[premessa. in questo post utilizzerò la parola innamorarsi/innamorato/innamorarmi* [con due declinazioni di genere] in maniera estensiva. tipo una roba che può significare da sono vagamente interessato esteticamente a sono certo sia la donna della mia vita e la certezza è corrisposta. così. c'è dentro tutto. quindi anche niente. fine premessa.]
la maieutica dell'amico massimo agisce in maniera carsica. lui maieutica, la sua maieutica si infila nel sottosuolo del conscio. e poi, sbam, te la ritrovi lì a zampillare come acqua fresca, dissetante, ristoratrice. e lo zampillo te lo trovi mentre te ne stai dissetando a garganella. quando ormai stai sussumendo la sua maieutica, la stai sostanziando e ti dici: ohibò, ma questa è la maieutica dell'amico massimo. me ne faccio un altro goccio.
vado a dettagliare.
l'amico massimo mi disse qualche tempo fa: io non sono mai stato rimbalzato da una donna.
uno potrebbe domandarsi: trattasi di millantatore boriosamente frustrato? oppure ti adone irresistibile cui non è possibile dire di no?
ennnnò. son domande sbagliate. non è nessuna delle due cose. non che l'amico massimo non sia un bel fiòe, neh? ed anche col capello ingrigito ci avrebbe anche il suo perché. ma non è questo il punto.
difatti, proseguì l'amico massimo con: io ho sempre capito prima di innamorarmi* se non c'era trippa per gatti. e se non c'era trippa per gatti non mi sono mai innamorato* di una persona che sapevo non mi avrebbe voluto, non si sarebbe innamorata* di me. e così ho sempre evitato fatiche, energie, passioni che non avrebbero portato da nessun parte. niente stress né per me né per l'altra. niente sofferenze inutili. non era semplicemente cosa. quindi mai avuto rimbalzi.
l'amico massimo, dicevo, l'è 'n bel fiòe, neh? e per quanto non sia un adone è persona [anche emotivamente] molto intelligente. è persona profonda, colta, sensibile, che sa farti ridere in modo delicato. poi dosa con molta abilità quanto e come mostrare tutto ciò. e nasconde un'immensa parte più intima, la parte molle come direbbe lui, che conoscono in poche e pochi. che è una delle cose più importanti e significative dell'amico massimo. non è nemmeno questione di far sì lui te ne abbia condivisa granché. si capisce che c'è. però, appunto, anche senza aver consapevolezze della parte più intima, pure una fanciulla moderatamente gnucca - con tutto il rispetto, ovvio, è che si è diversi e variegatamente spalmati dentro la campana di gauss - capirebbe che l'amico massimo non è un maschio banalmente nella norma.
quindi, figurarsi, se il mondo non sia pieno di fanciulle per cui per l'amico massimo non ci sarebbe stata trippa per gatti. e non è solo una questione di essere gnucche, è il fatto che tanta roba può non interessare, se si cerca un altro tipo di banalità maschile. per fortuna c'è più o meno posto per tutti.
quindi l'amico massimo ha sempre utilizzato la sua sagacia intelletivo-emotiva a preservare situazioni sbagliate. non ci si innamora* di una che non si innamorerà*. è tutta energia emozionale che si degraderebbe in un calore che non avrebbe scaldato nessuno. ed è anche un modo, a volerla vedere, che nega il modello patriarcal-macista. roba tipo il corteggiamento per andar a conquistare la fanciulla. che il maschio pensa di essere riuscito nell'impresa conquistatoria di farle cambiare idea, farla innamorare*. mentre è sempre costei a decidere di innamorarsi* di te. che babbodiminchia può essere il maschio.
mi si sfrucugliavano in testa tutte 'ste cose, mentre l'amico massimo maieutuizzava, e la sua maieutica sguish, si infilava carsica nel sottosuolo del conscio.
e a pensarci, poi, ho convenuto che io per anni, anni, anni, anni, anni ho agito in maniera esattamente antipodale rispetto l'amico massimo. facendo in modo di innamorarmi* se e quando non c'era trippa per gatti. in modo quasi inversamente proporzionale. e quando, vagamente, avrebbe potuto anche esserci, mi ponevo in modo tale che il gatto si portasse via la trippa. ma proprio a zampe levate. il mio innamorarmi* non poteva far a meno di portarsi appresso uno struggersi, un sospirare, un desiderare frustrato e monco ex-ante. era l'essenza stessa dell'innamoramento*, credevo. che poi avrebbe reso ancora più bello il momento in cui anche lei si sarebbe innamorata*. invece erano probabilmente coazioni a ripetere nevrotiche. tanto che, innamorarsi* significava semplicemente sentirsi più o meno tristi, prima o poi.
per questo son venuto su un po' tanto incerto, intimidito, impacciato. un un po' un ciula, da quel punto di vista. con tutte le disavventure tragicomiche che ne sono uscite. ci potrei scrivere un libro. ma in fondo sono quasi vent'anni che lo dico [in ogni caso si intitolerà "caro riccardo"].
anche in tutte le variegate declinazioni di relazioni che poi ci son state, un po' impacciato e con l'eco di ciula son ben rimasto. ma ormai va bene così. ma potenzialmente sempre uno che può prenderne di rimbalzi.
anche se, però appunto, qualcosa è cambiato. che nella prima di parte di quest'anno pensavo fosse arrivato il momento della svolta. poi ci ho messo poco a capire che non si era svoltato un cazzo. anzi, era meglio levarsi di torno. però con la sensazione avessi una gran voglia di provarci, a svoltare. che tanto la metà della mela non esiste. però possibili incastri reciproci, nelle difficoltà e bozzi che uno a 'sto punto si ritrova sì. che possono essere baluginii, e che sono bellissimi uguale. e poi magari arriva l'innamorarsi [qui non c'è l'asterisco, e non perché lo abbia dimenticato].
ed immerso in questa nuova consapevolezza che ho capito di abbeverami allo zampillo sgorgato della maieutica dell'amico massimo. nessun rimbalzo. perché, come da maieutica occam, la risposta più semplice è quella che ha più probabilità di essere quella giusta. la risposta più semplice è: non c'è trippa per gatti. non è cosa piacevolissima, ovvio. ma è consapevolezza di una certa levità e libertà.
su come la maieutica dell'amico massimo abbia zampillato, magari un altro post.
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