Saturday, January 30, 2021

su altri camminamenti, che sembrano uguali [solo che ora cominciamo ad essere fuori dall'inverno]

credevo mi facesse un altro effetto. ma poi per fortuna le cose vanno, e danno percezioni, come decidono un po' loro. forse è meglio così. che sono sorprese. e soprattutto non ci sono pre-ingabbiamenti di sorta.

oggi è un sabato un po' particolare. avrei dovuto camminare per quelle mulattiere con un lanternino in mano. ma sono appunto i tempi nuovi. quindi che qualcuno si avventuri ugualmente. sperando non si assembrino. io ho camminato da solo, al primo pomeriggio, per una via più breve.

l'avevo fatta, un po' più lunga, praticamente tre mesi fa. con altra scioltezza e gamba. ero arrivato più in là - tecnicamente si poteva - ed ero ritornato in battello. turista nell'hometown. l'avevo fatta risalendo ed aggirando il poggio che volge a mezzogiorno. un solo ramo del lago. avevo ritrovato il sole già tramontato. con quello avevo giocato, entrando ed uscendo dalla linea dell'ombra. camminando sul bordo di quel crinale, più simbolico che altro. volevo raccogliere un po' di quei momenti. farne piccola scorta. andavo verso sud, vero, ma ci si stava infilando nel bel mezzo dell'autunno. che poi sarebbe stato inverno. e l'inverno dei tempi nuovi e dell'isolamento. avevo camminato et rubato qualche scatto dal colore caldo, che quel tratto di stagione sa regalare. quando è esplosione di gialli, arancio, rosso, ma con il verde che ancora riluce. come un finale pirotecnico, quando la natura è come se si congedasse col botto. camminavo sapendo che per un discreto numero di settimane sarebbe stato - sempre meno luminosamente - complicatino. per quanto complicazioni che si svangano, neh? ma complicatino.

ne era venuto fuori un rigoglio di belle sensazioni. sì, forse un po' ammantate di malinconia, o quella roba lì. forse l'ultimo tramonto in mezzo al lago, struggente. ero sceso dal battello quasi contento, di roba agrodolce. fino - addirittura - a sentirmi pronto. inverno: nun te temo. così intortato di sensazioni da finir poi cotto a puntino, coll'emozione apppppalllla, improvvisa, inattesa, ascoltando - per caso - il boss e la sua patty, e quello che dev'essere l'intesa della patty ed il suo boss. intesa intensa che sembrava uscire da quel video, tanta era la voglia scoppiettante di acclararsi. mi chiedevo chissà com'era avere un'intesa così con una donna. tanto che la solitudine si era fatta pungolo, qualche momento. ci avevo scritto un post, alla fine di quel pomeriggio così strano: voglio un silos si lo voglio, per ammonticchiare quei momenti che mi sembravano così pazzeschi, così intensi. anche se per questa cosa minimale. il post ve lo siete filati in poco. e sticazzi. però solo a rileggerlo mi sembra di riviverli quegli attimi. oltre a scoprirlo, tanto per cambiare, non esattamente piano e lineare. vabbhé. facciamo che quello è solo mio. il post, dico.

le sensazioni. i camminamenti. la solitudine. stessa mulattiera. oggi. tutto molto più silenzioso [specie dentro] e acquietato. un altro effetto, che magari uno non si aspetta. ma va bene così ugualmente. anzi, forse ancora più azzeccato. o forse più in armonia con il contesto. il cielo velato, il bosco che è stordito dall'inverno. la foglia per terra consunta. il verde che ne ha ancora prima di ricominciare il suo ciclo. anche perché, appunto, siamo nel bel mezzo della stagione fredda. da una parte c'è l'effetto accumulo, nell'umore della gente, in quello in mezzo al quale si cammina. dall'altra c'è che in questi tempi nuovi mi sembra di aver voglia di metter il naso fuori prima delle altre volte. anche per coglierli i segni via via che vengono. a cominciare dai minuti in più di luce. quasi a pigliare, raccattandolo, tutto quel che viene a ricordare che se ne può uscire. dall'inverno. dai tempi nuovi. anche se per la primavera è più facile. cazzo se è più facile. c'era una specie di contraddizione. ma giusto solo un pochetto. quasi esuberante il camminare prima dell'autunno, dell'inverno. quasi sussurrato l'andare ora che un bel pezzo è fatto, che ormai è quasi dopo. appunto. effetti che non t'aspetti.

poi è comunque accaduto quel momento strano. tipo una specie di click. forse la dopamina ormai in circolo per il piccolo sforzo. ed è venuto quell'attimo dove - davvero - non ti spiacerebbe esser lì solo a camminare. ma condividerlo con qualcuno. anzi qualcuna. per quanto oggi sia decisamente indefinito il chi [per quanto uno desidererebbe con la propria declinazione della patty che canta col boss]. capita. come a provare a condividere quella piccola gioia, evanescente, impalpabile. mammmmminchia se la cogli. buttar lì un qualcosa ad appuntare, nei ricordi futuri, che è momento che rimarrà. di quelli belli. qualcosa che si possono avvicinare a prodromi di epifanie. è già capitato - anche su altri monti, con altri amici. chissà quando capiterà. e mentre mi accorgo che c'è la mancanza di qualcuno, qualcuna, faccio pat-pat sulla spalla alla solitudine. che non le voglio male. ci facciamo compagnia. e penso a quando sono di passato di lì. tre mesi prima. e prima ancora le altre volte. da solo o meno, ma sempre in compagnia di quella solitudine. ogni volta uguale. ogni volta diversa. nel volgere di pochi anni con un turbinio di sensazioni, pensieri, preoccupazioni, dubbi, perplessità, incompiutezze: tutto così variegato. nel volgere di pochissimi anni. e intorno quegli alberi, quei sentieri, quei poggi, quei pianori in fondo piuttosto uguali e immoti. a camminarci in mezzo, persone, vite, generazioni. e loro lì, a farsi camminare attraverso. tranquilli, sereni, indifferenti dell'umano scalpitio per cazzi più o meno grossi, più o meno futili, comunque sempre e solo indefinitivamente temporanei.

e mentre deviavo, accorciando il tragitto verso la strada litoranea, la sensazione di come noi si sia un battito d'ali. per quanto ci si affanni e ci si sbattacchi qua e là. e tutto intorno in fondo se ne fotta serenamente di noi. luci accese e dopo spente [cit.]. che si prendono gli effetti che vengono. siano come siano. però, di nuovo, va quasi bene ugualmente così.

 



1 comment:

Robe di Robi said...

E comunque io, quel post, me lo ricordo.
[Apprezzato silenziosamente e per quel che vale]