Thursday, March 19, 2020

considerazioni non assembrate /5: equinozio, comunque

il mio amico ermanno, da un po' di pomeriggi a questa parte, mi regala il tramonto.
provo a spiegarmi.
fa una videochiamata, oppure invia un video, una serie di foto per mostrarmi quel che lui vede dal suo terrazzino a picco sul mare. uno dei più interessanti di tutto il levante ligure, verosimilmente. così posso osservare anch'io come il sole va a nascondersi sotto l'orizzonte ad occidente. ogni tanto mi viene il groppo in gola, ma mica posso darglielo ad intendere. perché è un qualcosa di commovente di suo - il tramonto, non l'amico ermanno - e, quasi banalmente, questi tempi nuovi riposizionano un sacco di cose che sembravano scontate, emozioni, sensazioni, valori, convinzioni, piccole gioie. cose così.
domani, se l'amico ermanno vorrà di nuovo farmi quel regalo, osserveremo dove s'annida esattamente l'ovest, quando il disco assolato finirà dietro i territori della riviera di ponente.
infatti alle 3.50, ora di greenwich, l'asse terrestre sarà perfettamente verticale, sarà equinozio, inizierà la primavera.
e figurarsi se non partiva la psicopippa. attraversato dalle sensazioni pensando all'asse terrestre perfettamente verticale nonché osservando come fioriscono i boccioli sui tre alberi che vedo d'infilata dal mio balconcino, primo piano, viuzza stretta, zona residenziale moderatamente ricercata et ambita della città di milano: il mio orizzonte sul mondo chissà ancora per quanto.
ed è una sensazioni dubleeefasss, che si porta dietro l'ennesimo paradosso.
la prima faccia è che il ciclo rivoluzionario attorno al sole, l'incedere del tempo e delle stagioni, continuano e se ne fottono dei nostri punti angolosi, delle miserie dell'umanità tutta. da sempre e per sempre. la natura può prescindere da noi, e se ne va per la sua strada. e giù, giù, giù, giù fino alle minutaglie dei boccioli sugli alberi di cui sopra che fioriscono, le rondini che arrivano - peraltro meno disturbate dalle interferenzea antropiche - e in millesimi di miliardesimi la cagnolina maya financo più garrula, che sono ormai due settimane che ha sempre qualcuno a farle compagnia, senza soluzione di continuità. non solo. la natura in fondo se la spassa pure meglio: meno emissioni di gas climalteranti, inquinamento, prodotti venefici.
[parentesi: farà tenerezza lo stupore di chi si stupirà al pensiero che, ridotte la nostre attività, le emissioni si abbattono. e farà sorridere amaro vedere i no-vax accalcarsi in fila pure loro, quando l'avranno trovato il vaccino. chiudo la parentesi].
insomma. tutto prosegue paciosoamente senza di noi. noi abitanti di questa parte ricca del pianeta, noi come maggioranza di umanità che se ne sta in condizioni un po' più disagiate [a tratti, un eufemismo]. nulla così originale. quasi ci fosse bisogno di un'altra riprova di quanto si sia finiti, fragili, vulnerabili.
la seconda faccia è che il ciclo rivoluzionario attorno al sole, l'incedere del tempo e delle stagioni, continuano non ostante nostri punti angolosi, le miserie dell'umanità tutta. ed è come se ci invitassero a proseguire, ad andargli dietro. e che da qualche parte là avanti ci sarà pure il giorno, la stagione, l'asse terrestre con la sua inclinazione in cui saremo fuori da 'sta cosa qui. passerà, tutto andrà bene, ce la faremo, ci rialzeremo. roba al tempo futuro. che poi è là davanti, quanto non si sa, ma pur sempre là davanti. e funziona anche perché domani alle 3.50, ora di greenwich, sarà primavera, e poi dopo ancora e poi ancora, e poi ancora. e poi ne saremo fuori e la gente avrà così tanta voglia di ballare che farà luce [cit.].
e a quel punto, lo desidero più ancora che finisca, non sarà più tutto come prima. bisognerà farlo meglio. per tutti. [e mica solo per quelli che se ne stanno in questa parte ricca del pianeta.]

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