Tuesday, January 17, 2023

l'abate, e la fiducia

domenica scorsa, a sanndeeiiblussss alla radio, un ascoltatore tra l'iconoclasta ed il pirla, esalava sarcasmo sul fatto che nel suo paese della brianza la mattina avessero benedetto i trattori, grade scampanamento che lo svegliarono. stupore del gatto [luca maria] e del facco [davide egidio] [che poi sarebbero i conduttori, considerato nessuno ascolta quella radiotrasmissione]: com'è che si benedicono i trattori? da lì un proluvio di messaggi di altri ascoltatori: anche qui, pure accà qui, qui anche. poi qualcuno ha avuto la contezza di segnalare si festeggiasse sant'antonio abate. che poi sarebbe il nesso causale, un po' trasformato. magari anche un po' a minchia.

il senso scende da altro.

a sant'antonio si benedicono gli animali: quelli domestici, quelli d'aia e quelli della campagna. vai a capire fin dove arriva la devozione, dove la tradizione, dove il rito apotropaico. un gran misto di roba. che nella brianza a similari declinano, che basta si mantenga la tradisiùn e le origini cristiane. e così benedicono i trattori.

a sant'antonio si fanno anche i falò. la luce del giorno che ricomincia a rubare tempo al buio della notte [nella mia hometown, a sant'antonio, il sole torna a lambire la cima del campanile della frazione che per qualche mese rimane all'ombra]. dalla catasta ardente si sollevano forconate di brace e si osservano le barbe incandescenti, si cercano auspici. e si gira attorno al fuoco, battendo i piedi: si risveglia il terreno si scacciano gli spiriti dell'inverno, che è sotto la neve che rinasce la vita.

tutto a sant'antonio abate. dove è l'intercessione del santo, dove è il fatto sia a metà di gennaio. ma sticazzi.

appunto. la cosa interessante è lo sticazzi. seppure nel mio agnostico fottuto razionalismo scettico. che dismettere il giudizio è una gran bella conquista, che ci si regala molta levità. forse ai tempi avrei canzonato la benedizione dei trattori, o avrei usato sarcasmo a quel particolare modo che patreme aveva di festeggiarlo. con la banda si andava a suonare a cursolo, processione in onore di sant'antonio. sta in cima alla valle. patreme impiegava gran parte del pomeriggio per tornare a casa, molte le tappe negli altri paesi. tutti ad onorare sant'antonio abate. che loro quella cosa, molto probabilmente, hanno fatto a tempo a viverla e viverci dentro molto più di me. magari con molta poca consapevolezza. però il giro delle stagioni, a convivere con i ritmi della terra, ti entra dentro: mica è necessario te la spieghino, con variegate psicopippe come provo ad intuire da lontano io.

la cosa altrettano interessante, nella sua apparente stranezza, è che ci sto tornando magneticamente. e la stranezza è che me ne scappo dalla hometown, per venire nella città dove mi piace stare nel più urbano del posto. e poi, all'occorrenza, vado quasi rabdomantico in un angolo della città dove si festeggia sant'antonio: falò, animali e piedi che battono sul terreno del parco delle cave. come una specie di reminiscenza della famiglia paterna, un richiamo antropologico. [l'amica paola vi è attratta da anni. l'amica paola che è la cosa più lontana mi venga in mente, dovessi associarla ad un contesto che non sia cittadino. eppure ha pure lei questa chiamata, per quanto lei si risparmia le psicopippe].

io, altresì, mi rendo conto di quanto voglia godermi quanto meglio questo periodo dell'anno. proprio questo. come per sentirmi pronto, che è quando le cose [mi pare] ricominciano. per quanto anche i ricominciamenti è pur sempre un fatto relativo. sentirmi pronto. sta cosa ho la sensazione succeda sempre di più mentre più avanzo con gli anni. forse è lo sguardo che si allarga, che le foto col grandandolo che figata.

e quindi osservavo, nella mia agnostica laicità razionalista scettica, lo stendardo di sant'antonio abate. e lo osservavo in quel pomeriggio bigio e quasi di scighera. roba che metterebbe alla prova l'ottimismo dei migliori. e mi son detto che ci vuole una gran fiducia, per quanto ben riposta dalla ciclicità delle stagioni. che fa freddo, è umido e bigio, ma vai comunque a saltare sul terreno del parco delle cave [gNente falò, ma qualcosa che lo simboleggia]. butti un po' il cuore più in là. che tutto ripartirà dopo il freddo [quando faceva davvero più freddo]. che già le giornate cominciano ad allungarsi.

e così mi è tornata in mente l'amichetta. quando mi chiese di farle da testimone. in uno dei momenti più bui degli ultimi anni. ed io nel mio essere paralizzato dentro le dissi, in battuta, di no: non ce la faccio. e lei mi disse: stai tranquillo! e siccome è mia amichetta mica per altro, io comincai a tranquillizzarmi. cominciai a capire che ce la potevo fare. anche se quella non era esattamente la percezione del momento, nulla impediva che le cose, le sensazioni, le consapevolezze sarebbero potute cambiare. fu come aver visto rispuntare da qualche parte il concetto di fiducia.

ecco. con le stagioni è più semplice: è talmente dentro di noi che, in millenni e millenni abbiamo costruite epiche di epiche su questa circolarità. però anche il celebrar l'abate è una specie apertura di credito verso il futuro. anche accompagnandolo con il pffiiuuuuuuu, del pericolo scampato che l'inverno forse non ci avrebbe avuti. è fiducia anche quella. 

in quei mesi credevo di averla persa la fiducia. ed il trucco fu quello di sospendere la disperazione. smettere di pensarla, smettere di pensare. e lasciar che le cose venissero. le si sarebbe affrontatate al momento opportuno.

senza spocchia. ma è il senso profondo non credo sia poi così tanto diverso. seppur arrivando da punti piuttosto diversi. come se su altri piani si fosse mica tanto lontani. e va bene così. lasciar andare il tempo, che danza e circola da sempre: che è come credere alla provvidenza e l'intercessione dei santi, così come mollare la razionalizzazione ossessiva del proprio incedere. un grande salto sospeso nel vuoto. che senti lo stomaco con dentro le farfalle, può quasi spaventarti, ma è fottutamente affascinante. l'ho pure sognata una cosa del genere, la notte prima del falò di sant'antonio abate.





No comments: