Sunday, June 27, 2021

vabbhè, dai, un paio di considerazioni sul didielle zan. come un federico leonardo lucia qualsiasi

che fedez ci avrà pure i gazziGlioni di follovuer, guida la lamborghini, si tromba la ferragnez [scusa amica roby], ci ha successo, fama, sordi e - soprattutto - gli piace un sacco quello che fa.

però io ci ho pur sempre i cinqueoseisparutilettori. e, per quanto sia sempre un po' lì sul bordo di una buchetta più o meno grande, son mica venuto giù con la piena.

indi, eccheccazzo, un paio di considerazioni nel mio blogghettino da provincia denuclearizzata potrò ben farle, no? specie dopo la grande pisciata fuori dal vaso der vaticano. che tutti a ribadire siamo uno stato laico. però intanto la pisciata questi l'hanno fatta. anche se - guarda a volte come posson girare queste cose - forse è financo un segno di debolezza der porporato d'oltretevere. e comunque concordo con tarquinio, nel senso di direttore dell'avvenire: è troppo comodo star con la chiesa quando difende i migranti, gli ultimi, gli emarginati. e poi criticarla quando fa le sue giuste [per tarquinio] considerazioni o intromissioni [per me] in ambiti para-etiche e para-morali. e non ci trovo tutta questa gran contraddizione. sono gli effetti collaterali della discrasia tra i piani dell'unicità e sacralità della vita umana e del libero arbitrio che è diritto inalieanbile per donne, uomini e tutto quello che gli sta in mezzo. discrasia tra come la intende tarquinio e come la intendo io. declinazione di quello che può essere il pensiero ufficiale della chiesa e quello di una società laica e di sinistra. ci avrei in mente una bella psicopippa su 'sta cosa. ma sono stanco assssssaje. prima o poi, magari.

e la pisciata fuori dal vaso der vaticano ha ri-acceso la questione. magari in maniera più importante di come l'abbia fatto fedez al finto concertone del primo maggio. che poi 'sticazzi quel che dice fedez. cioè non è perché lo dice fedez allora io devo sfigarlo, con supponente superiorità. che fedez è sicuramente più felice di me, occhei. ma soprattutto nella sua lontananza da me e dalla mia ontologica saudade, cose lui ne ha poi anche fatte, insieme a quel viso d'angelo della ferragnez. cose che avrei voluto e potuto far io. [e sticazzi se i loro centomilaeuri al san raffaele sono qualche centinaio di eurI miei, e sticazzi se la conegna di viveri durante il lockdown qualche riverbero pubblicitario l'ha pur avuto. magari fino all'ambrogino. intanto l'hanno fatto. una fottia di altra gente no.].

e quella ri-accensione della questione, a mio parere melanconico, fa luce sul gran sacco di cose ci stanno dentro. come tutte le questioni che interessano le parti più intime e profonde - quindi a loro modo complesse - di tutto il coacervo di complessità che siamo noi, esseri senzienti. quindi davvero una complessità al quadrato. e una sfisarmonicata di istanze e situazioni, dalla onestà intellettuale variegatissima. almeno tanto quanto le diverse colorazioni  dello spettro del visibile. che poi era la scusa di buttarci dentro quello che simboleggia la bandiera arcobaleno. e tutto quello che ci sta in mezzo. istanze e considerazioni che scadono al di qual dell'infrarosso, così come si spingono nell'ultravioletto.

tutto un gran calderone.

c'è dentro il becerume della destra. che presidia una retroguardia culturale, che poi spaccia per difesa dei valori tradizionali. che non so se ci credono davvero, oppure sanno che funziona meglio pungolare la pancia di una parte di elettorato, figurarsi provare ad educarlo. posto ne abbiano contezza, posto lo sappiano lontanamente fare. come tutte le retroguardie saranno spazzate vie. bisogna solo capire quando e con quante [inutili] storture e sofferenze. come la storia dei diritti, che se vengono estesi. cosa cambia a te, che di quel diritto non sai cosa fartene, se quel diritto c'è o non c'è. con tutta la stronzissima indifferenza o il dolo stronzissimo verso chi di quel diritto può avvalersi. o forse sanno benissimo di quandi ammmmici loro finirebbero denunziati. che questa destra, adesso, inviti al dialogo e al confronto per migliorare il didielle zan è tipo credere che, ai tempi andati, erano davvero delle cene elegranti, quando officiava quello capelli di kevlar. o storia della nipote di mubarak, come la camera a maggioranza ratificò.

c'è dentro il cabotaggio del tatticismo parlamentare di renzie. che oramai gli rimane giusto quello. che a farlo è decisamente abile e spesso gli riesce. che se l'è costruito negli anni passati. che l'importante è fare il sabotatore d'aula, che è un succedaneo di sentirsi lo statista che doveva cambiare il paradigma del paese. forse un po' gli basta a dar plaga all'ego ipertrofico. che intanto cerca di ritagliarsi un qualche ruolo. che ha già di fatto annunciato che il tutto si schianterà in una qualche imboscata a voto segreto. vuoi con i suoi italivivi - parlandone da vivi - vuoi la quinta colonna dormiente nel piddddddì. pur affogato nel mio bias per costui, credo che non gliene freghi un beato cazzo della fondamentalità del didielle. così come la necessità di trovare un accordo. è che sa già si pregusterà il brivido di ritrovata centralità nel truschinare di palazzo. sennò poi si annoia. macchiavelli delimecojoni da omaggio delle patatine, offeso pensa che 'sto paese non lo merita.

