa girare i coglioni].

che il bacchetta lo capisco perché è bravissimo a fare quello che fa. che poi sarebbero - a volte - delle autocoscienze collettive. gli ho detto che probabile abbiamo la stessa terapeuta: vaaaabeeene! è il segnale che il tempo è terminato. gli ho anche detto che alcune puntate del suo tutto scorre hanno germinato dei post psicopipponici. ed una volta la psicopippa blogghica l'ho anticipata in un post, prima di una puntata di tutto scorre. e che ho resistito alla tentazione di mandargli il link. non so quanto abbia colto, spesso mi imbarazzo a raccontar certe cose.

che i giornalisti della radio e televisione della svizzera italiana sono mediamente un passo avanti. ed anche i corrispondenti di guerra del corriere non sono esattamente degli scappati di casa. al documentarista RTSI ho chiesto se conoscesse l'ermi. mi ha risposto che non gli è mai capitato di incontrarlo, si sono scritti. e che viaggiava alto, e non solo per il fatto scrivesse spesso di montagne.

che disma e alone sono la quintessenza dello sganghero. però riescono a produrre tante di quelle cose talmente improbabili, che non puoi non amarli nella loro sgangheratezza [poi credo che disma ci sia, nel suo disagio, mica ci faccia. ma sia talmente geniale da trasformare il suo disagio in talento che conquisterebbe più o meno chiunque]

forse ho financo ascoltato un dibattito quasi interessante sull'intelligenza artificiale generativa. ho idea che qualche mezza minchiata l'abbiano buttata lì, tecnicamente. però alcune considerazioni meta-tecnologiche mi son parse spunti su cui ragionare. anche il fatto dobbiamo perdere il dogma dell'immacolata percezione [cit.].

che la fazenda stadio di san siro, in quel di milano, non finirà bene. e sarà qualcosa diventerà molto, molto, molto, rejettante per un gran pezzo di sinistra meneghina verso l'amministrazionie. quindi è probabile che - se capita - cambierò residenza, ma continuerò a votare per il canditato sindaco perdente. e quando ci sarà la destra, compiutamente, saranno ben altri cazzi.

che paolo fresu ha questa capacità di stillare cosità che non so definire. però alla fine del concerto è come se fossero appianate le rugosità e asperità del divenire. dura poco, neh? però è giusto farci caso quando capita.

che il facco e gattuso hanno realizzato il piccolo-mito di una trasmissione che difficile dimenticherò. la cosa paradossale è che, quando li ascoltai la prima volta il trentanovembreduemilaquattordici, pensai fossero degli insopportabili idioti. è che ero teso. il giorno dopo avrei cominciato a lavorare là dentro. e sarebbe stato molto blues. ci hanno pensato loro, per molte altre domeniche, a mitigarlo quel blues. c'è una bella flottiglia di sgangherati che gli deve non poco. e mi sento quasi orgoglioso di aver visto l'ultima proiezione di sunday blues apocalypse. [anche se pensavo ci saremmo commossi di più]. e comunque hanno ragione loro: quelli del pulmino siamo tutte e tutti noi.

e quindi c'è stata 'sta roba qui, e molto altro. che per distrarmi dal ragionare compulsivo mi serve leggere, guardare serie tv, farmi ascoltare dibattiti e conferenze. il ragionare compulsivo non va bene: ne sto davvero prendendo consapevolezza. però negli ultimi tempi mi ritorna questa percezione di definitiva solitudine. tra un evento e l'altro dei tre giorni ha pur fatto capolino la suggestione che, dopo un certo periodo di tempo, è come se le relazioni di sfilacciassero più o meno assieme. forse è il contesto, forse faccio un mimno di cose sbagliate e gli altri fanno subito ciaociao con la manina, forse è come se fosse esaurito una qualche forma di propellente sentimentale. e si debba ricominciare in maniera quasi palingenetica. solo che ora il tono muscolare affettivo-amicale è meno agile. e quindi potrebbero essere definitivamente cazzi. per autosimilianza - a tratti - l'ho percepita in questa comunità. forse è come se cercassi altro. anche se non so bene cosa. il tutto rappresentato plasticamente dal fatto ho girovagato ben solitario per tre giorni nel parco del paolo pini. senza aver tutta 'sta voglia di condivideree 'sto granché. nemmeno il disio di far tutta 'sta conversazione con quei due-tre della radio con cui c'è un minimo di non-estraneità.

me la sono sussunta in totale autonomia. ascoltando le suggestioni. in quei contesti non c'è grande necessità di socialità. per questo il uichend è volato.

naturalmente non ho conosciuto nessuno di nuovo. giusto attaccato bottone in maniera interlocutoria superficiale in un paio di code. ed è probabile che chi mi ha incrociato, sempre mi abbia notato, non mi meraviglierei abbia colto non propriamente un'esplosione di allegria. e 'sticazzi se mi son trovato a mangiarmi cose - ovvio - da solo.

poi ci ha pensato chiara a darmi una mezza dritta. chiara avrebbe potuto diventare una bellissima donna. con quegli occhioni verdi ed il capello scuro. poi non è mica detto non lo diventerà, una bellissima donna, anche se probabile non secondo i canoni formali del mainstream. chiara e la storia del suo ukulele con la corda rotta mi ha ricordato che siamo fottutamente privilegiati. e che il darsi per essere utili agli altri potrebbe essere un rimedio efficace. giusto per dare un senso anche alla sganghericità di questo mio incespicare - a tratti. che si relativitzza anche la solitudine. per questo l'ho ascoltata dopo aver finito la mia focaccia pesto e stracchino. ho quindi lasciato il posto agli altri che avevano raggiunto lei e la persona che l'accompagnava, spingendo la sua sedia a rotelle. ho colto fossero stati all'evento del mazza e jampaglia, percependo che mi ero perso qualcosa di molto interessante. però così non avrei incrociato chiara. mi sono congedato dal gruppetto, e l'ho salutata: ciao chiara. avevo un po' il groppo in gola.

 

[no more blues]


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