Tuesday, December 7, 2021

santambroes [avvertenze: non è un post rievocativo-nostalgico]

a santambroes mi sono successe cose. ovvio, tutti i giorni succedono cose. sarà che forse quelle di santambroes me le ricordo più delle altre. posso dire di sentirlo quasi come giorno più sentito rispetto quello della festa dell'hometown. per quanto possa significare tutto ciò, ovvio. e per quanto matreme mi rompa sottilmente i coglioni su 'sta cosa, la vede come un affronto alla memoria di patreme. capisco il suo punto di vista emotivo. non ho mai saputo intuire quanto lei capisse il mio.

che santambroes potesse diventare un giorno importante, per me, lo capii sei anni fa. dopo millemiGlioni di anni già passati quivi. mai del tutto distaccato dall'hometown. mai del tutto innestato qui. una qualche via di mezzo, che per fortuna non è roba geografica. una medietà territoriale. che il varesotto son financo dei bei posti, quando non strafalcionati urbanisticamente. ecco. dei bei posti. punto. dicevo. santambroes di sei anni fa. ero sulla metro lilla. me ne stavo venendo via da là dentro a metà mattinata. una delle poche ferie o cose così di quel primo anno. venivo via da là dentro, ed ebbi questa specie di percezione piacevole, che valeva davvero la pena festeggiare santambroes e tutto quel senso lì. a quel giro la prima era "giovanna d'arco". la primadiffusa fu per me in triennale. tornai a casa cone brandelli di entusiasmo addosso.

al giro di due anni fa, invece, la prima era "tosca". per la mia primadiffusa stavo andando al pacta salone, diciamo milanopiuttostomoltosud. aspettavo l'autobussssssse. ero nei pressi di san vittore, il carcere dico, e stavo guardando verso ovest, verso il sole che cominciava a calare. ed in quel momento capii che avevo intravisto un progetto a medio termine. niente di spettacolare, o così originale neh? roba relativamente semplice: comprarmi un appartamentino, riequilibrare la situazione finanziaria e poi cercare un altro lavoro: meno pagato, ma con più soddisfazioni. cercare casa e lavoro. semplice quanto essenziale e ri-strutturante. e soprattutto mi sembrava chiaro, limpido. piacevole come il momento che stavo vivendo in quel soffio di cose che passano, ma un pochino restano. il santambroes, la prima diffusa, il sole che scaldava, il mio progetto, nel senso di concetto progettoso. come se tutto il rimbalzare da pallina del flipper di quegli anni avesse trovato un senso. il mio progetto. come se per quell'attimo tutto si fosse messo [quasi] al posto, creando un bel effetto di coerenza costruttiva: e quella era la cosa da fare. e fu bellissimo. che mica sempre le epifanie, piccole o grandi che siano, fanno quell'effetto. scrissi ad odg, rompendo il setting. la parola progetto l'aveva usata lei in una delle ultime sedute. quando ormai convenivamo che la terapia - propriamente detta - ormai poteva ritenersi ad un punto molto importante, e che fosse ora di entrare in una nuova modalità di iner-relazione, via via più diradata. "mi viene a trovare e mi può raccontare anche delle cose belle che le sono successe". disse così. ed in un altro passaggio la parola progetto. che lì in attesa dell'autobus era come si fosse sostanziata in qualcosa che capivo nel profondo. e son quelle cose belle.

poi è venuto quello che è accaduto. a tutti. sono abbastanza fortunato. mi ha portato via questo e [poco] altro. anche se è un altro significativo. e quel progetto sono parole che ripeto. ma mi suonano un po' vuote.

di quell'attimo, di quella piccola epifania di due santambroes fa, le ho racconato. forse il momento in cui il mio singhiozzare è arrivato meno atteso e più violento. e più singhiozzavo e più volevo finire la frase, rievocare quell'attimo, quel concetto, quella cesura che mi sembrava tra l'irritante ed il commovente, tanto fosse lancinante. non è stato semplicissimo.

ho come l'impressione che in quel momento abbia deciso di pigliare il blocco intestato per le ricette.

però questo non è un post rievocativo-nostalgico.

perché, occhei i santambroes passati, o i progetti più o meno epafanici. ma è roba andata. e dopo mesi ho come sentito dentro un'eco, flebile, ma l'ho percepita. che qualcosa là avanti potrebbero non essere solo parole piuttosto vuote, del tipo che quando si raccontano, e ancora non hai terminato, stai già iniziando a sabotarti. la densità plasmatica credo sia ancora del tutto irrilevante. quindi non penso dipenda da quello. vai a sapere da volte salta fuori, che giro ha fatto. eppure là davanti è come avessi intravisto la possibilità di. intravvedere non è sapere cosa. ma almeno so che ci può essere.

la questione dirimente è questa. facile. là davanti c'è ancora qualcosa o no? che è il modo per dribblare in modo creativo l'ovvietà che passeremo tutti. però quando il dribbling riesce è prendere consapevolezza - in tutto l'ambito - che là davanti c'è un progetto da incrociare. qualsiasi sia. è la questione progettosa che conta.

ed il fatto che non sono i santambroes passati, alcuni molto belli, neh? il fatto sono i santrambroes che devono venire [assieme ad un sacco di altri giorni, ovvio].

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