Sunday, December 27, 2020

su "film bleu" [o il paradosso di]

può essere che - sfrucuglia sfrucuglia nei post addietro - di "film bleu" abbia già scritto. psicopipponizzato. non è un grosso problema ripetersi. in fondo il bloggggghe è un reiterato, poliedrico, disincato osservar il burrone che c'è dentro. come è in un po' tutti. c'è chi lo guarda più spesso di altri, per quanto può non essere la cosa più scaltra da farsì.

vabbhé.

dicevo di "film bleu". nella pittatura della memoria, quando pesco questo filme e di quando lo vidi, ci associo indissolubilmente l'amico itsoh. e quella ragazza con cui si discusse del film medesimo appena fuori il cinema. e del fatto che erano molto alternativi a me, la ragazza - invero che non mi interessava eroticamente - il gruppo che era lì a vedere il filme e quindi tangenzialmente anche l'amico itsoh. solo che l'amico itsoh mi suscitava quel misto di ammirazione e di affetto che non ho provato con tutte queste persone in quegli anni. giusto l'amico emanuele, l'amica laura e con tutte le complessità del caso anche l'amico andrea - che verosimilmente era il più ingegnere di tutti, dentro. poi guarda caso solo con uno di costoro non sono rimasto in contatto. quindi l'amico itsoh era un tramite verso un gruppo di persone - allora - troppo distanti. io che avevo la necessità importante di quel ritorno uterino in quel dell'oratorio dell'hometown. ho lasciato andare opportunità, che i coglion ancor mi girano [semicit]. troppo intimidito per uscire da quella cosa uterina. con tutte le conseguenze giù, giù, giù, giù fino a questo punto. nel senso di questo punto "."

vabbhé. divago. di "film bleu" [liberté].

Jiuliette/Julie passa attraverso un nugolo di punti angolosi. quello che scatena il dipanarsi del senso del filme è doloroso, traumatico, devastante tanto quanto inaspettato. e si ritrova sola. senza gli affetti e l'amore della vita per cui soffrire. nel senso che escono dalla sua vita, quindi il dolore è per quello che le è tolto. non per quello che potrà venire. ed è così che si scopre essere la musa ispiratrice del marito compositore contemporaneo. se non colei grazie alla quale quella musica prende vita. in quel [poli]trauma si acclara il processo creativo, in cui realizzarsi. in quel punto angoloso, oltre il tentativo di suicidio, Juliette/Julie conquista il paradosso della sua libertà. sola. gli affetti, le persone che si amano contengono la complessità del fatto saranno portatori di gioia. ma anche dei dolori che possono promanare e che possono declinarsi. e quanto il dolore sia una cifra per cui si sia legati a qualcuno.

a guardarla con il cinismo che mi escono certi mood nataliferi è un paradosso. probabilmente necessario per il progredire dell'umanità. l'amore per gli altri è anche il perno dove si arrotola quel legame che ci può soffocare. qualsiasi sia il perno, qualsiasi sia la corda, qualsiasi cosa significhi soffocare.

ora.

questo filme mi si arrampica nella mente, in questi giorni. guarda un po'. e che salti fuori questo post, in queste feste natalifere, di questo periodo, di questi tempi non mi meraviglia. e non dovrebbe meravigliare quei cinque o sei là fuori. per quanto ribadisca non abbia nulla di cui lamentarmi. per quanto non avete idea di quanto desideri per Voi che quei perni, quelle corde siano lasche, talmente lasche da farle sparire sotto tutta quelle ondate di amore, di affetto, di bene. complicate ma pur sempre ondate.

ripenso così quel filme. e ci attacco questa sintesi sottrattiva, dove per espuntare il dolore si leva tutto il resto. non augurando a nessuno nessun punto angoloso, ovvio.

e vivendo la contemporaneità di aver necessità di solitudine et distacco, unito alla fatica di continuare a trovarmicisivi. un po' per scelta. un po' congiuntura. un po' per struttura. e rendendomi conto - plasticamente, inesorabilmente, fortunatamente - delle complessità dei vissuti di chi mi c'è intorno. del peso di anni, episodi, vite, che dai loro affetti hanno ricevuto meno amore di quel che avrebbero desiderato e meritato. con tutto quello che di inespresso, trattenuto, soffocato, irrealizzato è venuto di conseguenza. anche su di me. è un po' faticosino tutto questo. in questi giorni serenamente faticosini. in cui si alterna la declinazione del sentirmi stanchino. che poi capiti a natale ha un suo senso. genuino, vero e per nulla conformista. tutta la paccottiglia verso cui si sente itterizia è altra roba e paccottiglia rimane. questo senso del perché proprio in questi giorni è perfettamente coerente. ed l'eco del vociare - colla voce da bimbo - di bisogni essenziali, fondamentali.

vorrei lasciare andare il fardello. il perno, la corda: vorrei non ci fossero. so che non è possibile. ho anche una discreto fottuto spaventino aggiungerne altri. eventuali, ipotetici, nuovi. ma so che non sarà meglio quando continueranno a non esserci. né le altre possibilità che potrebbero schiudersi.

perché io lo so che rimarrò solo. ho la vaga sensazione non sarà come "film bleu". e non per il punto angoloso che non voglio vivere - eccccheccazzo - ma soprattutto perché non ci sarà quel un soffio di speranza che il finale insuffla, per quanto sia stato doloroso far sì potesse insufflarsi. non compongo musica [anche pure 'sta cosa mi sarebbe piaciuto fare]. scrivo solo psicopippe, senza il coraggio di strutturarle in altro. quindi non sarà per tutta una serie di circostanze. non so se e come e quanto mi mancherà quel peso, qualsiasi cosa significhi, del portato di questi giorni. quanto sarà leggera quella [eventuale] libertà. quanto levità a contrapporsi al peso di quel che è mancato. per quanto possa essere pesante un qualcosa che non è stato. libero, forse giusto per il discorso del burrone di cui sopra.

per quanto, in tutto questo, ci sia pure l'odore di sensazione di volpe et uva. e di nuovo è un bell'esercizio di onestà anche riconoscerselo. che è un fottuto peccato sia mancato tutto quello che è mancato, molto più a monte e prima di me. al netto che, rimbalzo dopo rimbalzo, avrei potuto goderne un po' anch'io. è un fottuto peccato. ma riconoscerlo non so quanto faccia saltare dei perni, allenti il cordame, allontani il soffoco. però è conquistarsi un pezzo di libertà. a suo modo. magari condizionata. ma che forse sia pur sempre liberté.

 


 

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