Monday, December 30, 2019

sulla storia del solito post che a fine anno divido in due, e questa è la parte destruens

a 'sto giro vado diritto.
sì, insomma, la storia del post che faccio alla fine dell'anno mi piace. e non devo giustificarmi, costruendoci sopra psicopippe, come impalcature. tipo quella dello scorso anno. me lo sono riletto quel post. cercavo un dettaglio che non mi sovveniva, piuttosto che per auto-esibizionisimo. solo che il dettaglio non l'ho mica trovato. [forse sovviene all'amico luca. ultimo giorno dell'anno. ero sul pullman savda, quello per la val d'aosta. stavo raggiungendo gli amici a casa loro. noto la foto del profilo uotsapp dell'amico luca, un'immagine nuova, strana. la ingrandisco, è una frase. la leggo e mi pare interessante. poi mi dico: "ehi, ma 'sta cosa l'ho già sentita, dove?". ci ho messo qualche attimo a rendermi conto fosse il dettaglio dello screenshot di un mio post. quello che avevo peraltro scritto qualche ora prima. era la pars destruens del post di fine anno. la pars construens, l'avrei scritta dagli amici, quella sera stessa.].
dicevo.
ho riletto il post dello scorso anno.
il dettaglio non l'ho mica trovato. però mi sono detto: "diooommmmmmmmmmmmmmioooo. che contorcimento". il post dico. soprattutto nella parte iniziale, con la psicopippa del perché scriva il post di fine anno, al netto di separarlo in destruens e construens. quindi ho proseguito nel dirmi "mmmammmmmmminchia, scrivilo e basta. cazzo ti arrotoli attorno ad un canape cosparso di grasso. scrivilo e basta". intendevo il post.
era come se l'ecodisseando di oggi, rimbrottasse - bonariamente - l'ecodisseando di trecentosessantacinquegiorni fa.
per via di quel sacco di attorcigliamenti inutili, come sembrano a quello di oggi. che chissà cosa diranno a quest'ultimo quelli che verranno dopo
quindi vado dritto, perché la storia del post che faccio alla fine dell'anno in fondo mi piace.
e per prima sintetizzo la pars destruens.
contorcimenti e fatica.
potrei finirla così.
invece proseguto, giusto per dettagliare un minimo.
tipo che non mi posso un cazzo lamentare. specie se torno indietro di altri post di fine anno. e provo a ricordare le voragini destruens che avevo unito, come il gioco dei puntini da tirar le righe tra uno e l'altro, e vedere che viene fuori. solo che non erano puntini, ma appunto voragini.
no.
niente di tutto questo, a 'sto giro di parte destruens del post di fine anno.
certo.
ci sono state giornate meno semplici. ovvio sia stato così.
ma è come se fossero cosa di congiuntura. una combinazione di concause che prese singole, forse, avrei ovviato con un buffetto, o una puzzetta - dipende da quanto mi sarei sentito greve in quel momento.
congiuture tipo la stanchezza a lavorare troppo e troppo intensamente. e quindi la consapevolezza di essere incompatibile con una relazione compiuta. e quindi il cane che sta male ed io non so esattamente come comportarmi, che se avessi evitato di lavorare come un pazzo anche tutto agosto forse avrei potuto portarla dal veterinario prima. ed io che scoppio a frignare istericamente davanti a matreme, testé tornata dal mare, con la sensazione di "io non ce la faccio ccccchiù, non reggo più"
ecco.
questa è stata la cosa più destruens dell'anno.
per dire.
poi la stanchezza si è alleviata. la consapevolezza dell'essere incompatibile con una relazione compiuta è stata condivisa, e come tutte le cose condivise si sopporta meglio [e comunque poi abbiamo fatto all'ammmmore ancora più intensamente]. il cane, operata ed isterectomizzata, è più che guarita, financo più ingestibile di prima, quasi l'avessero regredita a poco più che cucciolo.
tutto qui.
direi che non c'è proprio un cazzo di cui lamentarsi.
poi vabbhé. c'era la storia dell'intorcigliamento. che potrebbe avere una doppia spiega. racconto la realtà che percepisco, aggrovigliandone l'ordito e la trama. quindi un pat-pat di stima solidale ai tre che leggono, che non ce ne saranno molti altri di più. oppure è proprio la realtà che mi pare più ingarbugliata di quel che l'è. quindi è tutto un florilegio di nodi che non ci sono, ma in cui potrei inciampare.
ed inciampando aver prova provata di quella sensazione che ogni tanto mi coglie. che non sono più tenuto su con lo sputo. ma le strutture elastiche e resistenti, che sono sintesi auspicabili, sono ancora un bel po' a divenire. tra quanto ancora non saprei. tanto per cambiare dipende. è probabile che prima o poi 'sta cosa sarà da scoprire. o vagliare.
poi vabbhè. c'è la storia dei tre lettori. che non è quello un problema in sé. figurarsi. piuttosto il fatto non mi interessi 'sto granche diventino sei, dodici, dozzine. è roba figurata, ovvio. e dipinge il fenomeno di me medesimo che mi rintano, mi acciucciolo. e va bene così. forse è saggezza, forse è stanchezza, forse sono i remi in barca, forse è la vecchiaia. forse è resilienza, forse è lasciar andare [troppa?] assertività. chi lo sa. forse sono post che si sfarinano, forse non mi viene [più?] niente di raccontare di interessante.
niente di che, neh? forse solo una nota dissonante, sullo sfondo. giusto per non lasciar andare nulla.
anche se poi, a guardarla meno titubante, non ho proprio un cazzo di cui lamentarmi in questa parte destruens del post della fine dell'anno.
sono andato dritto. però non esattamente sintetico. cosicché ho disquisito su quello che potrebbero essere future parti destruens. cose di cui non ho proprio un cazzo di cui lamentarmi.
approccio scaltro non dimentircarlo, possibilmente mai.
e per il resto ci vuole poco altro.
un po' di culo - nel senso di caso che arride quel pochino, per quanto tutta roba fuori dalla nostra giurisdizione.
ricalibrare i desideri, distillandone solo la parte che merita essere desiderata. meno roba, ma migliore.
osservare quello che viene con il viso rilassato, tipo il solco lungo il viso. come appoggiati su un divano a le braccia allargate, distese.
accumulare serenità fintanto che va così. per accorgersi che così ce ne vorrà un po' di più per farci tirare i muscoli del viso, nonché spingerci mangiucchiarsi le pellicine delle dita.

questa non sembra nemmeno una parte destruens.
non ho proprio un cazzo di cui lamentarmi
come finire senza soluzione di continuità nella parte construens.

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