Friday, December 27, 2019

sui paradossi [quantistici e non quantistici]

sarà la storia del natale. ed il mood psicotropo che tende a portarsi dietro. o forse è che c'è poca luce, il sole poco alto all'orizzonte, ombre lunghe pure a mezzodì.
comunque.
se provo a scrivere, quindi cominciare a risolvere, l'equazione delle funzioni d'onda di questo contesto, mi sento pervaso da sensazioni delocalizzanti.
come se una funzione d'onda mi raccontasse delle armonie che in maniera costruttiva si stanno mettendo in fase.
e nel contempo sbucassero attorno a me funzioni d'onda intorcigliate, sghembe, non derivabili. punti angolosi che deviano persone non troppo lontane rispetto a me.
e tutto procede simultaneamente.
insomma un puttanaio, spiazzante.
è come se, d'improvviso, fosse esploso su scala macroscopica il campionario più curioso, o forse esoterico, dei paradossi quantistici. che sono paradossi, perché siamo cresciuti sulla percezione della meccanica, che non a caso viene definita classica.
ecco.
a 'sto giro è come se quei paradossi, o cose normali a dimensioni quanstiche, si riproponessero nelle dimensioni a noi consuete. come un isomorfismo interessante.
è qualche giorno che ci penso.
forse suggestionato da questo video qui, che ci segnalò l'amico QuiTo. che è un giochetto leggero, o forse questa polynerdeia ha qualcosa di molto grazioso a prescindere. [piccola parentesi che forse può sembrare bacchettona. in realtà è esattamente il contrario. l'immagine poster di uno dei video ce la mostra - apparentemente - discinta. è un primo piano, ma sembra voglia far intendere che anche sotto le spalle sia del tutto scoperta. credo sia fastidiosamente inutile. perché è brava, senza dover usare 'sti trucchetti. e se sei così convinta delle tue potenzialità, non ammiccare usando quell'immagine, che dura peraltro pochi secondi in sei minuti di video. se fai divulgazione anche in quell'ambito, divulga in maniera compiuta. concretizza il paradosso provocatorio, unendo quei due piani. non mezzucci succedanei.].
tornando tosti all'idea di qui sopra.
come se questo periodo in cui mi sembra di essere uscito dalle buche, altri attorno a me ci son finiti dentro. e sulle mie emozioni gli effetti si sovrappongono. e le porto dentro entrambe, ed entrambe sono simultaneamente vere: vitali e vivide nello stesso momento. come il gatto di schroedinger fintanto che non si apre la scatola, facendo collassare la funzione d'onda corrispondente.

anche se, finito l'effetto psicotropo del video, del periodo, e del sole così basso a mezzodì, tutto può essere letto in maniera molto più classica. sono gli [apparenti] paradossi della complessità del principio di realtà. le cose che viviamo sono complesse. a volte talmente tanto che tagliamo le visioni laterali, già quelle appena fuori dallo sguardo dritto e oltre il nostro nasino. forse per sopravvivere, forse perché è troppo oneroso dal punto di vista delle energie da impiegare. quindi forbiciate all'empatia.
non solo.
la complessità della realtà è talmente sfidante che mi fanno un po' di tenerezza coloro che credono di avere la soluzione pronta, anche solo per una delle istanze. in maniera metoniminica, per autosimilarità alle piccole e puntuali esperienze dirette. è successo un numero interessante di volte, specie in questi giorni. durante un pranzo natalizio ho ascoltato rimedi pronti all'uso per caratteristiche endemiche di una nazione spaesata come la nostra, fin su all'europa unita.
la cosa interesante è che una volta mi sarei accapigliato, bollando come stronzate banalizzanti tutto ciò. ora osservo in silenzio il metaverbale dei risolutori, distaccato. e ben rasserenato sulla forma d'onda di questo momento. forse do l'impressione di esser quello senza [più] idee, o non buono a prendere una posizione. stigrandissssssssssssimicazzi. un po' mi sto riposando. un po' forse le cose mi sono addirittura un po' più chiare di prima.
pedddddddddddddire...

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