Sunday, January 24, 2021

su crisi, crisette et personalismi [post nosiosamente politico. forse un po' parte della psicopipppa. molto sbrodolato, davvero, guardate Voi se è il caso di leggerselo tutto]

disclaimer. una volta scribacchiavo molto più spesso di politica. ora meno. perché sono più stanco, sfiduciato, disilluso, disincantato: ovvio. ma anche perché ho idea abbia un approccio meno da tifoso. tecnicamente l'ultimo giro ho disperso il mio voto - di proposito - segnando la cosa più a sinistra ci fosse sulla scheda. segnatamente potere al popolo!. ora osservo con molto più distacco. meno appassionato. che la passione è 'na bella cosa assaje, ma questi forse non se la meritano. quindi evito e psicopipponeggio e basta. ovvio non significa abbia smesso di essere e sentirmi profodamente di sinistra. ma questo è altro discorso. fine del disclaimer.

io credo che per capire l'innesco della crisi del governo denominato conte-2, si debbano utilizzare le categorie psicanalitiche. la tattica spregiudicata del senatore renzie, ha inizio nell'agosto 2019. è il principale attuatore del cambio di maggioranza, sparigliando: con tanto di reazioni importanti di suoi sostenitori. dopodiché si scinde dal partito di riferimento, con il quale è stato eletto - peraltro. così ha le mani libere per poter decidere come condizionare, quando far cadere, il governo di cui è stato il promotore che non ti aspetti. tattica da giù il cappello. davvero, senza ironia. se non ci fossero stati i tempi nuovi la crisi si sarebbe acclarata molti mesi fa. la volontà di sabotare il presidente del consiglio dei ministri, che si era adoperato per riconfermare, è iniziata - mediaticamente - un paio di mesi fa. il perché, ribadisco, credo lo possa spiegare la psicanalisi. e l'egolatria del senatore renzie. alcune  questioni di merito che ha portato - a mio avviso - sono financo stra-condivisibili. ma rimango con l'idea siano state strumentali. proprio per come si è dispiegata l'interlocuzione e la comunicazione. naturalmente intermediata dai media. poco nella sostanza del confronto là dove ci incontra, si media, si ragiona sul piano della pragmatica. il continuo rilancio, l'avocare solo a sé i meriti di aggiustamenti delle proposte, l'arroccamento su istanze definitivamente divisive [parentesi MES: se ci credi così tanto lo sfili dalla tenzone governativa, proponi un dibattito e un'iniziativa parlamentare. se la maggioranza è favorevole, il governo deve prenderne atto. se la maggioranza non è favorevole, non se ne fa nulla. porlo come totem e condizione imprescindibile è un modo surrettizio di addossare la responsabilità agli altri. sta proprio nei fondamentali dell'interlocuzione e del confronto. al netto si sia favorevoli o meno a quello strumento]. insomma: sommessamente sono convinto che renzie abbia sempre voluto affossare il governo. per far fuori il presidente del consiglio dei ministri. ho idea per questioni eminentemente personali. il personale è politico. ma la politica non dovrebbe mai muoversi per ragioni personali. per il semplice fatto c'è di mezzo la collettività, che è oltre il e riguarda il noi. se lo si fa, è perché nel c'è qualcosa di poco sereno, quando poco equilibrato. che ci vogliono chiavi di lettura psicanalitiche l'ho già scritto?

al netto delle chiavi di lettura necessarie, da quelle parti la situazione nonèbbbbbbbuona [cit.]. si è aperta una crisi che non son così convinto si sia risolta. comunque si è peggiorata, squalificandola, la situazione di contesto. basta osservare la pregnanza di coloro che arrivano a sostituire i voti degli italivivi. non è la questione che si appoggi quello prima si osteggiava, non esiste vincolo di mandato in questa Repubblica parlamentare. e il chi lo fa, il profilo che esprime. e che fosse non esattamente ottimale prima, non significa bisognasse farla andare ancora a più a cazzo, prendendo in prestito un termine tecnico ad uso dei notisti politici.

