Sunday, December 29, 2024

parole/0

il bacchetta qualche giorno fa ha buttato lì il giochetto della parola dell'anno. la parola per ciascun ascoltatrice e ascoltatore. la sintesi, simbolica, che è sineddoche o metonimia [come mi piace 'sta cosa della parte per il tutto]. direi che come spiegazione non serve aggiungere altro.

al solito, alle suggestioni del bacchetta corrispondono effetti variegati. di cosa ne è uscito, però, non ho ricordi distinti. lavoravo più denso del solito. o forse pochi tratteggi di cose così originali. quelle che deviano l'attenzione verso di loro, anche se si lavora più denso del solito. 

ci sono altre persone che ascoltano il bacchetta. anzi. prima gli stava anche un po' sul piloro. ora è curiosa di vedere com'è fatto. alto, dinoccolato, le ho detto. così mi ha chiesto: qual è la tua parola dell'anno?

io non ho saputo rispondere subito. come se la testa, il ruminare dei pensieri, dovessero finire altro. cosa non so. sono bizzosi, a volte. come l'attenzione della gatta, il decidere di farsi coccolare: quando le va. altrimenti ciccia. così non ho saputo rispondere subito.

non so se ci ho pensato apposta, non credo. però ad un certo punto ne sono uscite due. come avessero fatto un giro tutto loro, senza che io ci badassi. e poi me le sono trovate lì, accanto, come recapitate dalla posta pneumatica.

la prima parola è quella più dell'ombelico. che però 'sta volta ombelico non ha un'accezione per forza negativa. che la parola riguarda me medesimo, vero. ma si sostanzia osservando quel che [mi] succede appena oltre. che mi riguarda, certo. e che è il caso riguardi per bene.

la seconda parola è quella dell'altro sguardo. lì l'ombelico non c'entra proprio più per nulla. non è solo guardarci oltre. è provare ad odorare lo spazio immenso che percepisco attorno.

quella persona mi ha detto, sei verboso. la parola doveva essere una. vero. solo che me ne sono state recapitate due. vai a capirli i pensieri che fanno i giri loro. che faccio le butto? no. ma non fare il permaloso, che un po' lo sei. vero. però ci sto lavorando. già fatto un bel po' di strada. poi se non c'è giudizio, o tentativo di spiegare come stare al mondo va bene. avresti dovuto osservarla prima, la mia permalosità.

la sua non era una cazziata. tanto che si è presa la libertà di buttarla sul lieve. mi piace quando le cose d'adagiano sul lieve. una cosa tipo che è l'effetto di una carezza. oppure del più casto dei baci. a volte son situazioni che prendono la via delle cose inevitabili. però si portano appresso la sorpresa di quello che non ti aspetti.

e comunque è guerra. la sua parola, intendo. era [anche] per questo l'occhietto con la luce un po' fievole dentro. è stato un refolo freddino. che se la luce è fievole il calore può attardarsi da altre parti. mi è spiaciuto, la sua parola, dico. è stato più significativo starle vicino. come a rendere qualcosa, senza spiegare. non serve. e poi c'era un addentellato con una delle mie parole.

già. non dimentichiamolo.

io avevo le mie due. verboso che non son altro.

quella dell'ombelico, però un ombelico non ombelicale.

e quella dello spazio altro, ampio.

comincerò dalla seconda.

baluginio.

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