Saturday, July 22, 2023

tu prova ad avere un mondo nel cuore...

...e non riesci ad esprimerlo con le parole. [cit]

il matto, è uno dei due in cui più mi ci ritrovo, tra quelli di spoon river. l'altro è il chimico, ma è una storia diversa.

l'amica silvia [di là dentro] mi ha scritto qualche settimana fa: è sempre un piacere leggerti. non ha idea di quel che ha significato, per me, quella cosa. dopodiché, qualche giorno dopo, ha aggiunto a voce: certo... la lettura non è proprio immediata. le ho risposto: pensa che è quello che ne esce dopo aver stirato ed ordinato la forma. mi ha ribadito: mi piacerebbe leggere una cosa non stirata ed ordinata. non ho risposto. ma le ho voluto molto bene per quella ipotetica possibilità.

al netto della forma, che ha tutta la sua fottuta, sostanziale importanza, è l'effetto che ne esce ad essere incasinato. ed a volte sputtana un po' tutto. [per quanto sputtanare, mandare a puttane, sono locuzioni che pescano da un pensiero maschilista-patriarcale. proverò a non usarle più].

già. perché io le cose le ho fottutamente ben chiare in testa. credo anche con un rigore logico-emotivo piuttosto inconfutabile. anche quando so di alimentare pensieri, approcci, tocchi di esistenza sbagliati. dove per sbagliati intendo qualsiasi cosa che provochi nocumento a me e agli altri. guarda un po', qualcosa che incasina la relazione, anche quella tra me e me. sbagliati non è una questione morale. è una questione psico-releazionale, sociale. l'io che è parte del noi.

in testa le ho ben chiare le fottutissime cose. è quando provo a farle uscire che si intorcigliano. con un punto di aggravio disturbante: non me ne accorgo se non quando gli effetti sono spiazzanti. nel senso che l'altro capisce anche molto altro, a volte troppo altro. questa è una delle situazioni più frustranti che mi sta capitando di vivere, in questo periodo.

vero. si comunica e ci si fraintende in due. la locuzione non hai capito, è tanto autoassolutoria quanto solipstistica: fastidiosissima. meglio iniziare con non mi sono spiegato, se è cosa sincera e non solo una scusa per massacrarsi i coglioni [o le ovaie]: cosa per cui mi parte spesso il riflesso pavloviano. ma resta la frustrazione di quando si ha il mondo nel cuore e non si riesce ad esprimerlo con le parole. o ne esce, davvero, qualcosa di troppo intorcigliato.

l'amico davide [di là dentro] ha la capacità di trovarsi dei grovigli laocoontici dei cavi del mouse, cuffia, alimentatore. non sa nemmeno lui come accada. ogni tanto si nota alla sua postazione questo blob, apparentemente inestricabile, che non si sa bene come possano bastare poche decine di centimetri di cavi, per ottenere un robo simile. un altro collega, qualche tempo fa prima di diventare importante, si incistò con puntiglio per provare a scioglierglielo. mi sembrò significativo, istanza che raccontava molto di costui.

mi è tornato in mente l'amico davide e il suo bolo, che non sai come. significativo per lui. rappresentativo per me. specie dopo alcune suggestioni di odg molto pregnanti [tipo una boccata d'aria fresca. ci voleva]. con la bollinatura di alcune cose che avevo ben già in testa. e la considerazione di come sia fuorviante l'idea di pensarsi bastevoli a sé medesimi. cosa che in parte sto facendo. sul perché ho una qualche idea. tra l'altro, appunto, che [mi] sia così difficile comunicare. anche se in battuta si potrebbe pensare l'esatto opposto. anche se le cose in testa ce l'ho ben chiare. tanto vale, se poi vien fuori il bolo che non sai come. ed è frustrante, cazzo se è frustrante.

ma lamentarsi ha poco senso. così come continuare a pensarci sopra. che ben chiara in testa ce l'ho la cosa. ma poi tanto esce ingarbugliata.

forse è una specie di destino. non riuscire ad esprimere con le parole quello che ci hai nel cuore.

tant'è. il resto può essere solo superfluo. 

nel mentre provo a non farmi ottundere dalla frustrazione.

[oltre a tenere a mente un titillo, che ogni tanto torna. un buon modo per non cedere a pensarsi bastevoli e sé medesimi è quello di dimenticarsi. abbandonarsi agli altri, per altri.]


[dietro ogni scemo, c'è un villaggio]


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