già. anche perché l'altro contendente acclarato, il presidente del consiglio dei ministri giuseppi, ho opinione sia tutt'altro che la soluzione ideale. e che ci possa essere decisamente di peggio - o sì, che ci può essere di peggio - non è ragione sufficiente per immaginarlo come il meglio. anzi. al limite come la conseguenza della ratifica del principio di realtà. credo che giuseppi incarni capacità trasformistiche non indifferenti. caratteristica italica ben fondante. è un dato di fatto, possa piacere o meno. a me piace poco, ma ora non è questo il punto. uno che passa dall'essere il vice dei due vice presidenti di una maggioranza giallobrunita - di un bruno assai bruttino - a popolarissimo presidente del consiglio dei ministri di una maggioranza giallorossa - più gli italivivi - senza quasi fare un plissè, è perché esprime talento di adattamento e di trasformazioni mica da poco. è peraltro la plastica dimostrazione del principio del: tu inizia pure a fare un lavoro, che ad imparare a farlo ci pensi via via col tempo. anche questa è caratteristica italica che ci contraddistingue. credo che ora sia davvero così popolare anche alla luce delle pochezza politica dei faivstarrrre che l'hanno espresso. dell'entropia isotropica del pidddddddì. della poca sostanza numerica di quel drappello di sinistra che è leu, o come diavolo si chiamano. poi è arrivato l'onere della pandemia, la gestione inevitabilmente emergenziale: e quando di conseguenza viene il proluvio dei diiippiscciieemmmmme, uno può mettersi pure in testa di essere un politico fatto e finito. magari pure leader. se poi ti definiscono come il punto di riferimento dei riformisti [a me sta cosa mi fa un po' ridere], ecco che il tutto può montare come la chiara d'uovo. che fa una gran scena, tutta così bianca e rassicurante, ma sostanza poco. non è mica colpa di giuseppi, ovvio. è l'effetto di una struttura politica pochina pochina da lustri, in continua degradazione. gli eventi nella sciagura dei tempi concorrono a chiedere le capacità di uno statista. poi mica per questo significa che chi si trova lì lo sia. anche se isso si pensa tale, probabilmente.

e quindi non meraviglia che a fronte degli attacchi -  che credo, ribadisco, di origine personale - di renzie, giuseppi non voglia lasciar andare la questione e rilanci. si è ritrovato dov'è un po' per caso, un po' per culo, un po' per tragedia epocale, con un credito importante: capisco il suo arroccamento. costi quel che costi. tirando dentro più o meno chi ci sta. che il peggioramento della situazione di contesto di cui sopra. peraltro ulteriore declinazione trasformistica. per questo è plasticamente possibile e fattibile.

non so se si realizzerà. so che mi piacerà meno di quel che era fino ad paio di settimane fa. ma so anche che sarebbe decisamente peggio di trovare al governo i fascio-leghisti, in percentuali troppo importanti. anche perché hanno smontato un pezzo di Costituzione, senza adattare quella sgarrupatissima legge elettorale. ed il combinato disposto può far uscire un parlamento che si elegge il suo PdR e magari poi comincia a sminchiare la Costituzione stessa. l'obiezione potrebbe essere: tanto i fascio-leghisti arriveranno comunque, se non tra tre mesi tra due anni. però in due anni si può immaginare di proporsi per togliere consensi a quei figuri pericolosi, si può migliorare la legge elettorale, si può mettere in sicurezza l'elezione del PdR. poi magari non si riesce, neh? considerato anche l'abilità di quelli che dovrebbero agire. di certo però in tre mesi tutto questo non lo si fa.

come se ne esce? o quale sarebbe la situazione imho meno peggiore?

il paradosso che si spalanca di fronte è - pensa un po' te se l'avrei mai auspicato - quello di ricucire con gli italivivi. con tutte le difficoltà e rischi di tenersi un sabotatore a sua insaputa com'è renzie, anche con le istanze che propongono che ogni tanto sono pure condivisibili, se presi un tocco per volta. ricucire in parlamento sia che presieda giuseppi [ed in questo caso avrebbe vinto giuseppi] piuttosto che no [ed in questo caso avrebbe vinto renzie]. davvero, in questo momento mi vien da dare una pacca sulla spalla al principio di realtà: siamo messi così? ennnnnnniente, cerchiamo di gestirla. senza provare tutta 'sta stima né per l'uno né per l'altro. anzi. personaggi che sono per certi versi così diversi, per altri così simili [forse è anche per questo che l'acme dell'idiosincrosia per giuseppi arrivi proprio dai devoti di renzie più o meno praticanti?]. in questo momento giuseppi e renzie assieme, appassionatamente, sembra qualcosa che scivola sull'asse dell'immaginario. ma ci ripetono che appunto la politica è l'arte del possibile. che poi significa trovarsi a metà strada in un percorso di mediazione. dove accade quell'altro piccolo paradosso, che tutti perdono qualcosa, acciocché più o meno tutti ne abbiano a guadagnare. quindi figurarsi, appunto, se gli elementi scatenanti di 'sto delirio e dell'impasse sono le simpatie o antipatie personali a prevalere.

