Thursday, July 21, 2022

peracottarismi e stingrandissssssimicazzismi

l'amica laeta ha scritto il chiasmo più bello: la crisi di governo del governo della crisi.

che alcune cose le puoi osservare con snobbistico distacco. o forse è autoprotezione.

difatti, nel mentre naufragava il terzo governo di questa legislatura, ripensavo a quando stava finendo il secondo. e mi è tornato alla mente l'ansa del torrente sotto la pista ciclabile, quando ci camminavo nell'inverno di diciottomesi fa. ed il fatto pensassi al post che scrissi, un po' da figanervosa, in quell'occasione. sarà che erano periodi molto più complessi di quanto capivo. e lo sbrocco interiore stava lavorando carsicamente. sarà che ho le mie personalissime itterizie anche solo a sentirlo parlare, il renzie. figurarsi allora che tornava centrale a far il bello ed il cattivo smargiasso. figurarsi. tecnicamente ovvio mi stracciassi le vesti, ovvio strepitassi manco una vaiassa erotomane dopo mesi di astinenza, cui hanno schiacciato un callo quasi volontariamente. e difatti scrissi quasi sguaiatamente. con il fatto che il figuro che veniva defenestrato allora tutto, tranne simpatia e autorevole stima mi ispirasse. punto di riferimento dei progressisti [cit] de li me cojoni. altro che uscita lisergica del segretario piddddddì di allora. 

quindi era proprio il bias verso renzie, piuttosto che quell'afflato acciocché rimanesse quel presidente del consiglio dei ministri, pescato quasi per caso. e la sua pochette. con la sua parlata supercazzolistica involuta. l'eloquio azzeccagarbuglissimo. eponimo dell'approssimazione sgangherata faivstarrre. che se non ha fatto questa figura infimevole, è anche perché il livello medio attorno è bassino.

e così sono andati a pigliare il migliore. solo che tutto quello che gli stava attorno è tutto tranne che la migliorevolezza a disposzione. e difatti, forse, non poteva che finire così. lui che col suo cuore da banchiere centrale deve aver pensato: siete degli scappati di casa, qualitativamente meno che pezzottati, andate pure affffarintoooucuuulo. [al netto che qualche perplessità, personalissima, sulla tattica retorica dei discorsi di ieri un po' mi rimane. va bene la schiena dritta. ma alcuni dettagli metaverbali non sono andati esattamente in una direzione di plaga conciliante]. e gli altri che l'hanno mal sopportato, proprio dalla bassezza della loro pezzottagine di casa scappatismo. il secchione viene bullizzato dalla classe di fancazzisti. il probo viene disdegnato dai pusillanimi, quando non osteggiato o disprezzato. chi è migliore di te rischia di acclarare la tua dabbenaggine: dagli al migliore. facciamogli vedere come si sta al mondo [dei mediocrissimi].

ora. mi interessa poco ribadire la qualità di colui che è stato tisalutoconilculociaociao da quella pletora - mediamente - di peracottari. non fosse altro perché ho ascoltato e letto di pronazioni quasi imbarazzanti, da parte di giornaloni [igiornaloniiii] e membri variegati della variegata galassia degli intellettuali: tutti quasi ad implorarlo a rimanere. ma non solo. il personaggio, per la sua storia, la sua impostazione, non esprime esattamente il mio modello di visione politica, di come bisognerebbe adoperarsi - ma per certi versi, stigrandissssimicazzi.

ma in effetti credo fosse il meglio a disposizione nel contesto. che potesse tenere a bada un parlamento quasi balcanizzato. con la prima forza politica che si è squagliata nella propria insipienza e ontologico pressapochismo [io lo ricordo benissimo, quando lo dissi passeggiando ai bordi di piazza tripoli. il mese dopo le elezioni. a me sembrava talmente facile da capire che mi stupivo del contrario]. con la seconda forza politica guidata da un peracottaro populista, inetto, offesa a chiunque abbia fatto politica con una qualche passione sincera. ci poteva provare solo lui. che sarà pure stato un banchiere centrale. ma era il meglio si aveva a disposizione in quella combinazione della storia, all'interno della storia. e poco importa, davvero, potesse infiammare così poco il mio cuore, o inorgoglire il mio senso di appartenenza ad un'idea. il punto non sono i miei desiderata. il punto è quantoammmmerda stanno andando le cose. e chi può garantire una certa autorevolezza per limitarla quellammmerda. anche se un po' se ne aggiungerà in alcuni contesti a me sensibili. è la quantità di quella che leva. anche se è un effetto delle smargiassate di renzie di diciottomesi fa.

non mi straccio le vesti. probabile questo verrà fuori un post meno da vaiassa. sarà che la sertalina aiuta e soprattutto sto facendo un gran lavoro. e comunque il manto rassicurante dello esigrandisssssimicazzi, plana anche 'sta volta.

non mi straccio le vesti. e riconosco che subisco un residuo di rispetto verso chi è ammantato da un'autorevolezza che è di pochi. è il mio punto di equilibrio con il pessimo rapporto che ho da sempre con il concetto di autorità. non mi metto in posizione potenzialmente ortogonal-urticante se riconosco una qualche forma di merito, di capacità, di intelligenza nel senso più ampio ed alto del termine. [parentesi: il paradosso è che ora là dentro, la posizione defilata, mi mette molto al riparo. al sicuro dal manifestare il mancato riconoscimento del ruolo "d'autorità" a gente cui potrei pisciare in testa, ad essere umili. pletore di altrettanti peracottari, sovrastrutturati dalla posizione che ricoprono. qualcuno ovvio si salva ai miei spocchiosissimi occhi. la maggiorissima parte è groppuscolo di personaggini ominicchi [e pure donnicchie]. acclarassi quello che penso, rimarrei là dentro davvero poco. però ora è funzionale continui star lì. me ne sto al riparo dalla mia posizione defilata. molto più rasserenante che mordersi la lingua].

per questo sì. sono un po' dispiaciuto perché il meglio - contestualmente - che avevamo a disposizone ha salutato tutti. che abbia poi fatto davvero solo il meglio per questo paese non sono del tutto convinto. ma importa pochino pochino. e comunque, più che dispiaciuto, sono amareggiato e financo rassegnato che il peracottismo ha trionfato tronfio di nuovo. ed evito di soffermarmi sulle putrbonde chiavi di lettura che danno questi figuri.

e sono scoraggiato perché saranno pure figuri. ma sono espressione nostra. pure mia. che tanto li sento lontani e ben alteri a me. ma chissà se il mio snobbismo, da orso radicale non alimenti - tanto, poco - questa pochezza. se mi rintano sdegnato, nel mio piccolissimo, ovvio si lasci spazio alla qualunque. specie gli incompetenti, che si fanno vanto della propria ignoranza. che a volerla vedere è una mezza imprecazione civile.

io non so se - mediamente - i cittadini, chi vota, sia davvero così migliore della canea - mediamente - che viene mandata a rappresentarli, i cittadini. vorrei sperare di sì. vorrei che al prossimo giro scegliessero in maniera consequenziale alle sporchievolezze cui abbiamo assistito, sfanculando pesantemente i peracottari.

mi piacerebbe pensarlo.

però chi vive sperando, muore cagando. diceva il sergente lo russo, mandato a presidiare l'isolotto in grecia. toh. da quel regime che iniziò un secolo fa. nel ventidue. in autunno. l'isolotto e il sergente lo russo stavano in un film. il regime che iniziò nel ventidue, in autuno, per nulla.

quest'anno, toh, si vota proprio in autunno.

No comments: