Wednesday, October 20, 2021

osteggiamentismi [per nulla sgarruppati]

che poi, a furia di sbrodolare nel post precedente mi son scordato di scrivere una cosa. anzi la cosa che probabilmente l'ha ispirato, da lontano. per dire come son messo lì.

e la cosa sarebbe su un tipo di analogia passionale con l'accozzaglia variegata. la passione anche nell'assertiva convinzione ignominiosa verso coloro che si ignominizzano. e di nuovo l'analogia finisce qui.

perché sono fondanti le istanze per cui adoperarsi, occhei. con la passione che a volte si fa sgarruppata. e ne so ben qualcosa. poi ci si può battere - la faccio brevissima e transciant - per il noi o per l'io. un noi moooooolto ampio, un io che io son io e null'altro devo rendere conto.

però sono altrettanto importanti le istanze da osteggiare, confutare, respingere. e l'impeto di quella passione la consoco, anche quando sgarruppata. e fin qui, occhei. ma - ancora - l'analogia tra la variegatissssssssima accozzaglia  e me, finisce quivi. perché ci sono osteggiamenti ed osteggiamenti. ci sono respingimentismi e resistenze. e ciascuno ha le proprie. e questa cosa, capita, può avere conseguenze ben belle nette.

nel mio piccolissimo e personalissimo, ma molto chiaro, lineare, fondante, ontologico, c'è l'antifascismo. credo che i cinquesei non saranno tanto meravigliati di tutto ciò. evabbhè. ma è roba per nulla sgarruppata, per quel che mi riguarda. questo significa essere contro ogni forma di fascismi. e che si porta dietro anche delle conseguenze semplici. dove ci stanno loro, figurativamente, non ci posso star io. ma anche meno di figurativamente. se in una piazza si manifesta a favore di un'istanza e compaiono loro, in qualunque declinazione, a fare la stessa cosa, io da quella piazza tenderei ad andarmene. e rimetterei in discussione l'istanza. facile. è tipo una cosa da principio di esclusione di pauli.

evidentemente i variegatisssssimi accozzagliati nogriiiinnpassseetalter non la vedono così. tecnicamente è una cosa che può succedere. così per contrastare un qualcosa che si osteggia vanno bene anche i fascisti. so scelte. così, se ce ne fosse ancora bisogno, per me 'sta cosa è ancora più dirimente. l'esclusione di pauli, appunto.

questo non significa che tutta l'accozzaglia variegatissssssima sia fascista. e ci mancherebbe. e non mi meraviglia che i fascisti provino a cavalcare, affiancare, sostanziare quella [loro] lotta e [parte] di quelle piazze. però è marcescente anche la sola contiguità. poi vabbhé, chissà che nesso c'è, tra una manifestazione nogriiiinnpasssevacsevariegatissssimiaccozzagliati ed un assalto squadrista alla sede della cgil. forse c'è un nesso che sta tra il temporale ed il causale. forse non è così casuale. [parentesi. è rimasta poco nel riverbero mediatico, dopo. ma questi figuri variegatamente fascisti hanno pure provato ad assaltare parlamento e palazzo chigi. da una parte sembrava patetico, con quello spiegamento di forza pubblica. da una parte un qualche brivido lungo la schiena.]. e che comunque è probabile non stia tornando il fascismo. ma quell'assalto, un secolo dopo, un qualche valore simbolico ce l'ha. e nel dubbio, con questi simboli, mi viene da tenere le antennine ben rizzate.

appunto. ognuno ha i propri fondamentali di riferimento anche nell'essere contro qualcosa. quindi: che dove stanno i fascisti non ci sto io, l'ho già scritto? si è diversi, senza per forza voler sostenere di essere migliori. ma rimarcare l'alterità ebbene sì, eccome. io sono altra cosa. e ne son ben serenamente lieto. senza 'sto gran bisogno di ostentarlo, acclararlo, smargiarssarlo - il blogghettino, tecnicamente, non vale ovvio. e non è solo perché sto in una maggioranza, tutto sommato silenziosa e placida. cosa che peraltro mi capita piuttosto di rado: stare in una maggioranza, dico. ma anche perché non ci si sente in guerra contro nessuno, al limite in modo simbolico alla pandemia - il virussssse in fondo fa quello che evoluzionisticamente sa fare, mica puoi prendertela con isso. nel mio piccolo non mi sento in guerra con nessuno, perché quel che potevo fare anche per un sentire collettivo e sociale l'ho fatto. forse è la stessa cosa che pensano i variegatisssssssimi accozzagliati, ma stigrandisssssimicazzi. però, mi sbaglierò, ma percepisco una generale incazzatura diffusa in quella controparte. per questo un po' li perculo. e poi, se non cacci i fascisti dalla tua prossemica, è il minimo da attendersi. oltre al fatto che noi, e quando va bene, si è pecore addormentate. che non si accorgono della dittatura che è in essere.

curioso che non rinneghino chi, di una dittatura veraveramente che ci fu, hanno una irrefrenabile tensione nostalgica.

anzi no, sto ironizzando con troppa leggerezza. non è così curioso. di nuovo: è una contiguità. e sento l'eco del punto dell'individualismo solipsista. che li-ber-tà-li-ber-tà-li-ber-tà [decido solo io per me] non è così distante dal me-ne-frego fascista. è tutto in un'accozzaglia omologa.

così che me ne tengo ben lontano, esattamente come dai fascismi. e mi sento nell'intimo prossimo a ciò che don milani racconta della scritta dei soldati ammmmericani, fatta su di un muro nel loro passaggio, durante la liberazione d'italia. che tanto gli rimase impresso nella testa, nelle intenzioni, nel suo fare et adoperarsi. quello che gli sembrava la risposta più opportuna e contrapposta al me-ne-frego. la scritta che recitava: I care.

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