giusto per chiudere in modo onirico, da libro dei sogni, o da buonista, 'sto post sbrodolatissimo [ehi, ci siete ancora tutti e sei?] oggi pomeriggio, mentre camminavo a ridosso del torrente, mi è sovvenuto questo auspicio. che naturalmente non si compirà. che prende atto dalla banalissima ovvietà della corresponsabilità. quando si scazza, in fondo, si scazza perché ciascuno ne è stato la causa. ne è a suo modo responsabile [toh, guarda: un'altra declinazione non paracula, o retorica]. ciascuno: anche se uno dei due è renzie, uno che è ontologicamente divisivo, che divide anche sull'unire, che proprio non ci riesce a non esserlo. per passare attraverso la dimensione frattale del riconoscere la propria responsabilità, e poi un salto nell'iper-realtà dello chiedere... attenzione: scusa. la iperbolizzo. "ehi, renzie, forse avrei dovuto essere meno accentratore e dare più retta subito alle istanze che mi si criticava, e davvero non faccio sarcasmi su come non abbia mai cercato collaborazione, ma l'approvazione incondizionata del tuo giglio magico. scusa". "ehi, giuseppi, forse ho un po' esagerato a definirti vulnus della democrazia, che utilizza in modo spregiudicato i soscial, che intende gestire la realtà come da grande fratello. in quei frangenti ero veramente arrabbiato, non lo penso davvero. avrei dovuto parlarti di più direttamente, senza mandartele a dire con un proluvio di interviste e post su feisbuch. dimentico di quando inneggiavi a deDonald, così come adesso inneggi a joe robinette jr. non avermene, ho trascevo, non dovevo. schbum... sccughhmmm... ehm...scusghghghghgh". [ennnnniente, renzie proprio non ce la fa a chiedere scusa. anche se lo vorrebbe. nemmeno nel mio libro dei sogni].

al netto dell'irrealizzabilità, molto libro dei sogni un po' de-amicisiano, un po' francescano, un po' rodariano, ci sarebbe dentro quel considerare il fondamentale che il dialogo, la collaborazione, devono passare per quel tipo di assunzione di responsabilità. che è un passaggio stretto e non esattamente gradevole nella vita comune. ma che se venisse messo in atto in quei contesti  non è escluso ri-avvicini quel po' di indispensabile la classe politica, alla realtà della gente normale. al solito non sarebbe un atto di debolezza, ma di fortezza. meno testosterone, più empatia. renderebbe un'eventuale ricucitura meno da spregiudicata voltafaccia, privo di coerenza alcuna. sarebbe financo più comprensibile senza apparire solamente disorientante, dopo quell'ostentatazione di mai più, che suonano tipo a dimostrare chi ce l'ha più duro e duraturo.

non succederà. ma un punto dirimente ho la sensazione rimanga questo. un tipo di comunicazione che garantisca una qualche coerenza. per non sembrare avulsa da una normalità delle persone equilibratamente normali, per il fatto di annunciare cose e poi smentirle nei fatti, o annunciare l'esatto contrario poco dopo. quasi che le persone non abbiano nessuna capacità di cernita, critica o memoria oltre quella del pesce rosso. e se si è stati così cazzoni, da esacerbare specie il piano personale, smontare quel tipo di impedimenti al confronto. ho la sensazione che noi ci sentiremmo anche un po' meno presi per il culo.

poi non succederà, perché mediamente sono la nostra emanazione tendente al peggio. perché ci sono elementi non esattamente sereni ed equilibrati nella percezione del sé. perché il potere deve dare una vertigine che poi ti fuma anche le sinapsi. specie se non si ha un qualche struttura più o meno centrata.

non succederà. spero solo di non dover rinunciare alle psicopippe che psicopipponeggiano su altro, perché ad esprimere il presidente del consiglio dei ministri siano i fascioleghisti. presto o tardi. ecco, anche no. di post di pretesa attualità politica vorrei non essere così stimolato a scrivere [anche per il fatto - comunque più che trascursabile - rimaniate in due là fuori].

2 comments:

Robe di Robi said...

Io, nella mia splendida ignoranza, aspetto il post di approfondimento su Conte

odisseando said...

vabbeh.
merita l'attenzione di Voi sei?
eppoi di solito ho da far cose più serie, tipo costruire su macerie, o mantenermi vivo. [vabbhè, che te lo metto a fare il .cit?]