Saturday, November 12, 2022

post genetliaco [in ritardo], seconda parte

il novenovembre di qualche anno fa scrissi un post più o meno omologo a questo.

ricordo perfettamente il punto in cui stava la 91, nel senso di circonvalla senso antiorario, quando mi sgorgò il magone ed un inusitato senso di colpa, spunto del post di allora. pensavo al compleanno di fratteme, che cadeva in quel giorno [come ogni anno, del resto]. e fui sopraffatto da un'onda emotiva, non esattamente rinfrancante. cose che succedono. tanto che ricordo dove fosse la 91. e se stavo sulla 91, a quell'ora di tardo pomeriggio, dev'essere stato il suo compleanno tra il 2015 ed il 2018. 2019 molto meno probabile.

in fondo mi venne una gran voglia di abbracciare fratteme, augurargli buon compleanno, e chiedergli scusa per tutto il bene che non ero riuscito a volergli. sentendomi anche un po' tiepidamente merdolinico, per essere stato non il migliore dei fratelli maggiori che un fratello minore potesse sperare di incrociare.

quel post colpì l'amico emanuele, che me lo commentò forse a voce, o via uotsapp, o sa il ciel come.

raccontai di quella sensazione, generatrice di post, ad Odg. che mi cazziò delicatamente, oltre la ferma cortesia che ha sempre mostrato. ma mi cazziò. iscrisse quel mio moto irrazionale all'interno di una ricerca un po' fuorviata, in cui mi facevo incantare dalle sirene del concetto di famiglia idealizzata, perfetta, volemosebene. ed io percepii distintamente non avesse capito quasi un beato cazzo. ma lasciai cadere la sua osservazione. lo ricordo bene, perché raramente è capitata una discrasia così. lei che mi offre una chiave di lettura, io che capisco in maniera pre-razionale sia una chiave piuttosto fuori strada. percepita come fosse roba davvero evanescente. o di pertinenza di altri.

mi è tornato in mente tutto ciò, questo novenovembre. di nuovo con una specie di onda emotiva. meno lancinante, e forse anche piuttosto illuminante. credo di aver capito il senso, anche di quella della volta scorsa, da cui quel di post. e perché Odg andò piuttosto fuori strada. come se si fossero uniti dei puntini, ed il disegno che ne esce è un po' più intelleggibile.

che poi è il motivo per cui scrivo questo di post. per quanto come introduzione e motivazione non è che si possa dire sia così sintetica et succinta. che poi potrebbe financo passare per il solito post psicopipponico ad analizzare compulsivamente le cose del passato. e invece - credo - sia un bel aprirsi alla consapevolezza dell'ora e qui, che poi servirà a cominciare dall'ora e qui che è già un passo verso il domani.

io al novenovembre ho associato il primissimo ricordo ricordi. mio padre che chiude la porta di casa, mattino relativamente presto, freddino, mentre andiamo a conoscere il fratellino all'ospedale dell'hometown. è un ricordo di un sottile disagio, lo associo al sonno che provavo quella mattina, al trambusto per questa novità che non avevo previsto e che mi fate fare 'ste cose che dormivo così bene. disagio: quella specie di ingrediente che, tanto o poco, si è infilato come spezia amaricante nel rapportarmi con quel fratello, che comparve quella mattina. questo per molti anni. è un dispiacere che colsi, tutto insieme, forse inaspettato, sulla 91 quel pomeriggio dell'altro novenovembre. è qualcosa che credo non riuscirà mai a passarmi. per il semplice fatto è stato. punto.

e poiché credo ci sarà per sempre, perché è stato, tocca farci pace.

sì. per anni sono stato geloso di mio fratello. matreme lo ha sempre ribadito come una specie di mantra caratterizzante. tipo lui avesse i capelli biondi, io castani. ma la gelosia era solo l'epifenomeno. il punto, al limite, era il perché, e cosa quella gelosia nascondesse. credo di averlo capito. e potrei giusto dedicarci un paio di periodi, 'ché sennò si rischia di tornare allo sguardo al passato. credo che quella gelosia fosse il segno più marcato della di ricerca di attenzione da parte di patreme e matreme, come se avessi - forse - davvero bisogno di conferme. qualsiasi cosa questo significhi. e lo sguardo al passato potrebbe anche chiudersi qui. 

poi c'è il resto, piuttosto inequivocabile. patreme e matreme hanno fatto del loro meglio. ne sono certo. hanno educato allo stesso modo, quanto meno ci hanno provato convintamente. poi uno è venuto su in una maniera, uno in un altra. vuoi perché le persone sono diverse, vivaddddio, vuoi perché la vita capita, e cose succedono. di certo: l'unico che proprio non ha avuto nessuna responsabilità è fratteme.

è vero che per me, quel giorno, fu l'inizio di qualche difficoltatina in più, sarebbe sciocco negarlo. è vero che l'effetto complessivo che ne è uscito fuori è stata un'auto-strutturazione un po' di pongo. ma, di nuovo, simbolicamente in quella foto io tengo in braccio lui - per quanto con l'attenzione di matreme. quindi lui, proprio è l'ultimissimo cui si potesse chiedere di farci o ovviare a qualcosa.

poi le cose sono rotolate in maniera molto variegata, decisamente variegata. talmente variegata che la crasi tra lui è me - anzi tra me e lui - in anni particolari ed importanti è stata mentre cercavo di strutturarmi in un certo modo radicalscìc, per tuttuncomplessodicose [già psicopipponeggiate qui dentro, peraltro]. e lui se n'è scelto un altro: molto meno radicalscìc, molto più efficacemente pragmatico. ognuno ha la sua maniera di essere. capire che la mia non era necessariamente il migliore della sua è stata una bella conquista, di nemmeno troppi anni fa. ma oramai era un po' tardino, almeno per rimediare ad alcune cosette. oltre al fatto che, secondo i paradigmi [piccolo]borghesi, non ci sarebbe partita: lui è quello riuscito. ma in fondo, stigrandissssssimicazzi anche ai paradigmi [piccolo]borghesi.

però, appunto, queste consapevolezze son arrivate. e non credo sia un caso che siano arrivate proprio mentre ho cominciato a far pace con me, per tutte le cose che non erano riuscite. più che osservare con stronza alterità [via via discendente, suvvia] quelle che sono riuscite a lui. anche se non so se e quanto riuscirò fare davvero mai pace con lui. non basta, ahimè, assenza di conflitti. io non mi sono goduto la fratellanza minore. lui non ha potuto sfruttare la fratellanza maggiore. anche se, forse, non mi stupirei più di tanto intuire che, in [anche?] questo contesto, sia stato più abile di me.

non credo di invidiargli nulla, se non il fatto ami il lavoro che fa - oltre a riuscirgli molto bene. il fatto abbia un figlio che è un predestinato è merito anche suo. merito di cui bisogna avere grande rispetto. e ne sono davvero contento per loro, a partire dalla creatura.

il resto è un percorso pieno di bozzi, che pure lui ha avuto i suoi. e siamo qui, in cui ormai dovrebbe valere uno stringrandisssssssimicazzi per quel che è successo. non che non sia stato importante. ma arrovellarvicisi, ora e qui, magari anche basta. ci si è trovati in due da quel giorno. poi è capitato quello che è capitato.

e non dispero del tutto che, qua e là, qualcosa di meglio possa ancora venir fuori: da qui in avanti. in qualunque modo potrà accadere. magari farci anche un po' più di pace, oltre che fargli un augurio di compleanno un po' meno imbarazzato.

magari financo fargli leggere questo post.

qualcosa sarà.

 



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