Wednesday, June 2, 2021

buona Repubblica e i pensieri scomodi

buona Repubblica. che è il giorno in cui si scelse di passare da una cosa privata come la famiglia reale ad un'istanza Pubblica [cit.]. al netto di quanto fosse mediocre - eufemismo - quella famiglia reale. al netto di come si sia messa su in modo molto perfettibile, quell'istanza Pubblica.

mi è sempre piaciuta questa data. quella che chiude il triduo primaverile, laico. non è mica poi tanto che è festa da data rossa sul calendario. vado a memoria, quindi tutto molto errorabile, dovrebbe essere stato carlo azeglio. colui che diede il la ad una riscoperta, e ri-valorizzazione, del civismo nazionale. me la ricordo quella sensazione che percepivo cambiare, oltre ai segni e simboli esteriori. ed in fondo fu cosa buona et giusta. anche per evitare rimanesse solo alla mercé della poltiglia paranazionalista, o quel retoricume lì. ed in tanti se n'era rimasti un po' lontani. quindi c'era un ritiratismo di un bel pezzo di società e di cittadini, di fatto. io poi che dovevo manifestare il mio anarchismo financo fuori dal conformismo di ritorno dell'anarchismo ufficiale - anche se anarchismo ufficiale fa un po' ossimoro. quindi grazie carlo azeglio. anche se della parata militare ai fori imperiali posso fare molto tranquillamente a meno. mi ascolto viva l'italia. e la freschezza delle sonorità di quella canzone. e quel testo così dirompente e popolare, di popolo.

comunque.

oggi è anche il giorno in cui votarono per la prima volta le donne. e l'hanno azzeccata.

fu anche il giorno in cui vennero votati coloro che avrebbero fatto parte dell'assemblea costituente. quelli che scrissero la Costituzione, per intenderci. ho ribadito questa cosa ovvia, più che altro per poter scrivere, appunto, Costituzione. Costituzione è una delle poche cose che meritino la lettera maiuscola. per dire, dico.

mi si è infilata dentro così questa associazione di idee. un po' scomoda, ed è significativa mi sembri scomoda.

molti costituzionalisti ritengono che sia l'articolo 3 il più importante della Costituzione, quello più fondante, significativo. quello della pari dignità sociale tra i cittadini. [parentesi: per i paradossi di quello che è l'evolversi del pensiero umano, è l'articolo che fa riferimento alla razza. un concetto che ormai fa parte della retroguardia culturale. esiste solo la razza umana. allora vi si fece riferimento ancora segnati e per contrapporsi all'abominio del manifesto sulla razza, che il regime fascista propugnò una diecina di anni prima. non si pensò che da confutare il concetto stesso - l'ontologia, che mi piace usare parole a caso - più che la differenza tra quelle che si pensava esistessero. un calco venefico del regime nella mente, inconscio.]. [parentesi 2: è poi il secondo comma: che la Repubblica si deve adoperare per rimuovere gli ostacoli che limitano "di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana", ha dentro una potenza perequativa che a volte mi commuove. però sono un po' debosciato, mica non lo sapete. no? e che sia un bellissimo impegno, non attuato, significa solo che bisogna attuarsi per attuarlo. sempre e costantemente. è un concetto dinamico. un verbo al gerundio].

insomma. l'articolo 3. che è quello del fatto che nei tribunali sia scritto che la legge è uguale per tutti. non è mica roba scontata, nella storia dell'umanità. e che [ancora] 'sta cosa possa non essere sempre e sistematicamente attuata, non toglie nulla all'importanza di quell'assunto. che appunto non è così ovvio, anche se l'abbiamo sempre visto scritto. non è un sempre che è da sempre.

comunque.

ripensavo al primato della legge, che sovrintende molti ambiti umani. e forse li e ci preserva. un paio di casi della cronaca hanno bucato la mia bolla di attenzione. e si sovrappongono a questa data, con il moto a luogo a costituire la cosa pubblica qual è la Repubblica, appunto. le carcerazioni [forse facili] dopo la tragedia del mottarone, quindi le scarcerazioni [forse dovute] pochi giorni dopo. e la scarcerazione di giovanni brusca.

