Thursday, November 25, 2021

gNente specchio riflesso per i novacse.

l'amica roby mi chiede(1)  che genere di roba, nel caso, vorrei scrivere. tra le alternative propone il buongiorno di gramellini. immagino fosse la chiusa iperbolica, tra le alternative. in effetti credo che l'effetto iperbolico sarebbe stato meno riuscito se avesse proposto l'amaca di michele serra. forse perché la leggo abbastanza spesso. quella di oggi mi ha fatto pensare che, in maniera tangenziale, avevo scritto un post qualche settimana fa. uno sui novacse, intendo. tangenziale e con molte più parole di ciascuna amaca. quella di oggi inclusa.

mi ha colpito in un paio di punti "al bisogno di rimanere umani che può salvarci non tanto dai No Vax, quanto da noi stessi" e quindi "ma avrà capito? [...] sarà capace di fare due più due".

mi ha colpito perché c'è dentro la doppia speranza. che se la leggi da una parte è quella di provare a mitigare quel senso dicotomico di divisione e di frattura. che io comunque percepisco e continuo a non vivere bene. tanto più ora che me ne sto dalla parte numericamente importante. incredibile: nella maggioranza del paese. e mi viene, quasi riflesso pavloviano, di provare una specie di attenzione ripettosa per le minoranze. un po' per abitudine a sentirmici. anche se questa minoranza, pervicace, fa scelte sciargurate che credo fottutamente sbagliate, a danno di tutti. quindi provo a ricacciare indietro, se sento spuntare da lontano, quel senso di revanscismo. roba del tipo: e mo ve le cuccate tutte le limitazioni del supergriiiinnpasssedeluccse. revanscismo perché la speranza è che, come si chiede-auspica michelino, è che capiscano. che poi c'è dietro la speranza o la convinzione che noi si è capito qual è la cosa giusta. e si è agito di conseguenza, al netto di avercela del tutto la contezza quale sia la cosa giusta. che poi sarebbe come leggere dall'altra parte la doppia speranza.

in maniera duale, la contezza di qual sia la cosa giusta, ce l'hanno pure i novacse. che verosimilmente declina in una miriade di motivazioni più articolate nei recessi della testa. è probabile per situazioni ben più convinte, rispetto a quello della maggioranza. in cui non è difficile confondere la netta convinzione con il fatto si stia dalla parte giusta e della verità. quindi non a caso un sacco di costoro ci chiama pecore di un gregge ammansito. starsene in una minoranza è fottutamente più complicato che starsene dove stanno quelli che sono di più. ci vuole appunto una certa motivazione e caparbietà. figurarsi se questo nasce da un disagio più o meno consapevole: ovvio che tutto questo debba essere puntellato per bene e con qualsiasi ellisse interiore [peraltro credo che, nella stragrande maggioranza di questa minoranza, il disagio sia del tutto inconsapevole. e se parlo di disagio, lo faccio sganciandolo del tutto a qualsiasi forma di giudizio. mica per altro. il primo a vivere un disagio sono io.]. ed uno dei puntelli che riescono meglio è quello del dileggio. è un buon modo per rafforzare il senso di appartenza, e per ribaltare quel senso di minoranza, che poi a passare in minorità è un attimo. sono di più, consoliamoci con il fatto siano dei coglioni. e se i coglioni sono loro, non possiamo essere noi, che incidentalmente siamo meno: situazione non proprio agevole.

ecco. io vorrei evitare un meccanismo simile. e non perché sono nella maggioranza.

specie ora che, mica non lo capisco, la stretta del supergriiiinnpasssedeluccse non potrà che portare ad un arroccamento. e questo acuirà la dicotomia e la divisione. provo, davvero, a mitigare quello che inevitabile si porta dietro. come eco che mi riverbera dentro, e di certo il disagio non diminuisce. anche se, davvero, io non sono loro. non solo nelle scelte molto pratiche. ma anche nello smontare il carico emotivo di separazione. visto che separati comunque lo siamo. e me ne sto dalla parte di quelli che sono di più, quindi di sicuro avvantaggiato. poi mi piacerebbe lo capissero. tipo la domanda di michelino: sarà capace di fare due più due? che la domanda è legittima. com'è legittimo augurarsi ci venga riconosciuta la giustezza delle nostre azioni. e se non riesce loro, pace. io comunque provo anche a rimanere umano. è un modo per dare ancora più valore alla scelta che ho fatto: quella più giusta.(2)


 

 

(1) La risposta è stata, ovviamente: eh, saperlo! [rifacendomi il verso]

(2) spero di riuscire a rimanere umano meglio di quello che mi riesce ad essere sintetico. che le amaca, così come il succedaneo buongiorno-che-ora-si-chiama-caffè, quanto meno godono del dono della sintesi. e quindi immagino ci voglia molto meno tempo a scriverlo, così come a leggerlo [e minimizza la probabilità di refusi, al netto uno abbia un correttore di bozze]. è questa una delle invidie [sane] più pungolanti. oltre che a dimostrare che non sarò mai editorialista, se ce ne fosse nel caso ancora bisogno.

 

1 comment:

Robe di Robi said...

(1) Risposta poco esaustiva.
Se solo ragionassero tutti così nella vita!