Saturday, April 1, 2023

accontentamenti[smi]

accontentarsi. che verbo riflessivo tagliente. nonché quello che ho imparato. peraltro, a cercarne per forza una, la sintesi sertralinica di tutti questi mesi, e probabilmente di tutti gli anni di odg. è un di cui della minchiatina, che semino qua e là nei vari post più o meno psicopipponici: fare pat-pat sulle spalle al principio di realtà, che comunque - stronzo o meno - ci ha sempre ragione lui.

accontentarsi è tagliente, perché si porta dietro due possibili letture. il verbo riflessivo è lo stesso, ma riflettono cose e prospettive fottutamente diverse. punto di partenza medesimo, però può uscirne roba dicotomica.

accontentarsi. che sei arrivato lì. ma di lì non si va avanti. anche ad intravvederne il tocco che si potrebbe ancora fare. e invece è precluso, o è saggio precludersi. accontentarsi. fare pari e patta con un qualcosa da associare al concetto di sconfitta. ah, cazzo, avrei potuto spuntarla. è una plaga che vorrebbe rassenerare, però mastica amaro: tanto o poco che sia. può capitare di accontentarsi di un ventinove, masticando amarissimo.

accontentarsi. che sei lì, e ne cogli il senso profondo. trovare contentezza nel qui ed ora. perché il qui ed ora non è necessariamente scontato. anche se a volte scappa fuori questa sinuosa pretesa. sussumere comunque soddisfazione per il punto in cui sei. che lì davanti si intravvede altro, ma è comunque il dipanarsi di un chissà. che ci distrae dal fruire tutto quello cui sei arrivato. può capitare di accontentarsi di un ventidue, ed esserne molto molto molto felice.

stessa medaglia, due facce. anzi no. è un nastro, con il concetto geometrico del verso. accontentarsi. ci puoi arrivare avanzando sul verso che quando giungi sei nel cul de sac. mentre ti immagini ben altro fluttuare. oppure ci puoi arrivare avanzando sul verso che quando arrivi sei in cima a qualcosa. e ti godi la vista da lì. quello che può essere dopo arriverà, però prima fatemi ammirare il panorama, che è la cosa più importante.

accontentarsi. che il verbo riflessivo è quello. come agirlo è come si dipana il camminare lungo un verso, piuttosto che l'altro. in fondo si può imparare a scegliere quale dei due. e tutto il resto viene di conseguenza.

ho raccontato ad odg che ogni tanto mi sembra di essere serenamente soddisfatto di una  [presunta] sconfitta. poi mi rimbrotto - con molto affetto - per il fatto cazzeggi a giocherellare con il complemento [che magari son sconfitte anche no], distraendomi dal cogliere la potenza autogenerativa del predicato verbale. son diventato abbastanza sgamato dal non cader più in queste trappole bischere, che mi tendo da par mio.

può diventare un'arte di vita, accontentarsi.

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