Saturday, March 7, 2020

considerazioni non assembrate /1: un po' di incazzo [che qui ci tocca stare chiusi dentro la regione]

provo a fare piccoli post.
quasi a non assembrare i ragionamenti, al pari delle persone come continuano a ripetere.
non sono preoccupato, tanto meno allarmato. almeno per ora. sicuramente non lo sono per me, del dettaglio puntuale del mio ombelico. però non mi lascia indifferente il fatto che il sistema possa non reggere, e cedere qua e là.
ci hanno chiusi dentro la regione. non si entra e non si esce. per quanto qualcuno troverà il modo per farlo. per necessità improrogabile, vera, o immaginata. o forse solo per dimostrare a sé medesimo di essere oltre quello che ci è chiesto di fare tutti.
tutti.
ci hanno chiusi dentro, ed in fondo è come se si acclarasse quel ronzio che da sottofondo, da giorni, montava piano piano, prendendo consistenza a partire dal retrocranio. e quindi, ora che è qui, è come se lo si potesse guardare più distintamente in faccia. e quindi è meglio. tanto, in emergenza siamo, meglio che la guardi meglio, piuttosto che no.
ci tocca vivere questi tempi, per nulla normali. sono una specie di punto angoloso comunitario.
ed ex-post mi sale anche un po' d'incazzo a pensare ai dietrologi, a quelli del virus per mandare in recessione l'italia. o quelli che diCheStiamoParlandoLinfluenzaFaPiùMorti, o l'epidemia del sessantanove, tipo l'annata dei vini. o che noi ce ne fottiamo delle mascherine e lammmmuchina, ci abbiamo la birra o la grappa. o seiEsagerataQuiNonÈMicaArrivato ahahahahahaahh.
sono tempi così.
ora ho un piccolo rebound di incazzo. poi passerà. come il fatto ne verremo fuori. chi con una fottia di bozzi, chi meno.
ne verremo fuori.
e per allora mi saranno passato tutti gli incazzi che saliranno e scenderanno per allora.
e si festeggerà. [al limite sfrutto la chimica che inibisce la pompa protonica. andrà bene ugualmente...]

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