Sunday, April 25, 2021

mi diranno che bel fior

in effetti è stata dura il primo anno senza manifesta, quello scorso. anche per tutto il corollario.

provo a sfruttare la contingenza di star sul soppalchino da mesi. cosicché me la vivo da qui, che fu terra di Resistenza: il selciato, i sentieri, le montagne qua attorno. la maggior parte della gggggente non lo sa, l'ha dimenticato, lo rimuove. la deriva a destra è iniziata prima ancora che capissi davvero cos'è il venticinqueaprile. piano piano è stato riassorbito dall'epica del ricordo della grande guerra, gli alpini e tutto il colorollario istituzional-militare. non che siano mediamente persone così sgradevoli, la gggggggente di qui, dico. si rimuove. non foss'altro per i riferimenti politico-partitici del blocco sociale di questo ridente posticino, un po' parvenù, un po' bottegai, un po' arrivati. riferimenti che un qualche elemento di discontuità con l'antifascismo ce l'hanno, lo rivendicano, lo ostentano. così come l'eventuale idea di sposare tutti i principi costituzionali, poi di rimbalzo in rimbalzo, consegunza in conseguenza, arrivi in fondo, tiri una bella riga e cozzi duro contro il principio di non contraddizione. quindi loro da una parte, un discreto numero di principi dall'altra. e così, visto che quello spazio diventa scomodo, si inventa la storia della ricorrenza divisiva. certo. dipende da che parte stai. parte che si declina anche in parole come partiti, e soprattutto partigiani. [poi a proposito di nessi causali logici: convinene sempre ricordare che se han vinto i partigiani [con gli altri, ovvio] è meglio per tutti. anche per coloro che li pensano divisivi. son buoni tutti a fare i fascisti in una repubblica antifascista, persino i fascisti. tutt'altra storia - ed altre caratura di donne e uomini - essere antifascisti in un regime fascista].

ecco. io mi rendo conto di non scrivere cose poi così originali, né che mai mi capitò di buttar giù in altri post omologhi. è che ogni volta che ci penso, ogni venticinqueaprile è come le scoprissi particolarmente fragranti. non necessariamente nuove, neh? ma fottutamente attuali. anche quest'anno, ancora senza manifesta e ricordando quello che accadde qui vicino. di un'attualità per difetto, pensando a che paese sgarruppato è venuto fuori. di un'attualtà per ispirazione, pensando a quello che è stata la risposta alla chiamata intima che costoro - partigiani - hanno saputo dare. trovarsi in quel preciso momento storico e geografico. peraltro un po' più complicatino del nostro [piccola parentesi da bias che scatena il vavavvvvaavavanitoooucuuuulo: quando leggo di ribellione alla schiavitù che voglionon imporci, alle dittature sanitarie, le nostre libertà sottosequestro, di smettere di essere servi, di aprire gli occhi, come fate a non capire. il professor salsa parlava di microcefali. senza arrivar al disprezzo che si percepiva quando lo pronunciava - che poi giudizio è da limitare il più possibile. ecco. però. sì. mi è tornato in mente il professor salsa e i suoi microcefali. penso a quella ribellione di allora, alle libertà conculcate, alla dittatura, allo smettere di essere servi del nazifascismo. ecco. a confrontarle e voler essere gentile mi si spinge ad singhiozzo ed un rutto [cit.]]. ed in quel contesto complicativo scelsero ad certo punto da che parte stare. che poi sarebbe stata la parte giusta. son quelle situazioni in cui passa il treno della storia. e ci si salta su, senza nemmeno capirlo probabilmente. io non credo fossero necessariamente migliori delle persone che scelsero di non adoperarsi [si dibatte e si danno risposte molto diverse. ma è probabile che la maggior parte delle persone non prese parte ad una parte. immagino sperava solo vincessero loro. anche perché significava fine della guerra. ma poco o nulla si adoperarono]. non erano forse i migliori, però lo diventarono facendo la scelta giusta, per loro la più semplice, per quanto fottutamemente più difficile. diversissimi tra di loro: ognuno con la propria consapevolezza, preparazione, strumenti culturali, conoscenze, appartenenza politica. tutti con l'intuizione fosse quella la parte in cui stare, immagino senza nessuno a dirglielo, spiegarlo, raccomandarlo, ordinarlo. un moto dell'anima, della coscienza, dell'ottimiso della volontà. davvero. è quello che mi cattura e mi coinvolge sempre di più, quando leggo di loro, quando [li] sento raccontare: come fu quella scelta. come si fece largo, come ad un certo punto apparve semplicemente come l'unica cosa andasse fatta.

anche perché, è il momento in cui hanno conquistato, a loro modo, un pezzo di eternità. quella roba di cui ho blaterato nel post pasquale. che in quella trascendente non riesco proprio a capacitarmi. in quella più immanente, di coloro diedero un contribuito all'evoluzione dell'umanità sì. eccome. ecco. quel periodo, quella guerra, quella situazione davvero terribile furono generatrici panspermici di effetti variegatissimi. anche gli abomini più profondi della storia moderna. così come, grazie alle scelte di coloro che scelsero la parte giusta, un nuovo senso alla pace che - un paradosso? - segue sempre ad una guerra. da noi ad esempio una delle Costituzioni più interessanti e inattuate. sono stati anche loro. neuroncini molto attivi per quel pezzo di intelligenza condivisa, un bel balzo in avanti. che s'incunea nel futuro, inesorabile. che poi è dove sta un altro pezzo di eternità. e quando sarà necessario, e rinfrancante continuare a ricordarli. oltre ad essere il tempo verbale del ricordo di quel che fecero: mi diranno che bel fior.



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