sulla tragedia del mottarone, davvero, sto provando a non farmi incanalare in un'opinione pelosa. un po' perché anche solo costruirla, un'opinione, mi sembra qualcosa di fottutamente faticoso. e il periodo è quello che è. provo a leggere dei fatti. il forchettone ha impedito ai freni di frenare, una volta rotta la fune traente. l'uso criminogeno di applicare il forchettone è un fatto. il perché, chi lo sapesse, chi facesse come se non lo sapesse, o le varie altre combinazioni, è tutta roba che spetta a chi dovrà accertarlo. proverà a farlo. mi auguro davvero riesca a farlo, per potere pesare le responsabilità in maniera equanime. mi sembra interessante, cercando di zizzagare tra [forse] la retorica, quello che ha dichiarato la gip, nel disporre le scarcerazioni e i domiciliari. ringraziate che il sistema è garantista. di nuovo, saranno pure errorabili gli atti di coloro che dovrebbero garantire quel garantismo. ma è il principio di fondo che ci tutela. 'ché se non ci fosse saremmo messi peggio. e saremmo verosimilmente alla mercé delle nostre emozioni, turbamenti di quel sacro e incasinatissimo fuoco che sono le nostre corde più vicine alla pancia che alla testa. poi, nel dettaglio di quello che ho avuto modo di leggere, mi sembrano più convincenti le motivazioni di chi ha scarcerato piuttosto che di chi ha incarcerato. ma qui al momento mi fermo. e soprattutto quelle motivazioni non stabiliscono nulla sulla colpevolezza o meno di chi è coinvolto. pare un'ovvietà, ma conviene ripeterselo. sono considerazioni sull'utilizzo del carcere preventivo. che è una cosa ingiusta quando non è necessario o dovuto. per quanto si possa essere sopraffatti dall'emozione ed empatia per chi si è trovato su quella maledettissima cabina. e che non ce l'ha fatta per un non uso criminogeno di dispositivi di sicurezza. criminogeno, di chi e come lo dovrà stabilire il processo. criminogeno non significa sia giusto ricorrere a misure cautelari di persone che ancora non sono state condannate. lo sdegno, comprensibile, sta su un altro piano. per fortuna. e per fortuna che il sistema è garantista.

e si occuperà di comminare la giusta pena. per quanto a noi, alla pancia, non potrà mai sembrare abbastanza. e per fortuna a sovrintendere l'esercizio della legge non c'è la pancia.

lo scrivo, convinto, ora che sono tutto sommato sobrio. che non sono stato vittima di ingiustizia, diretta o indiretta. lo scrivo da sobrio per quanto assogettato al motto del "perdonare tanto, vendicarsi poco, dimenticare mai". che fatico, davvero, a scrollarmi di dosso le increspature che i miei simili hanno provocato con più o meno volontà [per ridurre a quisquilia: non riesco ad incrociare in contesti condivisi una fanciulla che - dal mio punto di vista - mi provocò incazzo un campionato mondiale di calcio fa. pedddddire]. lo scrivo da sobrio, sperando di non dover mai essere così ubriaco da pensare il contrario. ma per quanto lo pensassi, se fossi travolto da un qualcosa di annichilente - che questo periodo potrebbe sembrare garrulo et rilassato - per fortuna il sistema continuerà ad essere garantista.

roba miGlioni di volte meno imponente della tensione un po' lancinante che - credo - si viva con la scarcerazione di brusca. probabilmente uno delle persone peggiori della storia repubblicana, e forse non solo. che torna libero grazie alla legge che fu ispirata da colui che fece saltare in aria, con la moglie e gli agenti della scorta. non mi dilungo oltre su quanto e come la sua collaborazione sia stata importante - anche perché non sono così ferrato da poterlo argomentare come meriterebbe. quella collaborazione che gli ha precluso l'ergastolo - tema assaje delicato. quella collaborazione per cui la legge ritiene siano sufficienti venticinque anni. la collaborazione, non il pentimento. non ostante il suo essere moralmente indifendibile. non ostante il riverbero dell'abiezione per quello che ha fatto ed è stato [se lo sia ancora, non lo sappiamo] abbia un fine mai. non ostante il suo pentimento è molto probabile non ci sembrerebbe mai abbastanza, talmente tante le cose di cui si dovrebbe pentire. non ostante chi ne è stato vittima diretta abbia tutta la sua liceità a non perdonarlo. ecco. per fortuna non è la morale che esercita la legge. ecco. per fortuna si può tenere viva la speranza laica e razionale ci sia una possibilità di via d'uscita. ecco. per fortuna in quegli ambiti non si sia è legati a dover valutare se e quanto è profondo quel pentimento, che è tutto così fuori scala da poterlo incapsulare in qualcoa di oggettivo. ecco. per fortuna il perdono non ha a vedere con l'amministrazione della cosa pubblica. che altrimenti saremmo tutti fottutamente in una situazione molto più complicata. tutti. e quelli come meno strumenti o possibilità lo sarebbero ancora di più. poi. che non ci si debba dimenticare delle vittime, che si debbano sostenere nei modi possibili è un altro piano ancora. è probabile non si sia così esemplari, sempre e comunque. ma - per l'ennesima et ultima volta - il principio che sta da un'altra parte è fottutamente più imporante. per fortuna è così. ed ovvio non è una fortuna dovuta al caso favorevole. ma l'effetto di un beneficio per tutti.

è per la salute civica e pubblica di tutti. quella cosa che ha cominciato ad esistere proprio oggi come oggi settantacinque anni fa. ha cominciato. non significa che sia finita, anzi. [non ostante mi senta debosciato. o spoltigliato.]



No comments: