Thursday, April 14, 2022

piccolo post di ubbie et contraddizioni /6: opinionismi

il mio amico massimo è abilissimo et finissimo osservatore e analizzatore del terreno [figurato] onusto di zolle, arate con il vomero del principio di realtà.

per questo l'amico massimo non ha mai ricevuto un due di picche. ha sempre capito quando dichiararsi e quando fosse da lasciar perdere.

l'amico massimo sostiene che oggi in italia c'è lavoro per dieci critici del fumetto. lui per talento, abilità, contesto - essere nel posto giusto al momento giusto - in classifica è undicesimo. sostiene anche che oggi in italia c'è lavoro per diecimila software tester. lui, per talento, abilità, risultati - pur con un braccio tenuto dietro la schiena - è nel percentile del cinquanta percento dei migliori.

per questo l'amico massimo è un software tester. [poi l'amico massimo quando argomenta di calcio e della sua amala è financo più ficcante e arguto. però lascia l'aratro dell'obiettività e vagola lungo il fulgore vaporoso della passione e del tifo. ma è un altro discorso, questo.]

mi è tornato in mente tutto questo, riflettendo sulla pletora di opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti. che ora possono riprendersi la scena più o meno masssmediatica. che prima, cor virussse, non potevano comunque non star un passo almeno a fianco di quelli che opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti non erano, facevano un altro lavoro, più o meno scienziati. per poi diventar delle starrrre pure loro. e figurarsi gli opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti: a dividere con gli altri il proscenio, come strapuntino di pensieri profondi sul buon senso a corredo. ma erano considerazioni ancillari. mica come adesso, che hanno davanti le praterie del disquisire nonché le telecamere o la colonna buona riservata sul giornalone. a separar il grano dal loglio, secondo le loro inconfutabili categorie. ad illuminare il nostro faticoso ed incerto incedere, che s'inciampa a passare senza soluzione di continuità dalla banalità del manicheismo al dedalo della complessità della questione. quindi ci stanno loro: opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti.

che a 'sto giro è meno eclatante la castroneria teoretica rispetto a qualche mese fa. per quanto, come esistono i biologi, gli epidemiologi, gli infettivologi che sanno di virussse, ci sarebbero gli analisti, gli esperti di geopolitica, di studi internazionali. questo merdaio - più ascolto chi ne sa - è davvero una stratificazione di istanze, connessioni, strategie, scenari. [che anche il mio psicopipponicoutopismo non violento e pacifista, vagheggiato qui dentro - quand'anche moltiplicato per millemila persone di buona volontà [che se son di sinistra comunque si dividerebbero su come teorizzare, essere, realizzare la buona volontà], è solo una delle facce del superipericoesaedro della questione. bella ed emozionante l'idea del considerare espuntare dalla storia la guerra, da qui a qualche centinaia di generazioni. poi le zolle rivoltate dall'aratro del principio di realtà son anche altra roba. senza che alcune delle istanze mie-nostre siano ben lontane dal non essere vere. non sono le sole.]. dicevo. la situazione è davvero complessa, converrebbe lasciar la parola solo a chi ne sa abbastanza. gli opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti la raccontano sussumendo cose dagli altri [con che qualità, mi sfugge]. solo che la raccontano come la sapessero loro, con in fondo - più o meno cosciente? - la seduzione rassicurante del: dovreste vederla così pure voi. che poi è questa - probabile - la sottile differenza tra chi ne sa e la pletora di opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti. chi mette un punto a capo, chi mette un punto esclamativo e basta.

ed anche in questo caso c'è la storia che il sistemameiiinstriiim può dar lavoro ad un certo numero di questi - il meiiinnstriim paraonide-alternativo ha meno risorse, quindi quei loro opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti lo fanno per la gloria di poter dire in un distopico domani: ve l'avevamo detto, svegliaaaaaaaaaaa. e poi cosa non si fa per un quarto d'ora di notorietà. il sistemameiiinstriiiofficial è a numero chiuso. e ci son quelli che per merito, abilità e contesto [al posto giusto al momento giusto] son più o meno lì a pontificà da tempo. non tutti, ovvio. ma una certa pletora di opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti sì, eccome.

è che ne conoscerei pure di gente che potrebbe farlo financo meglio. il mio amico itsoh, e i suoi flussi di coscienza coerente a volte iconoclasti. la mia amichetta sposina, che è talmente intelligente che se ne sta ben fuori dal commentare. anche solo per rispetto alla professionalità di chi quel lavoro di decodificazione lo sa fare. alcuni partecipanti ai micap della radio, con una chiarezza di vedute e rinfrescanti spunti da pensiero laterale che levati. certo una piccola parte, ma con la platea ampia, i numeri si fanno osservabili. e poi da qualche parte in classifica - niente coppe europee ma nemmeno rischio retrocessione - se mi impegnassi, spianassi i pensieri e la cifra, nonché rileggessi per seccare i refusi, potrei financo affermare: sapete che c'è? che se non scrivessi solo per sfogar i miei pensieri accrocchiati, dopo aver faticato per millemila ore ad assistere una discreta quantità di scappati di casa [non tutti, ovvio], qualcosa di decente potrei tirarlo fuori anch'io.

tanto. opinioni per opinioni. sintesi di gente che ne sa. intuizioni dalle cronace di chi è là a prova a raccontarla con la maggior onestà intellettuale - che quando manca uhhhhh se la sgami - figurarsi se non si può fare quasi meglio. e sarebbe anche una ventata d'aria nuova. che una discreta presenza incartapecorita la si osserva, fiera a ben salda sullo sgabellino dello studio tivvvvvù, o similari.

però ho la sensazione valga la considerazione dell'amico massimo. non c'è abbastanza disponibilità di posti. per questo continuo a fatturare là dentro. ed altri più meritevoli fanno quello che fanno ora. provando a zizzagare gli smoccoli, ad ascoltar alcuni dispensatori di pensieri risolutori, in questo coacervo di futuri variegatamente foschi, diversamente complicati, lisergicamente sòcazzi.

il campo onusto di zolle dissodate dal vomero del principio di realtà, oltre che di crateri delle bombarde dello scempio umano, è molto esteso. come se la complessità si fosse srotolata in quella distesa. quindi, qualsiasi cosa si dica, si annunci è come muoversi a casaccio lì dentro, campo minato di deiezioni. inevitabile che si finisca su una zolla che prima o poi, tanto o poco, succederà. molto probabile si schiacci anche un merdone.

perché qualunque conclusione possano esalare gli opinionisti, maître à penser, diversamente corsivisti, la guerra continua ad essere una pangea di merda. dove tra gli esattori del potere il più sano ha la rogna [non siamo così coglioni, da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni]. ed il mondo piange per tutto lo scempio che si consuma contro quegli enormi tocchi di umanità. l'unico punto esclamativo che non bisognerebbe scordare. mai.

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