c'è dentro l'azzardo oLaVaOLaSpacca di enrico nipoteDiContatoZioGianniLetta. che ormai alle imboscate del renzie è abituato. ed ora ha mica tanto da perdere. anche se ho la sensazione sarà oLaSpacca. e perderà la battaglia. ma almeno potrà rivendicare di averci almeno provato a portare avanti un'istanza più o meno identitaria. un tentativo, almeno, di ravvivare 'sto partito che continua a sembrare néCarneNéPesce. e nemmeno vegetariano. che magari gli elettori, la sua base sociale, meriterebbero un qualcosa di più argentovivo. suvvvia. mica per forza punta avanzata dell'avanguardia culturale. ma anche qualcosa di meno sì. suvvia. posto che ce ne sarebbero una fottia d'altre di battaglie identitarie. variegatamente di sinistra, laiche, di buon senso. che ci ogni tanto ci provano, neh? e va benissimo anche senza pararsi dietro il fatto di giuseppiConte come "un punto di riferimento fortissimo dei progressisti" [cit.].

c'è dentro il sofismo ed il particolarsmi di coloro che quel didielle ne sollevano dubbi tecnici, che poi declinano in considerazioni in punta di diritto. non so quanti e quali davvero in buona fede, di cui l'onestà intellettuale di cui sopra. non so quanti surrettiziamente. così da ammantare di teoretica una chiusura idelogica bella et buona. davvero. non so valutare compiutamente. un po' perché alcuni dettagli sono un po' oltre quello per cui riesco a concentrarmi, per capire il meglio che vorrei. sì, insomma, sono stanchino anche per quello, mica solo per scrivere i post. un po' perché, per la stessa stanchezza e perché il tempo è quello che l'è, non mi sono poi infoiato a leggere di tutte le disquisizioni di merito. ci sono critiche, certo. di gente che ne sa, che ci ha ragionato, e che magari non ritiene del tutto consono le declinazioni di alcuni aspetti che, per loro, sono altresì fondamentali e cogenti. anche per questo fa un po' sorridere amaro, tipo, er capitone matteo dalla stessa parte di una parte del mondo femminista. c'è la contrarietà di alcuni giuristi [anche in questo contesto si inseriva tarquinio, in un'intervista radiofonica in cui ha oggettivamente asfaltato i conduttori della mia radio. che peraltro l'hanno contraddetto fino ad un certo punto. vuoi per cortesia verso l'ospite. vuoi perché tarquinio è uno bravo e deciso, e retoricamente dà la biada davvero ad un sacco di gente]. esattamente come c'è il beneplacido di altri. 

voglio augurarmi però che, tutti gli uomini di buona volontà, concordino sul fatto che lo stato di diritto non si schianterà se questo didielle, così com'è. per quanto perfettibile. che sicuramente si potrebbe perfezionare.

anche perché dentro tutto questo ci stanno coloro che "della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità" sono vittime. le subiscono. e tutti coloro che, variegatamente e indiscriminatamente, si sentono un po' meno bene se qualcuno la subisce, perché è un affronto al vivere civile e condiviso. e che, con una dose di buonsenso di prammatica, sanno che la retroguardia culturale becera della destra è pericolosa - lo vivono sulla propria pelle. così non sanno esattamente che farsene del tatticume del macchiavelli delle patatine, gli azzardi politici del piddddddì, l'eccepire speculativo di coloro che eccepiscono. che recriminano sacrosantemente che davvero sia scaduto il tempo. che è un bello slogan, certo. ma ci ha dentro un gran pezzo di vita vissuta [col culo] di costoro. molto pratica. molto vissuta. quindi. se perfezionarla nei dettagli significa far ripartire il tutto alla camera dei deputati, quindi di fatto affossarla, allora ve bene così. che poi la prossima legislatura ci sarà da presidiarlo e difenderlo il contesto culturale, così come certi diritti. che saranno anni complicati.

che poi: mica non lo so che non basta l'elemento penale di una legge [finalmente] parlamentare a modificare il costume ed il comune sentire. tra la cultura e la norma vince sempre la cultura. non sono così sognatore illuso quanto una volta, quand'ero pregno di belle speranze. però, almeno, iniziamo da qui. c'è il valore simbolico importante. alcuni ne hanno - variegatamente - paura, altri lo cavalcano, altri ne discettano. è quel valore da cui cominciare a far la differenza, l'hanno capito un po' tutti. la legge sirchia non ha portato la gente a smettere di fumare. ma almeno non ci intossichiamo più nei locali al chiuso [quando si poteva e si tornerà a riempirli]. e ne siamo più sollevati: tutti, anche i fumatori.

e in ogni caso: fatto è pur sempre meglio che perfetto. [è che nel mentre sto lottando contro le mie nevrosi, ovvio].

 

aggggià. a proposito delle ingerenze sul libero arbitrio der vaticano e le relative pisciate fuori dal vaso. ieri, al milano pride, ho firmato per la proposta di legge sull'eutanasia legale. ed è stato doppiamente bellissimo. per quanto possa essere bellissimo nel contesto della saudade ontologica. facetelo. firmate, intendo. non sarete mica obbligati, un domani, a sceglierla. ma chi vorrà farlo sì. eccheccazzo!

 



2 comments:

Robe di Robi said...

Non sono del tutto convinta sul fatto che sia troppo facile stare con la chiesa quando difende gli ultimi e criticarla quando si intromette.
[volevo commentare in francese l'argomento Ferragni ma io Fedez proprio non me lo farei]

odisseando said...

vabbhè. la fai semplice te. federico lonardo lucia è il più brutto tra i due. e comunque non so nemmeno se senta tutto questo desiderio di giacere con la moglie. per quanto oggettivamente più bella. mica per altro. metti che mi sbagli un congiuntivo. o si rivelasse noiosa tanto quanto famosa. cose così.
[e comunque tarquinio parlava fosse comodo. non facile. non è esattamente la stessa cosa. tanto che, appunnto, proprio perché comodo tendo a non farlo. a prescindere.]