Sunday, January 9, 2022

visioni vacssse [le più ampie possibili]

il pollicione fa scorrere la pagina indefinita del feisbuch, quindi la mia attenzione è catturata davvero per due categorie di notifiche. i video di quelli che saldano e torniano, restaurano oggetti arrugginiti, fanno cose con la resina ipossidica, oppure fabbricano coltelli di ogni specie, partendo dalla qualunque cozzaglia ferrosa. sembra così semplice fare cose. dev'essere questo che mi imbambola, aver la percezione ti stiano spiegando il come. quindi prima o poi, magari, lo potrò fare anch'io. è rincoglionimento, lo so. e poi ci sono i post delle cinque novacse della mia personalissima bolla. sembra siano tantissime, invece è davvero sparuta minoranza, che comunque [mi] riverbera assaje. forse anche per il sentiment abbastanza pieno di livore di quelle suggestioni. dev'essere questo che mi imbambola, provare a non ignorare le storture argomentative incazzose di minoranze, che scrivono di istanze che sento molto lontane, che peraltro mi danno una certa itterizia. una specie di curiosità perversa, tipo quando leggo di cose dei neofasci, radicalismi cattolicheggianti e poltiglia similare.

sono cinque. discretamente variegate nella loro acredine, che poi è un tutt'uno con il revanscismo contestuale al momento. anzi, no. tecnicamente non è revanscismo, 'ché per esserlo bisogna prima essere sconfitti. mentre loro stanno combattendo una battaglia durissima. si sentono facenti parte di una resistenza. che oltre ad essere un privilegio [cit.], dà il diritto di redirigere le liste di chi sarà giudicato nel processo norimberga2, dove nulla sarà dimenticato [sic!], permette di far rilucere chi esprime con empatia l'amicizia vera e indistruttibile, da tutti gli altri, da espungere dalla categoria amicale. soprattutto dà loro un qualche senso alla sindrome da accerchiamento che percepiscono. d'altro canto essere minoranza, ed esserlo in un momento di divisione così intensa, non è semplice. e non è mica un caso che il tratto comune è che tutti gli altri sono variegatamente dei coglioni, servi, cinici, massificati, insensibili, pecoroni. cose così. credo torni tutto.

facendo slalom tra gli aspetti più eccentrici [meglio usare un eufemismo. credo siano tecnicamente dei risvolti paranoidi. ma io ho studiato altro. quindi non so neppure quanto sappia usarlo con la neutralità che sarebbe d'uopo], il razionale di fondo spesso è: siccome tutto è dentro un'azione governativa [con venature più o meno dichiarate come tiranniche], con elementi discutibili e confutabili, allora è tutto da rigettare. anche e soprattutto sull'efficacia dei vaccini, che quando non sono sieri genici sperimentali [sic!], non fanno quello che dovrebbero, hanno effetti avversi quindi sono da rifiutare. con tutto il corollario di schiavitù a bigfarma ed il cucuzzaro dei poteri forti. si guida allegramente nel contromano logico che siccome non sono sufficienti [vero], allora non si fa neppure quello che è necessario [minchiata].

credo che, tanto per cambiare e soprattutto su questo aspetto, sia fondamentale la visione ampia, la più ampia possibile. che va oltre l'ombelico di ciascuno. che non è solo la contrapposizione tra autoaffermazione del sé e salute pubblica. che tutta la vita, sono certo, prima la salute pubblica. è la [quasi] banalità dell'io ed il noi. che è solo allargando lo sguardo che tutto si risistema, ed assume un senso, anche a tutta questa fatica collettiva. e che ha la declinazione nella visione, che più noi non si può, che sono i numeri complessivi. lì ci finiamo dentro tutti, ci raccontano come siamo messi. per un attimo sospendendo quello che vive ciascheduno, e pure trascendendoci per il tempo necessario. i numeri, nell'ampiezza delle loro totalità. che è complessa, ovvio. però in sé non hanno mica opinioni né altro. raccontano. anche che i trivaccinati si contagiano, si ammalano, financo gravemente, muoiono. è vero. e raccontano soprattutto che questo accade con percentuali drammaticamente più basse rispetto a chi vaccinato non è, specie e soprattutto nelle ospedalizzazioni. punto. che è quello per cui han tirato fuori il vaccino, anche se speravamo, e ci dissero, avrebbe evitato il contagio [pealtro tre varianti fa]. quindi vaccinarsi fa una fottuta differenza, cazzo se lo fa [inciso rapido su cosa significhi stress in meno sugli ospedali: non mandare in burnout infermieri e medici, garantire cure che altrimenti vengono rimandate. mica robetta, insomma, mentre noi ce ne stiamo paciosi a guardare serie tivvvù]. se ce fosse ancora bisogno, la conferma la si ha guardando quel sunto riepilogativo che siamo tutti noi. che va oltre la singola esperienza, la singola difficoltà, la singola paura, il singolo dubbio, il singolo scetticismo, la singola paranoia [però di questa si ha meno contezza]. di singolo, al limite, c'è un'azione che si può fare o meno, che però riverbera collettivamente. anche se me ne sto sul cucuzzolo in solitaria. fare o non fare quella cosa determina un effetto. mettili insieme quegli effetti, nel gran ballo dell'interazione dei sistemi complessi, evvvvualllà. di nuovo: c'è una coerenza e senso se si va oltre il nostro singolo ombelico. che nessuno nega sia importante, neh? è che se ti fermi lì siamo messi - tutti - un po' peggio.

se non si guarda ampio, se si sta solo sul proprio ombelico e di quel pochissssssimo che abbiamo intorno può venir fuori la qualunque. e si possono fare inferenze tra il lisergico e lo psichedelico [uso gli eufeminsmi per non scrivere di pantagrueliche puttanate]. con tutta l'acredine che vi si può poi appiccicare.

credo che gli estremali siano da una parte il solispismo tossico e malato, dall'altra la solidarietà condivisa totale. siccome siamo un bell'accozzaglia di casini e contraddizioni, ognuno ci sta un po' tra questi due estremali. nessun novacse se ne fotte del tutto degli effetti sugli altri [anzi, dicono che combattono acciocché ci si possa liberare dal giogo della paura e della dittatura che ci hanno imposto]. nessuno che si è vaccinato l'ha fatto senza pensare/sperare che in sicurezza fosse messo comunque/anche/soprattutto/per primo il suo di culo.

il punto è quale e quanta maggioranza decide di star più prossimo a un estremale, piuttosto che l'altro. intuisco che la stragrandissima maggioranza, di coloro che stanno più vicini a quello cui mi sento ben lieto di star io, non si faccia psicopippe a riguardo e/o scriva noiosissimi post. qualcuno può averci fatto sopra tanti o pochi pensieri. ci sarà pure un sacco di teste di cazzo, che di solito del noi se ne fottono. ma 'sticazzi. per il bene di tutti, anche dei novacse, meglio ci sia una maggioranza, non l'altra.

poi a guardare largo non si finisce mai di imparare, di avere le ispirazioni migliori. per quanto non è che vada così per la stragrande maggiore. vabbhé. ma quelle sono le minoranze cui mi sento decisamente più affine.

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