Saturday, October 14, 2023

piccolo post di piccole gioie casuali [d'altri]

dopo la mostra, tempo di rincasare. decido di pigliare il tram 16. penso: vado per la fermata dopo la solita, con la scusa di passare per piazza mercanti - che mi hanno ricordato quanto sia bella.

e lì, in quella piazza stanno cantando. c'è un piccolo totem più o meno tecnologico. sembra postazione per far esibire chi ne ha voglia, o abbia fatto richiesta. in quel momento vi è una ragazzina. voce e chitarra: una telecaster pezzotta bianca e giallina. vi arpeggia e canta. scuola cantautorale, testi con metriche lunghe, armonie semplici ma mica banali.

tra un brano e l'altro ricorda dei suoi canali soscial. e se si vuole si possono scaricare i testi. quindi passa ad una rapida presentazione della canzone successiva.

mi fa simpatia. mi viene da pensare: ti stimo sorè, tu ha scritto ed hai tutta la percezione di te medesima, per proporre e cantarle, le tue canzoni.

finisce il brano. è l'ultimo. poi no, ci ripensa, ne riattacca un altro. mi colpisce più degli altri. ha una linea melodica decisamente più sui generis. il falso ritornello sembra chiudersi armonicamente, ed invece ecco l'accordo che riapre il fraseggio, ne dispiega un altro balzo. per poi ripiegare in una piccola sorpresa, oltre la previsione. questa è davvero bellina.

le sono quasi accanto, il pubblico è sul bordo della loggia, chi seduto sui tre gradini che postano alla piazza. posso osservarlo e nel contempo osservare lei che arpeggia e canta.

tra il pubblico vedo una ragazza. conosce il testo della canzone, il labiale è quello delle parole che stanno cantando. ne è coinvolta in quel cantarle assieme. sorride, le viene da accennare un piccolo danzante su quelle note. non lo fa, dentro al marsupio, agganciato al petto, vi è la sua creatura - bimba o bimbo che sia. deve essere colta da un momento di piccola gioia assoluta, mentre sta cantando anche lei, assieme la ragazzina. le si apre ancora di più il sorriso, e con un gesto tanto naturale, quanto bellissimo abbraccia la sua creatura, la coinvolge - ora sì - in quel piccolo danzare statico, oscillando i fianchi al tempo della melodia, guardando sorridente la sua creatura come la più preziosa e importante ragione di tutto di quel momento. è una specie di meta-cullamento. un'istantanea, tra le tante del pubblico che osserva, che è bellissima.

e penso che va bene così. in quel momento c'è una ragazzina che canta le sue canzoni. ed una madre che abbraccia felice la sua creatura. la complessità complessiva delle cose del mondo sembrerebbe vaticinare un disastro, cui non sfuggiremo. guerre, cambiamenti climatici, ingiustizie, gran bei cazzi advenienti. in millesimidimiliardesimi non me la sto passando benissimo. con tutto questo nuovo turbinare di incompletezza, irrisolutezza e poco grip a prender in mano la situazione. e pensieri che tornano a farsi preoccupantemente più scuri del grigio.

ma va bene così. ci sono gioie e momenti di felicità. non li intercetto io, non riesco. come se mi girassero attorno. ma ce ne sono là fuori. a posto. se qualcuno è capace di pigliarseli, a posto. davvero.

la ragazzina si chiama glicine. ha almeno quattro-cinque anni in più di quel che mi sarei aspettato. le chiedo come compone: se direttamente alla chitarra o con il pianoforte. ha un accento tra il bresciano ed il bergamasco. l'ultimo pezzo che ho cantato l'ho prodotto per intiero io. scrivo da quando ho quattordici anni, ne avrò già scritto un centinaio di canzoni. mi segua sui social. [il lei, mi fa sentire ancora più vecchio.]

certamente glicine. una di quelle che hai scritto è davvero bellina. e ho intravisto un momento di piccola gioia e felicità.

a posto così. 

 



[prequel. anche se non c'entra nulla. entro nella prima sala della mostra, una delle addette alla sala mi consiglia di lasciare lo zainetto al guardaroba, che le sale sono tante. cosa che faccio. quando torno le dico [è esercizio per smettere di aver imbarazzo a rivolgermi agli sconosciuti]: grazie del suggerimento, lei ha capito come vivo le visite alle mostre. cosìcché prosegue lei: ma lei è un artista? chi, io? sì lei! no. direi di no. ma per caso scrive? no in realtà scrivo psicopippe su un blog. e mitigo la fruestrazione di un lavoro che non è il mio, sussumendo il bello che alcune persone sanno regalarci. ah. buona visita. grazie e buon lavoro.]

No comments: