Wednesday, August 5, 2020

di matrimoni sognati, ma mica tanto desiderati

e quindi niente.
la notte scorsa - tra le varie cose, al solito pirotecniche - ho sognato avrei dovuto sposarmi.
solo che la futura sposa mica la conoscevo. ed è stata una sensazione del tipo:
  • prendi grandi manciate di curiosità - chissà che personaggio è;
  • qualche goccia di angoscia - ma io questa mica la conosco, e come la mettiamo con la storia che è cosa definitiva [relativamente]?
  • spruzzate di arrapamento - beh dovremo anche trombare, possiamo vedere subito come ci viene;
  • agita per bene, e fai sì si amalgami per bene il tutto;
  • servi senza indugiare.
ecco. mi son sognato questa sensazione qui. insomma: non esattamente l'afflato carico di significato, di speranza, di fiducia nell'altro che - credo - accompagni chi accompagna il compagno o la compagna davanti a chi celebrerà l'unione. che è una celebrazione, appunto.
e poi la futura sposa mica la conoscevo. era mora, capelli lisci, piuttosto minuta. a dirla tutta per qualche brandello onirico si è messa ad assomigliare ad una che in effetti incrociai anni fa. [eravamo daaaaaaavvvvvvvero fatti l'uno per l'altro, dovete sicuramente conoscervi e frequentarvi - così coccodeccava col tono acuto la conoscente comune, cui venne l'idea e che organizzò l'incontro in cui ci conoscemmo. la conoscente comune: uno di quei fenomeni che incrociai nell'improbabilità di fare l'imprenditore di successo. con costei - non il fenomeno, ma colei che avrei dovuto frequentare - ci presi una birra. personaggio sicuramente fuori dal comune e non banale. ma rispose in maniera fastidiosamente affettata ad un paio di considerazioni che buttai lì, più con timidezza che risolutezza. alla fine della birra ero più annoiato e perplesso che incuriosito. figurarsi rapito. si dilettava a far teatro, frequentava un corso. andai a vederla recitare, facendole una sorpresa. metti il caso mi fossi sbagliato, la prima volta. stigmatizzò la meraviglia all'amica - il fenomeno - il fatto fosse troppo sui generis non l'avessi avvisata, capitando d'improvviso in quel teatrino per il saggio di fine corso. ed insieme alla meraviglia ci attaccò fosse preoccupantemente strano quel mio comportamento. no, non mi ero sbagliato la prima volta: meglio imparare a fidarsi di quelle vaibrescion iniziali. non la rividi più. ora dovrebbe essere sposata e con prole. auguri.]
insomma.
dovevo sposarmi con una che non conoscevo, verso cui non provavo il desideio di farlo, sposarmi dico. ricambiato, peraltro. c'era altro. non il desiderio.
può sembrare un sogno della minchia. specie se inserito nel solito ribollire multiportata delle mie esperienza oniriche quotidiane, nel senso di tutte le notti. però ci ho pensato tutto il giorno. anche mentre lavoravo come fossi là dentro. che oggi sono 99 giorni [lavorativi] che non sono là dentro, fisicamente dico.
ci ho pensato tanto, oggi.
e quindi mi è venuto da chiedermi quali messaggi abbia voluto consegnarmi il mio inconscio. suvvia. se mi sogna 'sti sogni, ed io ne rimango così colpito, ci sarà una qualche minchia di motivo.
azzardo alcune ipotesi.
potrebbe essere una specie di mezza risposta alla domanda che facevo tra me e me, propro la sera prima o solo quella prima ancora. facevo la domanda facendo finta ci fosse qualcuno, o qualcosa, ad ascoltarla [anche se sappiamo che non c'era nessun altro se non io ed io mio coinquilino]. e la domanda è: ma quindi è tutto qui? tenere botta [abbastanza] serenamente, nel mentre fatturare, in attesa di rimanere definitivamente solo, e che poi arriverà qualche rogna definitiva di salute, o qualcosa mi porti via senza rendermene conto. questo incedere di malinconica inevitabilità, di solitudini che si strutturano come si fanno evanescenti alcuni rapporti, con gli entusiasmi che si smorzeranno via via, ancora più flebili di quel che sono flebili ora, e qualche tappo sgasato che sussulterà qua e là? davvero è tutto una cosa così? che poi sarà peggio. quindi ringraziamo il cielo o chi per lui, acciocché questa cosa va bene, e zitto e mosca? nasci, lavora, consuma, crepa?
ecco.
una mezza risposta. potrebbe essere questa.
potrebbe non essere tutto qui. ma se matrimonio dev'essere, non con una cosa così. piuttosto solo. non pensare di cercare nella mediocrità di un rapporto con un'altra - per quanto ella magari per nulla mdiocre - l'ispirazione per cercare altro. per cercare un tocco di senso.
il senso non passa di qua. non passa per la carreggiata sgarruppata nel farlo così.
io non credo che il mio inconscio sia molto pratico di cose future. credo sia molto abile a cogliere il presente, captando tutti gli stimoli intorno, contestualizzandoli con quel che ha visto nel passato.
quindi ho fatto un songo che premonitora una beata minchia. ma che mette in guardia, e nello stesso tempo ti butta lì il titillo. tra le altre cose. dice da questa parte non venire. che un relazionarsi senza gran senso lascialo pure perdere. non sarà mica quella scopata gratis periodica che aggiunge chissà che.
se però vuoi prendere quella direzione, cerca altro. che relazionarsi con senso è ancora possibile. qualsiasi cosa significhi relazionarsi. che siano relazioni già rodate - che stanno evaporando - o nuove, non ancora immaginate.
certo: devi adoperarti per trovarle. e mantenerle.
adoperarsi. agire. fare.
di nuovo il punto dirimente.
[è ora di] smettere di fare il matematico delle barzellette. e cominciare a fare l'ingengere.

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