Wednesday, February 19, 2020

se riesco a non spengere il telefono [spengere, non spegnere]

partirei con le buone notizie.
quest'anno non ho spento il telefono, come altri anni accadde [2017, 2019]. è una buona notizia perché non è stato necessario un diversivo, tipo l'operazione di protesi bilaterale d'anca di matreme [2018], con lei da accompagnare in ospedale, quindi altri pensieri ad occuparmi la testa. peraltro, matreme, a 'sto giro ha giocato d'anticipo. e quindi gli auguri me li ha fatti il giorno prima, nel caso in cui decidessi di bissare l'afflato d'ansia dello scorso genetliaco. quando portai millemila brioches là dentro. con la scusa potesse essere l'ultimo genetliaco là dentro. cosa che in realtà non è stata, visto  che là dentro ancora ci fatico. però lo scorso anno, dopo la briosciata collettiva, mi si evaporò la botta adrenalinica, ed andai moderatamente in daùn. così spensi il telefono per due giorni. [poi, un anno dopo, ripenso che forse fu anche l'addio che si palesò il giorno prima. non ostante la felicità sincera che provai per ella, mi sconvolse molto più di quanto realizzai nel momento del. ma tant'è].
insomma, poi uno dice non era il caso di investire un certo gruzzoletto in tutti quegli anni di sedute da odg.
matreme che, giova ricordarlo, è anche quella che ha fatto la fatica più grande di tutti. non foss'altro per il vitello di oltre quattrochili che fui allora, tanto da sventrarla, e non sono figurativamente. e non dire di quanto dev'esser stato complicato tirarmi su, che son sempre passato per gli arabeschi, più interessanti delle cose lineari. matreme cui ho detto di regalarmi la radiosveglia della sony, quella a cubotto, rossa. che butterò via quella che mi ha accompagnato per tutte le case - tutte - in cui sono stato in quel di milano e hinterland. la getto. non foss'altro per liberarmi di un oggetto il cui portato transazionale mi fa montare una discreta e serena rabbia, al pensiero di chi me la regalò, un natale di millemigLioni di anni fa, oltre che le millemila carezze surrettizie di quegli anni orsono [poi uno dice che ha fatto fatica a rasserenarsi con la propria vita sessuale attiva a singhiozzi].
vabbhé.
stigrandissssssssssimicazzi.
scrivevo che non ho spento il telefono, quest'anno.
credo sia stata una combinazione di fattori, più o meno favorevoli. devi tenerli in considerazione più o meno assieme. tipo quando vuoi andare su marte. che se ne sta a seconda dei momenti a 401 milioni di chilometri da qui, però puoi trovartelo anche a soli 55 milioni. è sempre una fotttia, ma è poco più che un ottavo. se aspetti i mesi giusti poi sfruttare il momento migliore, tra i 26 mediamente [i mesi dal massimo al minimo, dico]. conviene insomma scegliere di partire nel momento giusto. andare su marte è fottutamente complicato, ma almeno si è coadiuvati dalla meccanica celeste, che offre vaticini di regolarità financo sconcertanti, nella loro imperturbabile inevitabilità. invece i cicli umorali, causa combinazione di eventi, nei pressi del mio genetliaco sono fottutamente più semplici, miliardi e miliardi di volte. però sono decisamente più imprevedibili. anche perché la vita nel frattempo accade.
però a 'sto giro non ho spento il telefono, anche perché sono stato bravo, suvvia. e sticazzi se la stragrande maggioranza delle umane persone non ne farebbe 'sto gran problema, anzi. d'altro canto però per me non è 'sto gran problema far cose ben più complicate, quindi? che poi sia meno faticoso riuscir facile nelle cose semplici, piuttosto quelle più complicate, mi è chiaro. ci si sta lavorando. che è la cosa fondamentale, starci provando: che il gerundio è una bella coniugazione assieme al congiuntivo. sono stato bravo non foss'altro per tutto il lavoro fatto con odg negli anni passati, non ostante a volte mi sembra di essere tenuto su con lo sputo. è che forse non è esattamente così, che sono un grandissimo rompicazzo a giudicarmi. e poiché sto smettendo di farlo con gli altri [anche questo l'ho imparato nelle sedute qui accanto], forse è ora di cominciare di farlo con me medesimo. e sempre a proposito del lavoro fatto con odg, è vero che non c'è il doppio fondo cieco, che poi è il modo un po' di tirarsela nel dire "cosa sarebbe stato se non l'avessimo fatto", ma ho la vaga sensazione che tutto sarebbe stato molto, molto, molto, molto più complicato. altro che telefono spento il giorno del compleanno.
che poi la storia del telefono spento non è buttata e ripetuta lì a caso. è il significato dello starsene pronto alle chiamate dell'altro, che è come saperlo accogliere l'altro. l'altro, che poi sarebbe  l'altro elemento della combinazione di cui sopra. se lo si spenge [spenge] il telefono ci si chiude dentro le proprie preziosissime miserie. e non si coglie il bene dall'altro. lo si lascia fuori. specchio riflesso, quasi ce ne si vergognasse, si ci sentisse imbarazzati. ci sono stati tratti, in passato, in cui ho pensato di non esserne degno, figurarsi. ora ogni tanto mi chiedo incuriosito: cosa ci vedranno gli altri, che vogliono donare qualcosa di loro, a me. ho in mente una risposta, ma poi quasi arrossisco al pensarlo. quindi in momenti di serena consapevolezza, mi rendo anche conto che se la domanda è legittima, ancora più sensato è non affannarsi a cercar risposta. senza [auto]severità inutili, senza giudizi da genitore normativo [cit.].
credo che il punto stia quasi tutto qui. il riuscire ad avere contezza che sì, è una questione di saper accogliere il bene dell'altro: in qualsiasi forma, modalità, declinazione, fantasia, ispirazione, coniugazione, proiezione, ammirazione, pensiero, intuizione, effusione, azione, voluttà, inclusione, determinazione, osservazione, ricordo, afflato. è un modo per mettersi alle spalle il malassorbimento: non riuscire a far propri i nutritivi emozionali, emotivi, interiori. quelli che corroborano la resilienza e l'adattamento al principio di realtà, che è lì sempre bello complesso da abbracciare e mettercisi in sincrono e coerenza. ma diamine se serve farlo, per riuscire ad essere un adulto integrato ed un bambino libero [cit.].
per questo è stata così paradigmatica questa giornata genetliaca. ho tenuto appizzato quel fottuto telefono. mi sono regalato del tempo per me, come una coccola. ho letto, di cose donate da altri, regalatemi come qualcosa di loro [senza che mi venisse da chiederemi il perché]. perché ho fatto una cosa per matreme. perché me ne sono andato a guardarmi al cinema il concerto ritrovato del mio cugino de andrade.
e perché poi festeggiato, prendendomi - consapevolmente - il bene degli altri. non eravamo in tanti. ma è stata una bella conquista per me, a 'sto giro.
vero, mi riescono complicate alcune cose semplici. ma poi quando riescono sai che ficata ne viene fuori.