Wednesday, January 11, 2023

le palle, per essere stronzi [epiteto binario e maschilista, ad un governo guidato da una fratella]

[disclaimer: questo post non considera la complessità globale del fenomeno migratorio. mica non lo sa che esiste. ma lo ignora anche in considerazione la stronzaggine di chi ci specula politicamente sopra.]

nel millenovecentonovantanove l'anna era l'unica, a mia conoscenza, che usasse C6 con soddisfazione. ci avevo provato, ma nulla. non mi cacava nessuno. l'anna no. magnificava di conoscenze interessantissime ed umanità pazzescamente bella da incrociare, seppure attraverso una chat. una sera ci disse: pensate, ho avuto modo di parlare con un premio nobel, che emozione è stata. minchia, anna, dai, conta un po' su. eh, niente, qualche giorno fa ho chattato con un medico che lavora per medici senza frontiere, ora che hanno dato il nobel per la pace a quella organizzazione, chiunque ci lavora è un po' come se il nobel fosse stato assegnato anche a costui. iperbolico come sillogismo, da sempre una caratteristica dell'originalità dell'anna.

era il millenovecentonovantanove. l'acronimo oennegggì non era ancora diventato sinomimo di gente poco raccomandabile, lestofante, che sicuramente non ce la contano giusta e sono in combutta con qualcuno. un rovesciamento di termine, una carpiatura culturale. han fatto un bel lavoro, non c'è dubbio, son stati abili.

anche perché mi piacerebbe chiedere oggi all'anna: anna, che ne pensi di medici senza frontiere? o delle ong che salvano i naufraghi nel mediterraneo centrale. dubito riporterebbe di quell'emozione che provò ormai quasi un quarto di secolo fa. potrei sbagliarmi, ma dubito. o forse argomenterebbe con il benaltrismo: operare in scenari di guerra buono, far da taxi del mare [cit.] ad immigrati clandestini nobuono.

mi è tornato in mente questo episodio, del nobel per sillogismo, ragionando sull'incazzo intimo che mi provoca quella inutile cattiveria che è il nuovo codice di condotta, cui devono attenersi le organizzazioni che effettuato searchandrescue nel mediterraneo centrale.

perché non c'è assolutamente nulla di utile a dover rientrare subito dopo un soccorso, senza aver la possibilità di effettuarne un altro [dovesse capitare che fai:? li lasci lì? se li soccorri ti sanzionano con decine di migliaia di eurI? ti sequestrano la nave?]. non c'è nulla di veramente funzionale essere costretti a recarsi in porti sicuri a quattro-cinque giorni di navigazione, molto più a nord. che poi significa, al netto dei costi molto più alti, otto-dieci giorni lontani dalle zone sar. che significa molti potenziali naufragi in più, che poi significa potenzialmente molti morti in più. che sarà solo potenziale: ma ogni cazzo di creatura che finisce in fondo al mare è uno sfregio all'umanità. lì si muore. e si morirà di più per una cattiveria totalmente inutile.

è già uno scempio questa cosa qui. basterebbe e avanzerebbe.

poi c'è il perculamento, peloso e meschino. le giustificazioni: sicurezza dei confini nazionali, regolamentazione della condotta, razionalizzazione della gestione dei migranti. che poi la guardi meglio e si nota che: i migranti sbarcano a prescindere le ong, sono manovre ostative a costoro, il processo di gestione logistica ha più senso concentrarlo dove arrivano comunque in maggioranza, non sparpagliarlo per i porti dell'adriatico o del tirreno. ed il pull factor so ben io dove lo pullerei, nel suo essere una minchiata ripetuta ogni piè sospinto.

gli effetti saranno: più gente a morire in mezzo al mare. e la giustificazione è che lo fanno per migliorare il tutto. come se tutti fossero davvero così rincoglioniti da crederlo.

non hanno nemmeno i coglioni per acclarare quello che sono: stronzi, che se muore più gente, pace. ovvio che poi lo chiamano carico residuale.

dice: eh, ma mica puoi confessare una bassezza del genere, un approccio così criminoso. al netto che forse nemmeno riescono a confessarlo a lor medesimi. e questo mimetismo, con le sovrastrutture con cui ci si maschera, poi ovvio che crei dei fuori bolla mica da ridere. anche perché mi piacerebbe essere lo specchio di uno di costoro, ad intuire l'effetto che fa, quando la sera si sciacquano la bocca dopo avero lavato i denti, alla fine del giorno dove hai decretato, che ne so, sbarcateli ad ancona e fottesega che sono quattro giorni in mezzo alla tempesta. lo specchio che cattura quello sguardo, che si guarda nelle palle degli occhi e sfugge, magari, il pensiero: diommmmio, quanto son stato stronzo a far una cosa del genere. poi si sbattono le palpebre, breve scuoter la testa e si rigetta il pensiero. il viso si rilassa, come lo specchio può confermare: ahhh, che sollievo, che mi è saltato in mente per quell'attimo, pussa via, sciò, che domenica potrò fare sereno la comunione.

che poi, forse non è nemmeno questione di [sola] stronzaggine. è una questione di cinica narrazione delle cose. tutto quel blocco imperante si è fatto eleggere sbandierando quelle istanze. che sanno rassicurare un antro nascosto della nostra ragione. rendono più accettabili le cose che si fa più fatica a confessarsi. che abbiamo nel retrocranio l'idea del mammaliturchi. il neghèr che fa paura, in quando così diverso. se qualcuno liscia il pelo a quei riflessi, forse nemmeno troppo consapevoli, non è che aumenta la sicurezza in sé. e che così disturba meno l'idea di sentirsi stronzi. che ci vogliono i coglioni per prenderne atto. se il potente fa quelle cose lì, le giustifica con deciso puntetitudine, significa che è un po' stronzo come il cittadino medio, che son io. ed è un po' meno complicato prendere atto sia così. se lo fa lui, che dovrebbe essere "meglio" di me, molta meno tensione interiore, lo sbadta per certi pungoli piace poco. tutta roba che scorre forse un filo [o molti fili] sotto il livello di consapevolezza. ma son convinto ci sia.

ovvio che poi è più placidante l'idea che le ong, qualcosa di losco, devono per forza averlo. così che non possano farmi la morale, a me che sto in pantofole a farmi i sacrosanti cazzi miei. voi fate cose che io non ho il coraggio, o la voglia di fare, che preferisco il culo al caldo e comodo. ma avrete sicuramente qualcosa da nascondere. quindi muti, che siamo tutti simili nella mediocrità.

quindi ha un senso quel codice di regolamentazione. dagli a chi fa. visto come siamo integerrimi con costoro? d'altro canto un qualcosa per cui se le sono meritata, a prescindere, di sicuro ce l'avranno. ovvio che poi ti inventi il pull factor della minchia. per non dire - visto che non [te] lo puoi dire - anche solo per la rottura di coglioni del pungolo. che così, visto che se lo meritano, pungoleranno di meno. noi inflessibili a decretare norme, quindi definire cosa è legale e cosa no.

cosicché si è incurantemente stronzi e perculanti. incuranti del diritto internazionale, della legge del mare e dello iato che può venirsi a creare tra legalità e giustizia. che poi è la cosa più peggiore in cui può incappare chi governa.

figurarsi se per tutto questo moriranno ancora più persone.

esistesse quel dio che sbandierate sarebbe interessante vedere come ve la farebbe spurgare, tutta quella stronza, inutile cattiveria. che va bene l'infinita misericordia, ma davanti al perculamento se ne potrebbe mettere da parte una certa infinità. e giù qualche legnata, misericordiosa ovvio.

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