Wednesday, August 19, 2020

la sposa del mare [post che sembra malinconico, invece è che ho variegato nelle mie nevrosi da inesperto]

 e quindi oggi ha compiuto gli anni l'amica Marina.

ed è significativo come cambiano le cose. tanto che stamani mi chiedevo: eppure questa data mi ricorda qualcosa. poi ci ha pensato il signor feisbuch a ricordarmi cosa avrebbe dovuto ricordarmi.

minchia.

il compleanno dell'amica Marina.

la cosa interessante è quando compì gli anni millemila anni fa. avevo appena terminato il servizio civile. mi ero regalato qualche altro giorno giù in riviera. sarei rimasto nell'alloggio degli obiettori a sbafo, a godermi qualche giorno di mare in più. mi ero guadagnato il benestare del responsabile della truppa decisamente variegata.

soprattutto dovevo festeggiare l'amica Marina. di cui ero follemente innamorato. o almeno credevo di esserlo. quando la conobbi pochi mesi prima mi colpì per l'esuberanza ed il modo di fare molto solare [per quanto con quel velo appena accennato di saudade in fondo l'occhio chiaro]. mi piacque, ma pensavo che mai mi sarei innamorato di una così. qualche tempo dopo sognai che ci spovamano, e a me 'sta cosa procurava - nel sogno - un discreto senso di angoscia e smarrimento. per non dire del soffocamento. non che non mi risultasse simpatica, in quella congrega di musoni. ma addirittura sposarla, così, senza provare quella roba innamorevole. il senso di angoscia me lo ricordo eccome. fottutissimo inconscio che aveva già capito tutto. su di lei e dove mi sarei infilato.

infatti poi me ne innamorai, passando prima per perdere la testa per un'altra, per un paio di settimane. costei, da un paio di settimane fece saltare una specie di tappo di cerume sentimentale. lei nemmeno se ne accorse. ma io capii che si poteva andare oltre la mia ossessione universitaria. fatto saltare il tappo ero pronto per lei, per Marina. solo che non è che me invaghii: mi ci trovai del tutto pescelessato.

naturalmente gestii la cosa come ho gestito quel genere di situazioni in quelle situazioni: di merda, facendo danni rapidi ed irreparabili. probabilmente c'era molta trippa per gatti. mi regalò un diario in cui aveva tenuto traccia di pensieri suoi su di me, di quando partivo per le licenze, di quando tornavo. in realtà me lo regalò dopo aver compromesso io le cose. la gestione di merda di cui sopra. ed io, pure recidivo, vidi in quel diario - e nell'emozione di leggere cosa aveva scritto di me, quasi chiedendomi: ma sta parlando di me? [poi uno dice che bisognava lavorare un po' sull'autostima] - come una specie di conferma del fatto ci fosse trippa per gatti. in realtà me lo regalò proprio perché c'era stata trippa per gatti.

le scrissi una canzone per il suo compleanno. feci pubblicare una lettera firmata nel giornalino dell'hometown che avevo contribuito a fondare qualche mese prima. la lettera doveva essere il biglietto d'auguri per la canzone e non ricordo bene quale altra minchia di dono le donai.

la canzone non credo si potesse annoverare tra i caposaldi del cantautorato italiano - totalmene rimosso dalla testa la melodia. il bigliettino-lettera firmata era moderatamente melenso, con una cifra stilistica molto più pesante di questo post.

la canzone non volle mai ascoltarla, "avrebbe solo complicato le cose", disse. del biglietto-lettera firmata rimase forse un po' imbarazzata. non so.

pensai a lei ancora qualche mese, una volta tornato a milano a cercare una specie di lavoro [quando facevo un sacco di colloqui e i lavori che mi proponevano mi sembravano tutti così facili e poco interessanti. ed io mi chiedevo: ma come, tutto qui? mi sono fatto il culo su cose complicatissime, sfide intellettive importanti e ora mi chiedete di adoperarmi per 'ste cagate? benvenuto nel mondo del lavoro e della formazione sovradimensionata e distopica]. ci pensai qualche mese, dicevo. poi un giorno scoprii che si era rimessa definitivamente col suo ex. stavo leggendo seta, di baricco. libro che già di suo mi stava convinvendo, oltre che melenso un po' oltre il sopportabile. ed io che reagii in maniera ancora più melodrammatica a quella notizia. [così tornai per qualche mese ancora, gli ulimi fortunatamente, alla mia ossessione pseudosentimentale dell'università ed un po' oltre. poi finì pure quella, esta vita nueva].

però. cazzo. la canzone ed il biglietto-lettera firmata, maròòòòòòòòòò. quelle furono vette davvero obnubilanti, tipo quando si va molto in alto e c'è poco ossigeno. ed un po' ti rincoglionisci.

in realtà, tutto questo, più per ricordare la menata dei tempi andati malinconici et autofustiganti, mi è sovvenuto oggi.

quando le ho scritto un uotsapp genetliaco, dopo la piccola epifania del perché la data mi suonasse non indifferente.

mi ha risposto che ogni anno attende con trepidazione il mio messaggio augurale.

mi è venuto da sorridere. 'ché in fondo in quel con trepidazione c'è dentro la sua cifra stilistica che già mi colpì allora. leggendo quel diario. solo che allora quella cifra mi suonava particolare, forse non del tutto convincente. ma ero innamorato - o quella roba lì, insomma - e quindi ci passavo sopra, e mi andava bene lo stesso.

oggi quella cifra stilistica mi si acclara per quello che è. un'eco di quell'angoscia del sogno, che più che verso di lei, era l'angoscia di come vivevo il post di quelle situazioni. situazioni che, per totale inesperienza e poca convinzione dei miei mezzi, sputtanavo con una facilità imbarazzante.

e soprattutto quella sua cifra stilistica mi pare quella di allora. mentre io ora guardo con una specie di sorriso e piccola soddisfazione il distacco da allora. e la consapevolezza che quella canzone era probabilmente una minchiata. e il biglietto-lettera firmata che aveva come titolo "la sposa del mare", un melenso tentativo di ri-acchiappare nel modo più inefficace una che avevo fatto fuggire, probabilmente perché intuì tutta la vibrante emozione che scatenava incotrollata e che avrebbe dovuto gestire, lei. solo che le cose che vibrano troppo fan venir giù le cose, telluricamente.

lei sta bene. ha sposato il suo ex, che naturalmente allora non lo era più ex. ha due regazzini. è ancora una donna solare, con quel velo appena accennato di saudade in fondo l'occhio chiaro.

io vagolo. con qualche consapevolezza in più. non ho più scritto canzoni. [però non è detto che non ci riprovi. dubito sarà per una qualche donna. quindi può tecnicamente funzionare].

cose così.



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