Wednesday, January 6, 2021

di letture, serie on-demand, che poi sono altre vite [che poi è il vizio che ti ucciderà, che è vivere]

sto leggendo. molto.

se c'è una differenza importante, tra i tempi nuovi della primavera scorsa e questi, è che tra le altre cose sto leggendo. molto.

e non solo.

sto centellinando serie sul netflics. centellinando. nel senso che più una serie mi piace, mi cattura, mi avvince, più tendo a distribuire nel tempo la fruizione. [ci dev'essere qualcosa che fa eco con il mio approccio ipotetico al sesso. ma non è questo il post].

con la lettura no. leggo, più immerso e senza troppe compulsioni dilatatorie.

mi torna in mente l'aforisma echiano più di frequente rispetto a prima. quello che chi non legge a settantanni avrà vissuto una vita sola, eccetera, eccetera, eccetera. io non leggo di caino, ho intuito quando sognavo grandi cose l'infinito di leopardi - e il moto sincopato dei versi centrali, che ovviamente ora non ricordo. no. no. io spezzetto roba molto più a volo radente. quasi terra terra. ma sempre volo è. perché mi serve per mettere in pausa l'ossessiva ripetitività del giorno, che insegue uguale a quello prima ed è rincorso immutato da quello dopo. tecnicamente abbastanza due coglioni così, insomma. in cui si prova a non sconfortarsi. peraltro col culo al caldo non è che ci sia da tirarsela troppo, per il fatto di non sconfortarsi, dico.

però avete capito, no?

è come se per mimesi intuissi che un altro susseguirsi di giorni è possibile. o se proprio non è così immediatamente possibile, lo si può vivere nell'ingarbuglio dei neuroni della nostra testa. dove si costruiscono tutti i mondi che qualcun altro ha preparato. a suo modo, ovvio. che tanto poi ce lo si vive come quel che viene, quando si legge, che è quando quei mondi vivono. e va bene così.

quindi altri sono variegatamente soddisfatti del loro incedere. variegatamente amano. scopano molto più lungamente di me. hanno pure degli scazzi belli forti. vengono anche menati, quando non si infilano in buchette più o meno complesse da risalire fuori. insomma, un succedaneo di vita.

però io sono un po' lì con loro. confronto per mimesi la loro variegata soddisfazione con la mia. li invidio 'ché loro riescono a non aver 'sta fottuta paura di lasciarsi andare ad amare. un po' faccio il voyuer quando scopano. provo ad empatizzare quando hanno gli scazzi. osservo i loro bozzi, quando mi prende quella cosa lì quando finiscono nelle buchette. insomma: alterno, immagino quel succedaneo di vita.

e così è come se cercassi una qualche ispirazione per quella di prammatica mia, di vita intendo. ebbene sì. da della scrittura creativa. che da qualche parte, brandelli di esperienza di vita dello scrittore rimane attaccato. e poi se l'hanno immaginato è nel campionario del possibile. quindi non tutto si può escludere a prescindere. anche se non frequenterò il trinity a dublino, o aspirante suicida islandese redento in un paese appena uscito dalla guerra, né sarò attore vincitore della palma. o alla guida un autoarticolato nel deserto dello utah, figlio e nipote di emigrati dalla puglia, uno scrittore gay con la sindrome della pagina bianca, un birdwatcher, o uno psichiatra che lavora nell'unità di crisi di prevenzione dei suicidi.

no. io sono stufo ed un po' sconfortato, come tutti. attendo passi. dopo aver visto passare chissà quanti mesi ancora da ora. mi sento un po' solo, ma non so quanto avrò la cazzimma di voler smettere di esserlo. e tutto il grigiume decisamente piatto che c'è qui nei dintorni [tra l'altro non si tromba].

ecco. leggo. molto. qualcosa comunque imparo, sempre. anche se forse non lo metterò mai in pratica. chissà. ma ogni volta è come dare spessore insufflando altre vite. eteree come l'aria che si soffia ma pur sempre sostanza, πνεῦμα. che è quello che 'stovirusssssssedimmmerda ruba, e chi c'è dentro ne ha fame. quindi fanculo 'stovirussssssedimmmmerda, allora. io leggo. e quando leggo per alcuni momenti, vivaci, diversi, fuori da 'sta cosa qui, è come se fossero altre vite. altra la mia. [che poi il controcanto che ne esce, che un po' va bene tutto il resto but this, potrebbe configurarsi come una specie di problema. nel senso che non ci sarebbe da esserne così rinfrancati. anzi. però vabbhè. non è che debba risolvere tutto adesso, no?]

[poi i sogni che ne escono sono un'altra cosa. così come il rapporto quasi erotico e centellinante delle serie on-demand. magari un'altra volta].

 

2 comments:

Robe di Robi said...

Forse dovrei imparare a centellinare

odisseando said...

daa tràa a un bigùl: don't centellineit nafffing. avrai un sacco di tempo in futuro per farlo.
goditi tutto quel che puoi godertela. [poi al limite è da capire se sia godimento, ma è altro discorso].