Sunday, December 24, 2023

puoi dribblarlo, svuotarlo di senso, 'sto #eanchequestannoernatalecelosemolevatodarcazzo. ma poi lui ritorna

e quindi sembra che te lo puoi anche dribblare, svuotare di senso, 'sto #eanchequestannoernatalecelosemolevatodarcazzo. ma poi lui ritorna.

perché hai voglia a farti andare indigesto tutto er cenone della vigilia e i bagordi del giorno successivo. che sembra che il mondo che la festeggia 'sta roba sembra dividersi in: #quidanoièpiùimportantelacenadellavigliacheilpranzodelgiornodopo e gli altri. e non si sopporta più tutto il bieco consumismo che lo ammanta soffocandolo. e le cazzo di pubblicità che ci nevica dentro, che sembra ormai riesca solo lì dentro, nelle pubblicità intendo, che qui si sta colla giacchettina leggera e fa ancora caldazza che levati, che tranpò non regge più nemmeno la storia del nascituro che viene al freddo e al gelo che poi dice che la gente non crede più nella magia del natale, e già è un successo se le creature non ti sgamano con la storia del babbo natale che come farà a decollare la slitta che di neve appunto tranpò non ce ne sarà neppure al circolo polare artico. che adesso esco un attimo col suv da seilitriemezzo per far duecentometri e lasciarlo col motore acceso in seconda fila mentre finisco le compere in corso vercelli, che lì almeno ci sono ancora le luminarie con le lampadine incandescenti con grandissima buona pace e rosicamento di quei debosciati di #ultimagenerazione, 'sti fottuti iettatori, chissselincula che poi col suv ci vado fino cortina a sciare sulla neve sparata, sopra la pista lingua bianca e le pendici riarse attorno.

hai voglia a mettere in confronto a sinistra il profilo di un albero di natale, quello che è ancora in piedi dopo il proluvio di video di gatti e gattini e gattine che li abbattono gli alberi di natale, di cui si prende la parte a sinistra dell'illustrazione sfruttandone la simmetria orizzontale, e si fa fotocomposizione con a destra la forma sinistra, anche se sta a destra, dell'effetto dei circoli convettivi che sollevano dei detriti, che si sviluppano dopo l'esplosione di una bomba di un qualche quintale tipo che ne so a gaza, che magari quei moti convettivi non sono mica poi esattissamente di gaza o forse sì, ma in fondo importa fino ad un certo punto, sapendo che lì ci hanno pure detto che la metà degli ordigni utilizzati non erano intelligenti e di precisione, posto che vorrei trovarlo un ordigno intelligente, anzi forse ci sarebbero anche, quelli che decidono di non esplodere, ragionando di quanto siano coglioni, stronzi e inetti, coloro che li sganciano gli ordigni, cosicché l'ordigno non esplode ghignando saporitamente dei coglioni, stronzi e inetti e sbertucciandoli con: t'honculato, che non son esploso. anche se t'honculato potrebbe pure puzzare un po' di vetero patriarcalismo. ma tanto si addice ai coglioni, stronzi e inetti che sganciano ordigni. così che appunto abbiamo a sinistra della fotocomposizione l'albero, a destra i moti convettivi che risucchiano detriti. che poi quelli là manco so cristiani, cara grazia l'albero, mica il presepio, che ce lo meritiamo solo noi. al limite gli ucraini, che mo pure assieme a noi lo festeggino il #santonatale, mica come gli ortodossi, che ci son cristiani e cristiani, festeggiatori natalizi e festeggiatori, che gli altri attendono il settegennaio a festeggiarlo il #santonatale, quando qui ormai #eanchelefestequestannocelesemolevatedarcazzo, mentre gli ucraini ora assieme a noi. ragione che s'aggiunge al fatto siano bianchi, caucasici e pure festeggiatori ugualiuguali a noi il #santonatale, quindi si possono accogliere facile, mica come quelli che arrivano sulle barche che manco sanno cos'è il #santonatale.

e a proposito di #santonatale e di presepi e chi se li merita, hai voglia sui presepi, che resisto pervicacemente con l'isoglossa del presepio e mica presepe, ad ostentarlo e brandirlo il presepio che mi sa che tanto hanno capito un cazzo che lo rendono obbligatorio nelle scuole senza averne colto il senso profondo e di gloria in ecselsis e pacem in terram agli uomini di buona volontà, che poi secondo costoro sarebbero solo quelli che esaltano il presepio e lo rendono obbligatorio nelle scuole e decidendo loro chi sono, cosa devono credereobbedirecombattere quelli di buona volontà, gli altri sono sediziosi radicalscìc, prendeteveli voi a casa vostra buonisti  dercazzo che non siete altro. noi ci abbiamo le donne di cui andare nazionevolmente orgogliosi, come la donna che il ragazzo di destra protegge col tirapugni d'oro, che la sua donna gli dà un figlio naturale nella notte di natale quindi questa notte, mentre viene giù la neve, posto che nevica solo nelle pubblicità ed anche in alcune canzoni, anche quella di colapescedimartino, anche se non so mica ancora bene chi sia di martino e chi colapesce.

