Saturday, March 20, 2021

sul parlarne - piccolo post autocontraddittorio

parlarne è stato sempre terapeutico. nel senso ampio del termine. le amicizie, le relazioni hanno sempre avuto senso proprio perché fondate sull'interlocuzione, il confronto, il parlarsi. poi sì, vero, tendo ad essere flussocoscienzioso: quindi fino ad un certo punto - verosimilmente - ero più quello che parlava, piuttosto quello che ascoltava. in altre vite qualcuno me l'ha pure puntutamente stigmatizzato, nell'effluvio della propria logorrea. ho sempre ammirato nell'amico emanuele la capacità di osservarmi col viso rasserenato, mentre ascoltava, ascoltava, ascoltava davanti ad un birra [fitta di nostalgia. le birre dove è sempre: no, ma guarda che 'sta volta tocca a me, hai fatto tu la volta scorsa]. parlarne è sempre stato terapeutico. c'era la condivisione. che è come portare assieme qualcosa. specie i fardelli. ma non solo. era come se nel raccontare il disagio - qualsiasi cosa significhi - fiorisca la percezione di spiegarlo, innanzitutto a me. e poi all'altro, anche per farlo capire. cosicché da sentirmi capito, accettato. una cosa così. la psicoterapia è questa cosa qui, con densità emotive con un altro ordine di grandezza. senza la necessità di essere accettato. e con il ritorno tipo principio attivo, tintura madre.

ecco. sono stanco, sfibrato, scorato. come tutti. e non mi viene di parlarne con nessuno. alla domanda, che cerco di fare sempre per primo: come stai, rispondo "fisicamente bene". non aggiungo molto altro. non lo faccio censurandomi, non mi viene proprio di aggiungere altro. come se fossero intimamente cazzi miei. credo accada per la combinazione lineare di questi motivi:

  1. sarebbe la verità, solo rivestimento superficiale, ma la verità. oltre che cosa da non dare mai per scontato. e tanto basta;
  2. chiunque - chiunque - con cui interloquisco vive il suo personalissimo essere stanco, sfibrato, scorato. ed ho la vaga sensazione che la stragrande maggioranza ce l'abbiano ben più lungo. figurarsi se ho voglia a far la gara a misurarselo;
  3. il parlarne è come se intuissi non servisse a nulla. indi: perché sprecare fiato ed energie?

non sento nemmeno più lontana l'esigenza di cercare odg. e non è solo perché il soffio terapeutico è come se fosse affievolito da mesi e mesi e mesi. lo abbiamo intuito assieme, lei ed io, già prima dei tempi nuovi. ma proprio perché intuisco non [mi] aggiungerebbe nulla. la versione deluxe del punto 3, insomma.

sono stanco, sfibrato, scorato. come tutti. ed in fondo ho la vaga sensazione la stia svangando più che dignitosamente. non ostante tutto. è proprio il contesto ad essere demmmmmmerda. resta la sensazione di solitudine. ma è come ci toccasse un po' tutti. come se quelle propaggini che vanno qua e là a costuire le reti di relazioni si fossero ritirate, atrofizzate. sono solo. siamo soli. con legami fattisi esili. e quasi hai paura ad aggrapparvicisi. mica che si spezzi qualcosa e venga giù roba.

chissà come sarà rinsaldarli, rifarne nappe robuste e rinvigorite. come o quanto sarà rinfrancante. o forse straniante, se non destabilizzante all'inizio. tipo la luce del sole dopo il buio prolungato e permeante. nella stanchezza che mi ottunde - al netto dovrei lavorar un po' meno - c'è dentro anche quel zic di timore, o di imbarazzo. tipo un nuovo debutto. come tornare in scena. stapandemmmmmmiademmmerda trova nella prossimità dei corpi le praterie, le geodetiche per proliferare - che poi, il virus, fa il suo fottutissimo darwinistico lavoro. quindi la prossimità dei corpi, degli altri, ti si instilla dentro come cosa cui far attenzione, pericoloso. e 'sta cosa è tanto sottile quanto con dei riverberi devastanti. quasi contro-natura. pure per un orso tipo me ed altri che consoco. sarà un reliquio da smontare. accidenti se sarà da smontare. tanto o poco ci vorrà.

poi, chissà come sarà tornare a parlarsi. parlarne. dopo che ci saremo mancati. ora non riesco a farlo con nessuno. parlarne, dico. nemmeno col cane [per quanto ci sarà ancora chissà per quanto, peraltro]. tanto non serve, appunto. e non solo col cane.

poi però ci scrivo un post. autocontraddittorio. o forse la necessità di parlarne è perché, comunque, stiamo vincendo noi. cose così.

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