Saturday, April 16, 2022

piccolo post di ubbie et contraddizioni /7: passioni

quest'anno, questa pasqua, non lo scrivo il post sulle campane che si sciolgono a festa.

e'sticazzi, e la si potrebbe pure chiudere qui.

sarà che è la terza pasqua strana, a suo modo. per quanto, a voler guardare il personalissimo ombelico meglio questa che le ultime due. per tuttuncomplessodicose. sarà che sono ben altrove. ed è vero che un po' le cose te le porti dentro. un po' sono attaccate al luogo dove succedono. quindi nel soppalchino, con le campane che so che suono faranno, tutto diventa una specie di rito che ritorna. con le ansie anticipatorie varieganti, negli anni.

quest'anno sono altrove. ed è un altrove di grande alterità. anche solo la domanda che mi hanno fatto a cena, sul terrazzino a magnà sushi. che cos'è la via crucis? come compendio alla notizia delle due ragazze - ucraina e russa - a portare la croce. che uno è agnostico. occhei. però ha un senso importante. la potenza del simbolo.

[che poi, il bello della diretta, proprio ora le campane hanno cominciato a distendersi a festa pure qui. e per certi versi: ci mancherebbe. solo che mi sembrano una specie di marcetta scherzosa, mica la solenne ieraticità che riverberano quelle che mi portano quella distesa a festa fin dentro il soppalcino. ecco. la marcetta campanifera è finita tosta. robetta, davvero. a voler fermarsi sull'esteriorità del fenomeno].

a 'sto giro, per quest'anno, è come se si retrocedesse dal sabato di pasqua al venerdì della passione. che sono sempre agnostico. ma la potenza archetipa di quel triduo non me la scrollo di dosso. sarà che siamo imbevuti di quella morale - più o meno consci - sarà che l'educazione sentimentale è un portato che non smetti di levarti mai di dosso. i riti ed i fenomeni collettivi raggiungono un'interessante acme. deve esserci proprio un titillo che viene caricato a molla. sembra che le stimgmate di padrepio sangiunassero copiosamente il venerdì santo. e ci starebbe pure. tanto può arrivare ad essere intenso l'effetto estatico-autoproiettato a fronte di determinate suggestioni intime. non è escluso sia così per me, seppur in milionesimi.

e quindi tutto questo, quest'anno, a 'sto giro, sembra in lancinante sintonia con quello che sta accadendo a due passi da qui. e con il possibile effetto a valanga, controreazione positiva [quella che rende instabili i sistemi, e li fa saltare, tipo il reattore rbmk 4 della centrale elettronucleare di pryp''jat.]. due passi da qui significa che vale sempre il disclaimer dei post omologhi, sulla eventuale ipocrisia per questa di guerra. quando tòcchi di umanità sono comunque le vittime. quindi poi gNente di così clamorosamente nuovo. o diverso dagli altri di anni.

quindi, tanto più del solito invece di polsi e piedi inchiodati ci sono crateri delle esplosioni delle bombe a grappolo o quelle convenzionali [piccolo passaggio, giusto per complicare la leggibilità e la scorrevolezza del testo, al fatto esistano ordigni che si possono usare, ed altre no. si possono ammazzare creature con alcuni ordigni, vietati altri. è qualcosa che non so bene nemmeno io come definire. cose così]. invece di costati trafitti ci sono palazzi squartati. invece di carne flagellata ci sono macerie di costruzioni rase al suolo. invece dello stabat mater ed il discepolo che egli amava, c'è umanità massacrata, violata, che migra profuga.

che la realtà sarà pure complessa, neh? che è guerra per procura e tutto il cucuzzaro, neh? però l'impessione che tutto questo sia scatenato, nesso causale da un manipolo di cinici spietati, pure non riesco a levarmelo come fastidio. e vale sempre il secondo disclaimer che lo faccio al calduccio, al comodo, e pure guardando il mare placido, che tra un po' rifletterà quello che comincia a scemare del plenilunio di pasqua.

che dal mio piccolissimo ombelico, a 'sto giro, è roba che è meno pacchevole, esistenzialmente. sì, insomma, ho davvero poco nulla di cui lamentarmi. anzi. e le piccole giaculatorie delle bagatelle che scoppiettano addosso - plop. plop. plop - è roba di bolle di sapone che - splumnc - spariscono.  quindi nemmeno ci provo a pensare di iniziare una qualche recriminazione, peraltro non si capirebbe bene verso chi, o cosa, o dove. tanto più tirando dentro questo istantaneo zeitgeist quello che succede a due passsi da qui. dove sembra che continuino a rintoccare le tre del pomeriggio, del venerdì.

è come se il guccio, in dio è morto, non avesse avuto l'ispirazione per l'ultima strofa. non si fosse nemmeno posto la questione di come chiudere la canzone. dio è morto. punto.

poi lo so che i cattolici annunciano che comunque vi è la resurrezione. tanto più da esserne convinti ora, che lo iato è ancora più ampio. che il triduo sembra essersi allargato. e la luce sarà più illuminante dopo l'oscurità ancora più buia del sepolcro.

mica non lo so pur io, che alla fine se ne uscirà. le guerre finiscono. i periodi di pace e prosperità ritorneranno. che anche tutto quello è roba ciclica. che ci sarebbero le condizioni tecniche per imparare anche questa volta dagli errori. mica non lo so che passerà. prima o poi. poi vabbeh. nel caso [peggiore per noi] la natura ha davanti svariiate centinaia di milioni di anni. roba che anche il tempo di dimezzamento di molte sostanza radioattive sembreranno come il peto subinateneo di esplosioncina delle miccette, o dei petardini.

sarà di nuovo resurrezione. in un modo o nell'altro. nel caso [peggiore per noi] il concetto sarà del tutto slegato a quello che ha, nel significato profondo di oggi, per un bel po' di umana gente. specie questa notte di veglia. poiché non ci sarà più questa religione, probabile nessuna religione, anche perché non esisterebbero più i fedeli.

in miliardesimi di miliardesimi di miliardesimi, appunto, nemmeno il guccio e la sua ultima strofa serviranno più.

quindi buona pasqua. quando verrà.

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