Thursday, April 9, 2020

considerazioni non assembrate /12: esami e coscienze

e quindi ho pensato a 'sta cosa. che forse nella settimana che porta alla pasqua è l'eco del mio essere stato un cattolico convinto. che oggi è il giovedì, dove la scrittura parla dell'ultima cena, in cui venne istituita l'eucarestia. e quindi, di fatto, quando vennero inventati i preti. i preti peraltro confessano anche. c'è il rimando nei vangeli anche per quello. e la storia di chi si rimetterà in terra saranno rimessi in cielo, e così via. non è roba da giovedì prima di pasqua.
però mi è tornata in mente 'sta cosa.
ed il fatto che necessario per l'assoluzione dei peccati ci deve essere il pentimento, che nasce dell'esame di coscienza. non ne sto facendo una questione deprecatoria o inneggiante. mi limito a riportare la questione. anche perché, in maniera asettica, è dal pentimento che nasce dall'esame di coscienza che dovrebbe ripartire la questione del va, e non peccare più. che non è tanto la storia dell'assoluzione che viene data. ma il fatto che sei nelle condizioni per non peccare cccccchiù.
poi sì, dev'essere slittata la frizione globale, nei secoli dei secoli. ed al pentimento si è associato il senso di colpa, più o meno giudicante e stigmatizzante. e con diverse categorizzazioni di peccati, più o meno rimarcati e/o commistionati [grazie, o prete, che hai dato il tuo conributo verosimilmente in buona fede, acciocché mi si castrasse la serenità, specie in ambito sessuale, ovvio]. un sacco di sbandate e mancate tenuta di strada ad minchiam globali, nei secoli dei secoli. poi dice che hai voglia non nasca la psicanalisi [la sto banalizzando, ovvio. però. sai com'è...].
ecco.
però mi è tornata in mente 'sta cosa del pentimento e dell'esame di coscienza. perché in fondo. quel principio attivo, decurtato di tutto il peso morale e del senso oppressivo di colpa che nei secoli si è accumulato, ha una sua valenza. peraltro attualissima. e che si può declinare più che laicamente e nell'immanenza. tipo una sorta di polpa importantissima protetta da gusci duri e spinosissimi [grazie preti e bigottismi intersecolari].
e la cosa riluce in tutta la sua attualità, se a esame di coscienza sostituiamo analisi dei comportamenti oggettiva, e a pentimento sostituiamo onestà intellettuale.
mi è tornata in mente spesso 'sta cosa, in questi tempi nuovi.
specie per provare ad affrontare il dopo, il meglio possibile. che - come già scrissi - sarebbe una fatica sprecata uscirne esattamente come prima. meglio far sì si sia migliorati. che è già una fatica - pur per me che sono [per adesso] un privilegiato, figurarsi chi ci sta passando dentro in maniera più importante. e considerato la fatica di quel che sarà comunque il dopo.
analisi dei comportamenti oggettiva e onestà intellettuale. che ad uno con l'autostima fatta un po' a gruviera riesce forse meglio. o quanto meno sono istanze non da dimensione frattale.
però mi viene anche da pensare a chi ha qualche responsabilità in più di uno psicopipponico, vergatore di bloggggghettino da provincia denuclearizzata. ma di chi, chi più chi meno, si è fatto interprete di tutte quelle scelte più o meno pragmatico-scellerate che hanno contribuito ad arrivare dove siamo arrivati. poi ovvio, che la complessità complessiva è googoliana. però ci sono millemilamiGlioni di scelte importanti, per quanto meno ampie, che il loro l'hanno fatto. non mi riferisco alla gestione della sanità lombarda negli ultimi venticinqueanni, ma la gestione della sanità lombarda negli ultimi venticinqueanni è un ottimo esempio.
ecco.
roba che mi piacerebbe metterli, chiunque essi siano, davanti ad un birra, figurativamente. e chiedere loro: ma una disamina, un'analisi dei comportamenti oggettiva, unita ad onestà intellettuale, non ti suggererirebbe di far altrimenti?
non me ne frega un cazzo di pentimenti, penitenze. poi al limite per giudicare secondo la legge degli uomini e non di un qualche dio, c'è la giustizia che dovrebbe essere amministrata in maniera egualitaria [art 3.]. saranno loro a condannare o assolvere.
ma se tu la facessi un'analisi dei comportamenti oggettiva, unita ad onestà intellettuale, sarebbe soddisfatta almeno la condizione necessaria per non farne di nuove determinate et talune stronzate. che millemilamiGlioni di queste, unite una da una, hanno costruito complessivamente un po' di queste condizioni. e tutta questa fatica. ognuno responsabile - e non con colpa - di questo per quel che compete.
che è cosa buona et giusta non sprecare. ma fottutissima fatica è stata e, soprattutto, sarà.

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