hai voglia a tutta 'sta paccottiglia qui, indigesta, complicata, sovrastrutturata, che poi quelli mezzi e mezzi oppure più o meno tieffe come me [tieffe, tagliati fuori, senza che smetta di essere un mezzo e mezzo], per tutte le strafottute ragioni di questo complesso mondo, vanno in sbadta per il combinato disposto della loro solitudine dentro e fuori qualsiasi cosa significhi, la luce fuori al solstizio che è sparita e che ricomincia a riconquistarsi però forse anche dentro la luce è sparita, e comunque cazzo è ancora bel buio presto fuori, e la melassa del tutti più buoni, passate buone feste serene, #ateefamiglia, e condivisione di gioia tra i cari, che poi si rivolta manco un otre di klein, e ti risputa addosso tutto quanto, contaminato, esacerbato, maldigerito, ricondizionato, ammalorato, spigolettaato, pubblicizzato, incoerizzato, coercizzato, mica innevato, e così uno vive la sensazione di alterità e pensa che porcodiquelcazzo se tutto il mondo se le vive bene sono io ad essere quello inadeguato e fuori standard, che così è tutto un fare ancora un giro più vorticoso che gira la testa e sale la nausea. quelli ancora quel filo sul pezzo magari hanno pure l'illuminazione, anche nel giorno breve attorno al solstizio, che poi tutto 'sto mondo che se la vive così bene forse non è tutto 'sto mondo. quelli più disillusi, o che scartano quel filo di lato, vivono la situazione lisergica del rifugiarsi a guardare una poltrona per due, che solo la sinfonia delle nozze di figaro sulle immagini e titoli di testa vale tutto il film, senza dimenticare che ad un certo punto jamie lee curtis mostrerà le tette, scena che oggi non avrebbe più molto senso però coerentissima col pieno edonismo sbracato fine anni ottanta, e mi autoperdono sia una cosa piacevole del film, che voglio cambiare per primo in me la storia del patriarcato di cui sono portatore sano, ma c'è quella gaia dolce tristezza sottile e persistente, di cui sono pervaso, per non dire della nostalgia che non si spiega e dico: ecccheccazzo, almeno a 'sto giro passatemela 'sta cosa delle tette della lee curtis. così dopo quel film non attenderà altro che augurarsi che arriverà 'sto #eanchequestannoernatalecelosemolevatodarcazzo.

che ci mancherà qualcosa, dopo. che ce l'hanno fottuto il rito. ma se quel cazzo di rito c'era da svariegati secoli et secoli et secoli, è perché ha un senso profondo e ormai radicato, che sia la storia del dies natalis solis invicti o per trasposizione di quella di colui che nasce per salvarci tutte, tutti e tutt*, col gloria in exelsis anche se poi han ben sempre perculato gli uomini di buona volontà. è quella roba lì, il rito, che ormai è dentro. va bene che ce ne inventiamo di altri, come ha suggerito di condividere cose il bacchetta in una puntata di tutto scorre, perché in fondo di riti, antropologicamente, abbiamo bisogno. e mica mi sfugge che, qualsiasi cosa significhi, quel rito in fondo mi manca. poi posso fare tutte le boccacce e linguacce del caso alla paccottiglia del meinstriiim che siamo sempre di più a sentircivisi inadeguati, mi balocco a scrivere post meno leggibili del solito che è da grinch verso i tre lettori, sfracassarmi i timpani ad ascoltarmi a tutto volume swatch degli stadio anche se il testo è del guccio, che funziona solo nella canzone tirar su le spalle e ghignar sul natale.

perché il resto è che sì, c'è qualcosa di cui sento nostalgia. profondissima nostalgia. che è una parola di una pienezza evocativa pazzesca ed etimo struggente. 

quindi non so se sia così semplice passare così lievemente sopra tutto il resto. finanche al #eanchequestannoernatalecelosemolevatodarcazzo.

c'è qualcosa che ho perso, anche se non so se l'abbia mai veramente avuto, che a che fare con l'esigenza sublimata di un rito, che forse è anche un pezzo di quell'eco profondo del significato di quel rito. forse arrendervicisi è un modo per non temerlo più così tanto. ed anche se è così distorto, traviato, impaccottgliato, quasi abiurato è ben lì. ben presente a tutto questa sensazione che non va bene non va male [cit.], la trascende e che come patto ed abbraccio ti fa pure dire, tra la nostalgia che non s'arrende cui non ci si arrende, che va bene così, passatori in questo mondo. va comunque bene così.

che le feste, comunque, sono in ognuno di noi. forse inutile espungerle, che il tentativo di espungerle lo guardano con tenerezza. come si guarda la bimba o il bimbo che di quel rito sa ancora farsi una bellissima e sincerissma scorpacciata. appunto. va bene così.

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