Sunday, April 3, 2022

piccolo post di ubbie et contraddizioni /3: elmetti

questa guerra [d'invasione] mi frena le parole, da post e non solo. per certi versi 'stigrandisssssimicazzi. dall'altra è tutto un turbinare di pensieri, considerazioni, rimasticamenti delle suggestioni che ascolto. da parte di quelli bravi, dal paraverbale di coloro che chiamano i microfoni aperti, grande collettore di ansie, paure, ma pur sempre condivisioni e contaminazioni necessarie.

non mi sfugge l'ipocrisia della precipuità percepita di questa guerra [d'invasione], rispetto a tutte le altre [stanno ammazzando un po' di palestinesi, tra il resto che accade]. non mi sfugge non mi stia attanagliando la [relativa] serenità come accadde un paio di anni fa, con la pandemia e tutto il delirio che non è andato tutto bene, e in gran parte non ne siamo usciti migliori. non mi sfuggono del tutto i motivi di questa diversità di attanagliamento. non mi sfugge sia qualcosa che ha attanagliato molto la [relativa] serenità dei [quasi] tutti. che siamo variegatamente provati e pulviscolarmente usciti diversi, ciascuno a proprio modo peggiore et migliore. non mi sfugge che, se un qualche senso può aver senso cercare in tutta questa pangea merdosa, allora è oltremodo sensato. ancora: per evitare che tutti i morti, tutto il dolore, tutti i traumi, tutte le devastazioni che sono e saranno non siano capitate totalmente invano. e che dopo qualcosa di sia imparato, e vi si provi a porre rimedio.

questa guerra [d'invasione] è una merda. come tutte le guerre. e nel calduccio del nostro culo al sicuro non manca di scaraventare ovunque le contraddizioni delle idee, delle percezioni, delle convinzioni. per quanto preferisco, tantissimamente, aver una pletora di ubbie che mi pungolano, piuttosto che solo certezze puntute e ratificate da punti esclamativi.

tipo quello che potrebbe scatenare quel riflesso pavloviano di elmetto. specie per episodi che puzzano ancora più di orrori, prima di verificare cause e responsabilità, con quello che significa crimini di guerra. sdegno ed indignazione che fa volar via anche solo provare a declinare il concetto di equidistanza - dalle retoriche e propagande - posto che son pugnettar di pensieri, a ragionare sul fatto che le popolazioni sotto le bombe non sanno che farsene dell'equidistanza.

mandare o non mandare armi a chi resiste, come fossero normali forniture, noccioline, caramelle, tutto [cit.]. ratificare come resistenza, o meno, la difesa di coloro che combatte chi li invade, come se ci fosse può stabilirlo o meno. l'auspicio importante si possa arrivare a dei negoziati, a portare a termine i combattimenti con la diplomazia. che si auspicano [quasi] tutti. senza guardare il pungolo che si arriverà ai negoziati, che garantiscano qualcosa che non sia disfatta per l'ucraina, proprio con le battaglie che si combattono con le armi che sono state fornite, che arrivano, che arriveranno. forniture che si fa finta di non vedere arrivare. oppure che si dà per scontato arrivino, con la notizia che passa e va bene così. nel senso di un sacco di meinnstriiiiim che ormai mi si nota di più se si prende posizione contro quelle notizie, oppure se non si dice nulla. e che poi c'è l'altro pungolo, che senza quelle merdosissime forniture non sarebbe lontano il momento in cui bisognerà allargar le braccia, e dire a coloro son stati invasi: e niente, dovete arrendervi. dal nostro posto con il culo al caldo, ovvio. che nessuno lo dichiara, chiaro. e l'arzigogolio retorico non è banale per ovviare a quella conclusione. che sarà pure complessa la situazione, che sarà meglio evitare le dicotomie bianco o nero. ma poi, se non metti in condizione di difendersi chi è invaso, la conseguenza, causalità dopo causalità è dir loro: arrendetevi. quindi il tutto finisce in quel gorgo irrazionale. nel senso più matematico del termine: che non si può ridurre a minimi termini. c'è qualcosa che sfugge nel tenere insieme tutto. non riesco a far pace con l'idea di armarli - per fortuna. non mi sfuggono le possibili conseguenze di questo. non mi sfugge che chi è di un'idea diversa lo faccia come riflesso che si scatena di fronte a certe insopportabili storture, non per forza perché guerrafondaio. non mi sfugge il contesto e lo stato della [schifosissima] arte. non mi sfugge che una resistenza è sempre meglio di un'invasione, e 'sticazzi a chi crede di aver l'autorità di definirla tale o meno. non mi sfugge che la resistenza non armata è davvero fottutamente più complessa, dura e complicata. specie per chi non ha il culo al caldo ed al sicuro.

c'è qualcosa che comunque sfugge, che non si riesce a tener dentro assieme a tutto il resto. che genera pensieri contradditori, che fanculo i punti esclamativi alla fine delle affermazioni maschie. è disturbante. ma per fortuna che c'è. la merda della guerra è disturbante per sua natura. se il tutto quadrasse comincerei un po' a preoccuparmi: o mi sto assuefacendo o sto buttando via i fondamentali, quelli per cui chiesi con convinzione di essere riconosciuto come obiettore di coscienza. ero [più] ingenuo, allora, oltre ad essere onusto idealista. ora sono meno ingenuo: non voglio arrendermi all'idea abbia smesso del tutto di essere idealista. sarebbe una morte un po' peggiore [cit.].  [volevo chiudere con una citazione gucciniana. poi un attimo prima di fare dare l'ultimo invio, ho voluto correggermi, sottolineando la scelta non azzeccatissima. c'è gente c'è chi muore davvero, col cazzo le osterie di fuori porta. sarebbe stato abbastanza irrispettoso.]

No comments: